Accordo Usa-Cina: riforme strutturali, a che punto si è?

Ludovica Ranaldi

05/03/2019

05/03/2019 - 00:54

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Grazie ad alcuni movimenti sul mercato, gli investitori tornano a sorridere pensando a un scenario ottimista sull’accordo commerciale Usa-Cina privo di restrizioni, ma ancora qualcosa non quadra.

Accordo Usa-Cina: riforme strutturali, a che punto si è?

La guerra commerciale tra Usa e Cina non sta tenendo sulle spine solo i due paesi, ma anche gli investitori che inevitabilmente subiranno le conseguenze del possibile accordo. Dopo alti e bassi, questi ultimi sembrano essere tornati a respirare grazie a uno sguardo sulle borse. Nonostante lo spiraglio mancano ancora dei dettagli fondamentali da mettere a punto.

Grazie alle indiscrezioni di Bloomberg e del Wall Street Journal si è riusciti a cogliere fino a che punto si è giunti con l’intesa tra le due potenze, ma la strada è ancora lunga.

Intesa Usa-Cina alle porte: a che punto si è?

Sembra che il nodo sul patto commerciale tra Usa e Cina si stia per sciogliere secondo le indiscrezioni riportate da Bloomberg e dal Wall Street Journal. Si starebbe chiudendo in maniera pacifica con l’eliminazione di tutte le restrizioni.

Sarebbe possibile grazie a uno scambio reciproco in cui la Cina è disposta ad abbassare le tariffe doganali e ad addolcire le restrizioni sui prodotti di importazione americana.

Inoltre si intende anticipare il taglio dei limiti del 50% sulla proprietà straniera delle joint venture, previsto per il 2022, consentendo alle realtà automobilistiche estere l’autonomia delle proprie attività sul territorio cinese.

L’accordo si chiuderebbe con l’acquisto di 18 miliardi di dollari di gas naturale liquefatto da Cheniere Energy Inc.

Dal loro canto, gli Usa sembrano essere favorevoli a rimuovere tutte le sanzioni che sono state prescritte contro gli articoli cinesi sin dall’anno scorso.

A questo punto sembra plausibile agli investitori che si giunga presto all’accordo tra i due paesi evitando l’applicazione dei dazi su 200 miliardi di dollari di beni cinesi. A sostegno di tale ipotesi concorre la chiusura in rialzo delle borse.

Secondo gli analisti di Goldman Sachs “le altre tariffe saranno eliminate progressivamente, man mano che gli impegni previsti dall’accordo vengono raggiunti”.

Attualmente non si registrano novità sul fronte delle riforme strutturali richieste da Trump. Anche se è degno di nota il passo indietro fatto dalla Cina sul piano industriale Made in China 2025 che mira a far primeggiare il paese nell’hi-tech.

Tuttavia la scelta di aumentare l’import dei prodotti agricoli statunitensi potrebbe apportare dei danni all’economia locale rallentandola, anche per gli elementi strutturali. Proprio per questo si è diffuso il cattivo umore tra i cittadini cinesi che sono stati rassicurati. Il governo, infatti, ha affermato che ogni compromesso sarà adottato solo se conforme al piano economico sviluppato per la crescita del paese.

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