Come funziona il voto disgiunto e come si vota alle elezioni

Money.it Guide

19 Novembre 2025 - 17:14

Cos’è e come funziona il voto disgiunto? Ecco come si vota alle elezioni regionali e comunali e cosa fare per non rendere il voto nullo.

Come funziona il voto disgiunto e come si vota alle elezioni

L’appuntamento elettorale del 2025 è ormai vicino e il tema del voto disgiunto torna al centro dell’attenzione pubblica. Le imminenti elezioni regionali in Campania, Puglia e Veneto (23-24 novembre 2025), riportano in primo piano dubbi e domande che molti elettori si pongono ogni volta che si avvicinano alle urne.

Il meccanismo del disgiunto, infatti, è uno di quelli che genera più incertezze, persino tra chi vota da anni. Comprendere come funziona, quando è consentito e quando, invece, non si può utilizzare è fondamentale per evitare errori che potrebbero rendere nulla la scheda.

La regola base è che il voto disgiunto consente ai cittadini un margine di libertà particolarmente ampio: scegliere un candidato presidente o sindaco e, contemporaneamente, una lista che non è collegata a quel candidato. Una possibilità che spesso viene interpretata come “complicata” ma che, in realtà, nasce proprio per offrire all’elettore uno strumento più articolato e più fedele alle sue preferenze personali. Ecco come funziona e come votare.

Cos’è e come funziona il voto disgiunto?

Il voto disgiunto è un meccanismo elettorale che permette all’elettore di esprimere nella stessa scheda due preferenze diverse: una per il candidato alla carica monocratica (sindaco o presidente di regione) e una per una lista che non sostiene quel candidato.

In altre parole, è possibile votare un sindaco o un presidente schierato con il centrosinistra e, contemporaneamente, dare il voto di lista a un partito del centrodestra o viceversa. Questa possibilità, prevista dalla normativa elettorale italiana, non invalida la scheda e consente di disgiungere completamente le due scelte principali.

Il principio alla base del disgiunto è semplice: dare la possibilità ai cittadini di esprimere un voto più personale, che non sia obbligatoriamente vincolato alle coalizioni. La legge, infatti, non impone alcun obbligo di coerenza tra voto al candidato e voto alla lista. È un’opportunità, non un dovere.

L’elettore può scegliere di usarla o di mantenere un voto “coerente” con la stessa coalizione. La scelta è completamente libera.

Quanto al calcolo dei seggi, questo avviene in base alle preferenze valide ottenute dalle liste. Una volta determinati i seggi spettanti a ciascuna lista o coalizione, si procede all’assegnazione dei posti ai candidati che hanno ottenuto più preferenze personali. Il voto dato al candidato alla carica monocratica non incide direttamente sul numero di seggi della lista, ma concorre eventualmente a determinare il vincitore al primo turno o l’accesso al ballottaggio.

Quando si vota con il voto disgiunto (e quando no)

Il voto disgiunto è possibile solo in alcuni tipi di elezioni. Per questo è importante distinguere con precisione quando può essere utilizzato e quando invece non è ammesso.

Si può votare con il disgiunto nelle elezioni comunali, ma solo nei comuni con più di 15 mila abitanti. Qui vige un sistema elettorale a doppio turno: se nessun candidato supera il 50% + 1 dei voti, i due più votati accedono al ballottaggio, nel quale però non è possibile votare le liste ma solo i candidati. Nel primo turno, invece, gli elettori possono disgiungere il loro voto esprimendo una preferenza per un candidato sindaco e una per una lista non collegata. Questa possibilità è uno dei tratti distintivi dei comuni medio-grandi, con una soglia di sbarramento del 3% per l’accesso ai seggi.

Nei comuni con meno di 15 mila abitanti, invece, il sistema è maggioritario secco: si vota in un unico turno, non c’è ballottaggio e non è consentito il voto disgiunto. Vince semplicemente il candidato che ottiene la maggioranza relativa dei voti.

Il disgiunto è previsto anche per le elezioni regionali, regolamentate dalle leggi regionali in coerenza con i principi nazionali. Anche in questo caso l’elettore può scegliere un candidato presidente e una lista non collegata. È uno degli elementi che più caratterizzano la competizione regionale, perché consente una distanza tra leadership e partiti che spesso riflette l’identità politica locale più che le coalizioni nazionali.

Non è invece consentito il voto disgiunto per le elezioni della Camera e del Senato. Il sistema elettorale nazionale è strutturato in modo da non permettere scelte separate tra candidato uninominale e liste collegate. Qualsiasi segno tracciato in contrasto con il collegamento ufficiale renderebbe la scheda nulla. Niente voto disgiunto nemmeno per le elezioni europee, per le quali il voto va espresso solo sulla lista, né per elezioni di organismi interni come consorzi o ordini professionali.

Quando SI può usare il voto disgiunto?

  • Elezioni comunali nei comuni sopra i 15.000 abitanti
  • Elezioni regionali

Quando NON si può usare?

  • Elezioni comunali sotto i 15.000 abitanti
  • Elezioni politiche (Camera e Senato)
  • Elezioni europee
  • Ballottaggi dei comuni sopra i 15.000 abitanti

Voto disgiunto, come si fa? Ecco come si vota (e come non sbagliare)

Una volta compreso il meccanismo, resta una domanda pratica: cosa deve fare l’elettore sulla scheda per esprimere correttamente il voto disgiunto (o non esprimerlo affatto, dato che non è obbligatorio)? Il procedimento è semplice, ma richiede attenzione.

Nel momento in cui l’elettore avrà davanti la scheda per la votazione delle amministrative, potrà quindi:

  • tracciare sulla scheda un segno solo sul simbolo di una lista, assegnando così la propria preferenza alla lista contrassegnata e al candidato sindaco da questa appoggiato;
  • tracciare un segno sul simbolo di una lista, tracciando contestualmente un segno sul nome di un candidato sindaco non collegato alla lista votata (voto disgiunto);
  • oppure si può tracciare un segno solo sul nome del candidato sindaco, votando così solo per il candidato sindaco e non per la lista o le liste a questo collegate.

L’importante è non segnare più liste o più candidati insieme, né compiere tracciati ambigui che potrebbero essere interpretati come errori. Tutto deve essere chiaro e riconoscibile.

Per votare è necessario presentarsi al seggio con un documento d’identità valido e la tessera elettorale, che in caso di smarrimento o esaurimento degli spazi può essere richiesta presso il proprio Comune.

Iscriviti a Money.it