Mario Draghi, a ragione, temeva la Brexit: i verbali BCE della riunione di politica monetaria di giugno confermano la preoccupazione dell’EuroTower.
Forte preoccupazione circa l’impatto della Brexit sull’economia dell’Eurozona nei verbali BCE in riferimento alla riunione di politica monetaria dello scorso 2 giugno.
Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea, lo sapeva: il SI alla Brexit al referendum del Regno Unito avrebbe avuto un effetto disastroso sui mercati e sulle prospettive di crescita economica della zona euro.
Pubblicati i verbali della riunione BCE di giovedì 2 giugno 2016, nessuna novità rispetto a quanto espresso da Draghi in sede di conferenza stampa.
La ripresa dell’eurozona è stata definita dal consiglio direttivo della BCE stabile e moderata, ma questo prima del risultato a sorpresa del referendum Brexit. L’impatto dei risultati sono stati difficili da calcolare per la banca centrale.
Sul fronte del QE, a giugno la BCE ha discusso di una possibile sostituzione di alcuni bond con altri similari e della preoccupazione del mercato sulla mancanza di titoli acquistabili all’interno del programma.
A inizio giugno la Banca Centrale Europea aveva rivisto lievemente al rialzo le stime su crescita e inflazione per il 2016, ma aveva avverto contro i rischi legati all’economia mondiale e al referendum sulla Brexit nel Regno Unito.
La BCE prevede una crescita per la zona euro dell’1.6% nel 2016, in rialzo dalla stima precedente all’1.4% resa nota a marzo. Per il 2017 le previsioni rimangono invariate, mentre per il 2018 Draghi annuncia un taglio all’1.8%.
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