Adempimento spontaneo e rateazione. Come potrebbero cambiare con il ddl Lavoro

Valentina Menassi

20 Novembre 2023 - 16:50

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Il ddl Lavoro, approvato l’1 maggio 2023, introduce alcune novità specifiche in materia di adempimento spontaneo e di rateazione

Adempimento spontaneo e rateazione. Come potrebbero cambiare con il ddl Lavoro

Il ddl Lavoro, approvato l’1 maggio 2023, introduce alcune novità specifiche in materia di adempimento spontaneo e di rateazione. L’obiettivo è quello di semplificare al massimo i processi burocratici che i contribuenti devono seguire per rispettare le scadenze del Fisco.

Nello specifico il tema complesso del pagamento di determinate imposte all’Agenzia delle Entrate. A questo proposito anche le sanzioni verranno ridotte per coloro che sceglieranno di sanare le esposizioni contributive secondo alcuni termini specifici indicati nel provvedimento. Il disegno di legge agli articoli 14 e 15 affronta la questione del ruolo dell’Inps in merito alla promozione degli obblighi contributivi e alla regolarizzazione spontanea di omissioni ed errori. In merito a questo tema ecco un’analisi di quanto potrebbe essere modificato attraverso il ddl Lavoro.

Adempimenti fiscali spontanei

Uno degli obiettivi del ddl lavoro è quello di semplificare al massimo gli adempimenti fiscali. A questo proposito l’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione dei cittadini la possibilità di rimediare velocemente a eventuali sviste o dimenticanze permettendo loro di beneficiare di sanzioni ridotte. Il disegno di legge consente, inoltre, di attivare un processo di sanatoria da parte dell’Inps per informare il contribuente, oppure la persona delegata dal soggetto chiamato in causa come un commercialista, dell’irregolarità.

Dopo aver ricevuto la notifica da parte dell’Istituto inizierà il decorso del termine, che equivale a 90 giorni, entro il quale sarà possibile contestare o aderire alla comunicazione da parte dell’Inps. Nell’ipotesi in cui il contribuente riscontri delle effettive anomalie questo potrà procedere a regolarizzarle entro 30 giorni successivi maggiorando la cifra dovuta con una sanzione del 2,75%, oppure, nel caso in cui ci sia un motivo fondato per il mancato pagamento, il soggetto potrà procedere con la giustificazione fornendo la documentazione specifica. Le anomalie che vengono segnalate possono riguardare eventuali omissioni o infedeltà ottenute tramite un confronto tra i dati dichiarati dal contribuente rispetto a quelli conservati nelle banche dati dell’Ente.

Rateazione

In merito alla rateizzazione, da gennaio 2025 ci sarà la possibilità di aderire alla dilazione del pagamento fino a 60 mesi per i debiti di premi Inail e di contributi Inps nel caso in cui non siano ancora stati presi in esame agli agenti di riscossione. La dilazione, fino a un massimo di cinque anni, verrà applicata in alcuni casi specifici che saranno definiti con i decreti di ministeri del Lavoro e dell’Economia e delle Finanze.

La singola disciplina riguardante le dilazioni di pagamento verrà gestita da Inail e Inps che si occuperanno di fornire le linee specifiche per questo processo. Attualmente la rateazione si rivolge al contribuente che ha maturato dei debiti nei confronti delle gestioni amministrate dall’Inps, questa viene concessa fino a un massimo di 24 rate.

Il contribuente può chiedere all’INPS un prolungamento della stessa fino a 36 rate che può essere autorizzato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nei casi di:

  • calamità naturali;
  • procedure concorsuali;
  • temporanea carenza di liquidità finanziaria causata dal ritardato introito di crediti maturati nei confronti dello Stato, Enti Pubblici o P.A., dalla ritardata erogazione di contributi e finanziamenti pubblici previsti da legge o convenzione, dalla crisi aziendale, riorganizzazione, ristrutturazione e riconversione aziendale, dalla trasmissione debiti contributivi agli eredi oppure dalla carenza temporanea di liquidità finanziaria legata a difficoltà economico-sociali, territoriali o settoriali.

In merito ai requisiti per accedere alla misura, la domanda deve comprendere tutti i debiti contributivi in fase amministrativa maturati verso le Gestioni amministrate dall’INPS, per i quali non sia stato effettuato il versamento con le modalità e nei termini previsti dalle Gestioni di competenza, oppure quelli che risultano denunciati dal contribuente e accertati alla data di presentazione dell’istanza stessa. In sostanza sarà possibile aderire a questa novità dilazionando in un lasso di tempo maggiore i pagamenti e versando una sanzione che risulta quasi irrisoria per la percentuale ridotta.

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