Vaccino, Ue: “All’Italia 54 milioni di dosi entro giugno”. Ma i conti non tornano

Mario D’Angelo

18/04/2021

Il Commissario Ue Breton parla di 54 milioni di dosi all’Italia entro il secondo trimestre 2021 grazie a un extra di vaccino Pfizer. All’appello, però, mancano quasi 7 milioni di dosi.

Vaccino, Ue: “All’Italia 54 milioni di dosi entro giugno”. Ma i conti non tornano

Entro la fine secondo trimestre, l’Italia avrà ricevuto 54 milioni di dosi di vaccino anti-coronavirus, abbastanza per vaccinare 27 milioni di persone. Lo ha detto il Commissario Ue Thierry Breton, responsabile della task force vaccini di Bruxelles, intervenuto a Che Tempo Che Fa su Rai3.

Il politico francese ha confermato la notizia anticipata dal Commissario all’Emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo sull’extra di 6,5 milioni di dosi Pfizer in arrivo entro giugno.

La dichiarazione rilasciata da Breton a Fabio Fazio, però, lascia più dubbi che certezze. Vediamo perché.

Vaccini Ue, Breton: 54 milioni di dosi all’Italia nel Q2

Nel secondo trimestre ci sono 6,5 milioni di dosi di vaccino in più per l’Italia tra aprile e giugno, in totale sono 54 milioni di dosi”, ha detto il Commissario Ue.

Nelle di parole di Breton non c’è nulla di nuovo, è sostanzialmente una conferma su tutti i fronti: l’ultima tabella del Ministero, infatti, parla di quasi 52,5 milioni di dosi, una cifra di poco inferiore a quella annunciata dal Commissario Ue che probabilmente include il surplus Pfizer da quasi 1 milione di dosi per l’Italia, annunciato all’inizio di questo mese.

Anche la notizia sulle 6,5 milioni di dosi Pfizer extra, come dicevamo, era stata già data giorni fa dal Commissario Figliuolo.

I conti, però, non tornano: con l’extra annunciato dal Commissario Figliuolo, il totale di dosi di vaccino anti-Covid per l’Italia entro il secondo trimestre doveva essere di almeno 59 milioni di dosi (52,5+6,5).

Vaccini, quante dosi arriveranno (davvero) all’Italia entro giugno?

Perché con le dosi Pfizer in più il totale per l’Italia rimane uguale? La spiegazione potrebbe essere questa: Breton ha preferito non includere nel suo conto le oltre 7,3 milioni di dosi CureVac, conteggiate invece nella tabella del Ministero nonostante il vaccino tedesco non sia stato ancora autorizzato dall’Agenzia Europea del Medicinale (EMA).

Se fosse questa la ragione, vorrebbe dire che Breton è estremamente cauto sull’argomento CureVac: l’azienda tedesca potrebbe non fare in tempo a presentare la domanda all’EMA entro la fine del secondo trimestre, o quest’ultima potrebbe voler prendere più tempo per analizzare i dati.

Ufficialmente, infatti, CureVac ha detto di aspettarsi il via libera dal regolatore europeo per la fine del secondo trimestre. Alcune fonti tedesche però, di recente hanno parlato con ottimismo di un possibile anticipo a maggio. Nell’arco delle prossime settimane, CureVac dovrebbe pubblicare i primi dati.

Se il terzo vaccino a mRNA sarà autorizzato all’uso d’emergenza in Europa entro maggio, allora l’Italia potrebbe ricevere un totale di quasi 60 milioni di dosi entro giugno. Un quantitativo che farebbe ben sperare per l’immunità di gregge entro la fine dell’estate.

Cosa deciderà Ue su AstraZeneca?

Breton ha parlato anche dell’ipotesi che Bruxelles non rinnovi il contratto con AstraZeneca, rivendicando il buon operato della Commissione: “Al mese di agosto dell’anno scorso nessuno sapeva il funzionamento del vaccino e abbiamo sottoscritto un contratto importante con AstraZeneca, e poi Pfizer, Moderna e Sanofi. Abbiamo avuto 106 proposte e ne abbiamo scelte 6. Abbiamo lavorato bene, di questi 6 quattro sono stati già approvati da EMA. Speriamo di avere presto anche Sanofi”.

AstraZeneca doveva consegnare 100 milioni di dosi nel primo trimestre, poi 180 milioni nel secondo. “Se avessero rispettato il loro impegno contrattuale le cose sarebbero andate bene, invece ci hanno dato solo il 30%”.

Di fatto non si è deciso nulla sul contratto AstraZeneca, si vedrà, ma ci sarà attenzione per quello che è successo fino a questo momento”, ha concluso Breton.

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