L’allarme del premio Nobel: possibile recessione in arrivo

C. G.

12 Febbraio 2019 - 11:34

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Il premio Nobel Paul Krugman parla di probabile recessione e mette in guardia: non siamo pronti ad affrontarla

L’allarme del premio Nobel: possibile recessione in arrivo

Secondo il premio Nobel Paul Krugman il 2019 si rivelerà un anno impegnativo per i mercati finanziari internazionali.

Ad oggi, per dirla con le sue stesse parole, la probabilità che il rallentamento fino ad ora osservato degeneri in vera e propria recessione appare significativa.

L’allarme del premio Nobel non è rimasto inascoltato né isolato: numerosi analisti di mercato stanno attualmente facendo i conti non soltanto con i timori di frenata globale, ma anche con le preoccupazioni relative alla guerra commerciale USA-Cina che continueranno ad influenzare negativamente il sentiment di imprese e consumatori.

“Credo che ci siano buone possibilità di osservare una recessione verso la fine di quest’anno o nel prossimo”,

ha tuonato in occasione del World Government Summit di Dubai.

Cosa causerà la recessione secondo Krugman

Molto probabilmente non sarà un unico grande fattore a determinare la recessione del 2019, ma diversi venti contrari che metteranno in ginocchio l’economia. A pesare, secondo Krugman, sarà la riforma fiscale di Donald Trump che, a sua detta, non si è rivelata davvero efficace.

Occhi puntati anche sul settore tecnologico che nel corso del 2017 e nella prima parte del 2018 ha messo a segno risultati straordinari per poi ritracciare con l’arrivo dell’autunno. Una bolla, questa, che appare in fase di deflazione secondo il premio Nobel.

Chi sarà travolto?

Secondo Krugman, la prima economia ad essere travolta dalla recessione sarà quella dell’Eurozona che, secondo le nuove stime della Commissione europea, crescerà dell’1,3% nel 2019, il tutto a fronte dell’1,9% dell’anno precedente.

Le difficoltà di economie quali Italia e Germania renderanno l’ipotesi di recessione molto più concreta. I prossimi mesi, secondo le previsioni del premio Nobel per l’economia, saranno particolarmente impegnativi per i mercati.

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