Le big tech scommettono sull’AI, ma gli investitori tremano: Meta e Microsoft crollano dopo l’annuncio di nuove maxi-spese per data center e chip. Alphabet invece vola grazie ai risultati positivi.
Ora l’intelligenza artificiale affossa i mercati. La scommessa delle aziende tecnologiche più grandi al mondo su un futuro dominato dall’AI oggi non convince più.
Alphabet, Meta e Microsoft hanno pubblicato i risultati trimestrali dopo la chiusura di mercoledì. Le azioni di Alphabet sono balzate di circa il 5% grazie ai risultati positivi, mentre quelle di Meta e Microsoft cedono rispettivamente circa l’11% e il 2%. Gli investitori si sono spaventati per le prospettive di spesa in aumento delle due società. Una spesa proprio dedicata all’AI.
I tre colossi insieme nel terzo trimestre hanno totalizzato circa 78 miliardi di dollari in spese in conto capitale, con un incremento dell’89% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La maggior parte di questi fondi è stata destinata alla costruzione di data center e all’acquisto di unità di elaborazione grafica e altri strumenti necessari per farli funzionare. Ognuna delle aziende ha alzato le proprie stime di spesa per i prossimi trimestri, gettando nel panico gli investitori abituati a una gestione più prudente dei budget.
Meta e Microsoft aumentano la spesa per l’AI. E il mercato punisce
Meta ha avvertito che la spesa del 2026 sarà “notevolmente più alta” rispetto al 2025. Giovedì scorso la società ha annunciato l’intenzione di emettere almeno 25 miliardi di dollari in obbligazioni investment-grade. Le azioni di Meta sono crollate del 14% all’apertura di sessione, il peggior calo intraday degli ultimi 18 mesi. Al momento della scrittura viaggiano a quota 664,78 dollari (-11,56%). Le azioni Microsoft perdono invece il 2.34% a quota 528,86 dollari.
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Gli investitori di Google, invece, hanno reagito con maggiore entusiasmo e hanno fatto salire il titolo di oltre il 6% dopo l’apertura di giovedì. Tuttavia, le trimestrali dei tre colossi riaccendono oggi il dibattito sul possibile formarsi di una bolla speculativa nel comparto tecnologico.
Durante una conference call con i dirigenti Microsoft, l’analista di Bernstein Mark Moerdler ha chiesto: “Sinceramente, siamo in bolla?”, facendo chiaro riferimento al rischio di una bolla legata agli investimenti nell’AI.
La CFO di Microsoft, Amy Hood, ha risposto ribadendo che l’azienda non riesce ancora a soddisfare la domanda attuale di servizi AI, nonostante le decine di miliardi spese nei trimestri precedenti: “Pensavo che saremmo riusciti a recuperare. Non è così. La domanda sta aumentando. Non cresce in un solo settore, ma in molti settori contemporaneamente”.
Microsoft aveva dato impulso al boom dell’intelligenza artificiale con un investimento da 13 miliardi di dollari in OpenAI, e la costruzione dei suoi data center è considerata cruciale per mantenere la leadership nel settore. Nel trimestre conclusosi il 30 settembre, la società ha sorpreso gli investitori con 34,9 miliardi di dollari in spese in conto capitale, cifra record.
Alphabet, dal canto suo, ha fornito indicazioni più positive: il suo assistente AI Gemini conta ora 650 milioni di utenti attivi mensili, con un incremento del 44% rispetto a tre mesi prima. La piattaforma cloud di Google ha siglato più contratti miliardari nei primi nove mesi del 2025 che nei due anni precedenti. Tuttavia, la società prevede spese in conto capitale fino a 93 miliardi di dollari quest’anno, contro una stima precedente di 85 miliardi, con un “aumento significativo” previsto anche per il 2026.
Meta, tra le tre società, offre lo scenario più complesso. Oltre a registrare un incredibile addebito fiscale di 16 miliardi di dollari, ha avvertito che la spesa in conto capitale crescerà a un ritmo “significativamente più veloce” l’anno prossimo. A differenza di Microsoft e Google, Meta non è un grande fornitore di servizi cloud per clienti esterni, il che rende la sua strategia più rischiosa.
L’azienda deve poi affrontare le preoccupazioni per la divisione Reality Labs, che produce smart glass e altri dispositivi wearable basati su AI. Nel terzo trimestre, la divisione ha registrato una perdita di 4,4 miliardi di dollari. “Gli smart glass sono una grande opportunità”, ha spiegato Zuckerberg, sottolineando che il vero rischio nel campo dell’IA non è spendere troppo, ma troppo poco:
“Credo che sia ancora presto, ma penso che stiamo già vedendo i ritorni nel nostro core business. Questo ci dà molta fiducia sul fatto che dovremmo investire molto di più, e vogliamo assicurarci di non investire troppo poco”.
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