Varoufakis conferma: il piano B della Grecia è esistito

Christian Dalenz

28/07/2015

28/08/2015 - 12:03

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L’ex Ministro delle Finanze greco conferma le voci per le quali il suo ministero avrebbe preparato, durante le trattative per il rinnovo dei prestiti da parte della Troika, un piano per l’uscita dall’euro.

Varoufakis conferma: il piano B della Grecia è esistito

Il 26 Luglio era uscito un articolo sul quotidiano greco Ekathimerini in cui veniva riportato il contenuto di una teleconferenza avvenuta tra Yanis Varoufakis e membri di hedge fund internazionali, coordinata dall’ex Cancellerie dello Scacchiere (carica equivalente al Ministero delle Finanze, nel Regno Unito) Norman Lamont, in cui l’ex Ministro greco avrebbe ammesso che, durante i duri mesi di trattative tra il governo greco e le istituzioni europee ed internazionali in cui si decideva delle nuove tranche di prestito da versare alla Grecia e dei nuovi piani di austerità da attuare nel Paese, aveva l’avvallo di Alexis Tsipras per preparare un piano per il ritorno alla dracma (riguardo il quale avevamo riportato alcune indiscrezioni in questo articolo e a cui Varoufakis aveva accennato anche nell’intervista a The New Statesman.)

Secondo quanto riportato da Ekathimerini, immaginando che in un momento qualunque delle trattative le banche diventassero inagibili, magari per chiusura totale della disponibilità di euro da parte della BCE nei confronti della Grecia, esisteva l’idea di creare un sistema di pagamento surrettizio utilizzando il sistema di pagamento delle tasse greco; ovvero, si pensava di fornire a imprese e cittadini dei dati informatici per l’accesso ai conti fiscali delle imprese e dei cittadini ai quali effettuare poi i versamenti ad esse/i dovuti per le transazioni tra loro effettuate, evitando così l’accesso alle banche.
Si sarebbe potuto contare anche su app per smartphone, per rendere il tutto più facilmente utilizzabile. Questo sistema parallelo avrebbe potuto fungere da mezzo per gestire la fase di uscita dall’euro, semplicemente cambiando la valuta utilizzata nei pagamenti.

Nell’articolo di Ekathimerini viene anche riportato che, secondo quanto detto da Varoufakis in quella occasione, il problema da superare per poter mettere in atto questo meccanismo era che il software del sistema era sotto controllo di Bruxelles; per superare questo ostacolo, si sarebbe dovuto procedere ad un vero e proprio hackeraggio, un’intrusione non autorizzata nel programma.

Ancora, il progetto sarebbe stato ben congegnato, ma lo stesso Primo Ministro greco Tsipras non avrebbe concesso l’autorizzazione a procedere alla sua fase finale.

Il giorno dopo, sul suo blog, Yanis Varoufakis ha confermato per buona parte queste indiscrezioni:

“ Durante le negoziazioni tra il governo greco e l’Eurogruppo, il Ministro Varoufakis ha supervisionato un Gruppo di Lavoro che aveva il compito di preparare piani di emergenza contro gli sforzi dei creditori di indebolire il governo greco e per stare attenti alle forze interne all’Eurozona al lavoro perchè la Grecia fosse espulsa dall’euro....La Banca di Grecia, la BCE, i Ministeri del Tesoro degli Stati Membri UE, banche, organizzazioni internazionali ecc., tutti hanno congegnato piani del genere dal 2012 in avanti. Il Ministero delle Finanze greco sarebbe stato negligente se non avesse fatto nessun tentativo di pensare a piani di emergenza.”

L’ex Ministro ha però specificato che la riforma del software web del Ministero delle Finanze non era parte del piano Grexit: c’era sì l’idea, che per Varoufakis è ancora valida, di allargare il sistema di pagamento fiscale a terze parti per migliorare il rapporto Stato-cittadini, ma non prevedeva l’intrusione attraverso hacking nei conti di tutti i cittadini greci.

Addirittura, il blog di Varoufakis contiene una seconda conferma di queste indiscrezioni da parte del consigliere più stretto dell’ex Ministro, l’economista americano James K. Galbraith, che ci tiene a sottolineare quanto il gruppo di lavoro che si è dedicato a questo piano sia stato previdente nel tenere il progetto al segreto, che questo piano non ha niente a che fare con quello pensato dalla Piattaforma di Sinistra (una corrente interna a Syriza; anche del loro piano abbiamo parlato qui), e che il lavoro è stato terminato a Maggio, con tanto di studi su possibili scenari futuri.

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