Allarme Long Covid, con Omicron aumentano i casi: «A rischio soprattutto i bambini». Ecco i sintomi che fanno paura

Stefano Rizzuti

21/06/2022

21/06/2022 - 12:33

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Uno studio pubblicato su The Lancet mostra la differenza tra i casi di Long Covid dopo l’infezione con Omicron e Delta. Ecco chi è più a rischio e quali sono i sintomi che preoccupano maggiormente.

Allarme Long Covid, con Omicron aumentano i casi: «A rischio soprattutto i bambini». Ecco i sintomi che fanno paura

Il Long Covid colpisce di meno le persone contagiate con la variante Omicron rispetto a chi ha avuto Delta, ma il numero di infezioni - decisamente più alto con Omicron - comporta un maggiore rischio per tutta la popolazione. Sono queste le conclusioni a cui arriva uno studio del King’s College di Londra pubblica sulla rivista The Lancet.

Si tratta di una ricerca sottoposta a revisione tra pari: la prima che studia la differenza tra il Long Covid post Omicron e post Delta. Dallo studio emerge che il 4,4% dei casi di Omicron comporta poi problemi legati al Long Covid, percentuale che aumenta al 10,8% con la variante Delta.

Ma il numero assoluto di persone colpite dal Long Covid è più alto per Omicron, considerando la sua diffusione e contagiosità: una persona su 23 prende la malattia e ha sintomi per più di quattro settimane, si spiega. Ma quali sono i sintomi a cui stare attenti e quali sono le persone più esposte al Long Covid?

L’incidenza del Long Covid

A parlare di Long Covid, in un’intervista al Corriere della Sera, è anche Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Milano. Mantovani è il primo firmatario di un report sul tema elaborato dall’Accademia Nazionale dei Lincei e le conclusioni a cui è arrivato sono simili a quelle del King’s College.

Nel documento italiano si fa riferimento a uno studio tedesco nel quale si dice che il 20% delle persone tra 18 e 25 anni ha avuto almeno una moderata compromissione del proprio stato di salute e della sua capacità lavorativa anche a distanza dall’infezione. Stime inglesi, invece, parlano di disturbi nel 20% dei casi dopo cinque settimane e nel 10% dopo tre mesi. Uno studio cinese mostra problemi anche a distanza di due anni.

I sintomi del Long Covid

Tra i sintomi emersi i più ricorrenti, per il Long Covid, sono dolori e spossatezza. I problemi riguardano i polmoni e i bronchi, ma anche il sistema nervoso, i reni e l’intestino. In più il Long Covid ha un impatto anche sulle funzioni metaboliche e, come emerso più di recente, sul cuore e sui vasi.

Nel report italiano si descrive la formazione di microtrombi che possono impedire la corretta vascolarizzazione di vari organi, come il cuore e il cervello. Sintomi ancora più preoccupanti per i bambini, come sottolineato dallo studio. Proprio questi sintomi potrebbero spiegare l’affaticamento e le difficoltà respiratorie.

Quali sono le cause del Long Covid

Sulle cause del Long Covid gli studi ancora non sono sufficienti e completi, ma qualcosa è già emerso. Mantovani parla, per esempio, della possibilità di persistenza silente del virus nell’intestino o nel sistema nervoso: virus che poi si risveglia generando reazioni immunitarie.

Altra possibilità è quella che il Covid riattivi altri virus presenti nel nostro corpo. Sono stati studiati anche fenomeni autoimmunitari, cioè deviazioni della risposta immunitaria, indotti da Sars-CoV-2. Per il momento, concludono gli esperti, l’unico strumento per contrastare l’insorgere del Long Covid è la vaccinazione.

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