Dieci anni del “Whatever it takes” di Mario Draghi

Flavia Provenzani

26 Luglio 2022 - 15:08

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Whatever it takes: il vero significato e la traduzione della frase passata alla storia grazie a Mario Draghi ai tempi della presidenza della BCE.

Dieci anni del “Whatever it takes” di Mario Draghi

Esattamente dieci anni fa, ovvero il 26 luglio 2012, l’allora governatore della Banca Centrale Europea pronunciò il suo discorso più celebre per salvare l’Euro.

La frase Whatever it takes, passata alla storia grazie a Mario Draghi, è stata ufficialmente inserita nell’enciclopedia Treccani nell’estate 2020, una consacrazione dell’espressione come una delle più importanti della storia economica e monetaria moderna.

Conoscere il vero significato e la traduzione del Whatever it takes di Draghi oggi è estremamente importante perché su questa frase è stato costruito passo dopo passo il salvataggio della moneta unica.

Whatever it takes: significato e traduzione del termine

La traduzione del Whatever it takes di Draghi è letteralmente “costi quel che costi”. L’allora governatore della Banca Centrale Europea ha pronunciato queste parole in un momento particolarmente delicato per l’intera Eurozona, alle prese con una crisi sempre più marcata.

Sono bastate queste tre parole per salvare l’Euro, un progetto europeo irrinunciabile a detta di Draghi stesso.

Il significato del Whatever it takes, tuttavia, può essere spiegato alla perfezione proprio attraverso l’analisi di quel periodo storico.

Perché Draghi ha pronunciato la frase «Whatever it takes»

Siamo nel 2012, anno in cui il Vecchio Continente sta lottando con numerosi venti contrari e con una nuova crisi economica. Stati come l’Italia stanno soffrendo, mentre altri Paesi come la Spagna stanno tentando di arginare il collasso del sistema bancario. I mercati sono in fermento, mentre le speculazioni stanno mettendo a rischio l’euro.

Una situazione decisamente delicata, affrontata da Draghi con una frase ricca di significato poi passata alla storia.

Nell’ambito del suo mandato, la BCE è pronta a fare tutto ciò che è necessario per preservare l’euro. E credetemi, sarà abbastanza.

Parole decise, pronunciate il 26 luglio del 2012 in occasione della Global Investment Conference di Londra, quando il governatore si è detto pronto a combattere per salvaguardare la tenuta della moneta unica, messa alle strette da speculazioni e dalla corsa dei rendimenti obbligazionari.

Il significato di quelle tre semplici parole ha nascosto un obiettivo ben preciso: convincere i mercati ad allentare la tensione e convincerli altresì della possibilità di risolvere la questione mantenendo intatto l’euro.

Il Whatever it takes ha funzionato?

Le parole dell’allora presidente della BCE non sono rimaste isolate e sono state altresì seguite da delle misure di politica monetaria concrete, tra cui il Quantitative Easing, iniezioni di liquidità per la Grecia e la discesa dei tassi.

Il Whatever it takes ha effettivamente portato calma sui mercati. I rendimenti obbligazionari sono scesi, e non soltanto nei Paesi periferici dell’Eurozona.

Il significato della frase di Draghi, ormai passata alla storia, ha messo in luce alla perfezione l’importanza della comunicazione e della fiducia nella politica monetaria.

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