Dal 2000 al 2025, il continente ha compiuto passi avanti su scuola, salute e investimenti, ma resta frenato da povertà, governance debole e bassa produttività.
Nel 2000, la Banca Mondiale pubblicò un rapporto dal titolo provocatorio: “L’Africa può rivendicare il XXI secolo?”. Il tono del rapporto era di ottimismo cauto. Per esempio, vi si leggeva:
La domanda se l’Africa subsahariana (Africa) possa rivendicare il XXI secolo è complessa e provocatoria. Questo rapporto non pretende di affrontare tutte le questioni che riguardano l’Africa né di offrire soluzioni definitive a tutte le sfide future della regione. Il nostro messaggio centrale è: sì, l’Africa può rivendicare il nuovo secolo. Ma è un sì condizionato, legato alla capacità dell’Africa – con l’aiuto dei suoi partner nello sviluppo – di superare le trappole dello sviluppo che l’hanno relegata in un ciclo vizioso di sottosviluppo, conflitti e immensa sofferenza umana per buona parte del XX secolo.
A che punto siamo, dunque, con il superamento di queste trappole? Un quarto di secolo dopo, la Banca Mondiale ha pubblicato un rapporto di aggiornamento: 21st-Century Africa: Governance and Growth, una raccolta di otto capitoli su diversi aspetti dello sviluppo, a cura di Chorching Goh. Nella sezione “Messaggio principale”, il tono è misto: da un lato, progressi notevoli e innegabili. [...]
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