La rigorosa disciplina fiscale ha creato disoccupazione e recessione.Serve più tempo per gli obiettivi di deficit
Le politiche di austerità dovrebbero essere allentate, almeno in alcuni paesi. Questo è quanto hanno suggerito le autorità dell’Unione europea, preoccupate per le drammatiche condizioni economiche che affliggono alcuni governi e minano la zona euro nel suo complesso.
Si tratta di una delle più nette e significative regolamentazioni poste dall’Europa alla rigorosa disciplina fiscale, che ha in larga parte contribuito a spingere la disoccupazione al suo livello più alto nell’arco di decenni e a trascinare la regione nel suo terzo anno di recessione.
Eppure, anche con questo cambiamento, i bilanci pubblici in Europa continueranno ad essere in pericolo: la Commissione europea, braccio esecutivo dell’UE, ha pubblicato Venerdì le sue previsioni economiche delineando uno scenario poco ottimistico. I deficit in tutta l’Unione Europea continueranno a peggiorare, gravando ulteriormente sulla crescita economica dei singoli paesi e della regione.
La Francia, seconda più grande economia d’Europa, e la Spagna, dovrebbero compiere seri sforzi per contenere la spesa pubblica e disporre di almeno altri due anni per ridurre il deficit e portarlo all’obiettivo comune (meno del 3% del PIL annuale) e, forse, proibitivo. Entrambi i paesi potrebbero incorrere in pesanti sanzioni se non presenteranno piani per correggere il disavanzo eccessivo e portarlo sotto il target. Le indicazioni della Commissione Europea, affinché ad alcuni paesi sia concesso più tempo per ridurre il deficit, saranno presentate ufficialmente a fine maggio e dovranno essere approvate dagli Stati membri dell’UE.
La Banca centrale europea ha, almeno per ora, disinnescato la minaccia di una rottura catastrofica della zona euro. L’impegno assunto lo scorso anno, volto ad acquistare quantità illimitate di titoli di Stato dei paesi sottoscrittori dei programmi di salvataggio, ha contribuito a ridurre gli oneri finanziari (tornati al loro livello più basso in tre anni) in tutta l’Europa del Sud, spezzando la pericolosa spirale del debito.
Ma la stretta creditizia per i mutuatari del settore privato e i livelli record di disoccupazione – attestatisi a livelli storici in tutto il continente, con un tasso di disoccupazione visto all’11,1% per quest’anno e il prossimo - guideranno l’economia europea in una recessione ancora più profonda nel 2013 e il ritorno alla crescita, attesa nel 2014, sarà più lento del previsto.
Con le famiglie eccessivamente indebitate, le banche e le imprese agiscono come un freno alla ripresa economica in Europa. Nella zona euro, il 12,2% della forza lavoro sarà senza occupazione nel 2013 e la situazione non sembra destinata a migliorare nel 2014, quando il tasso è visto al 12,1%. La disoccupazione continuerà a variare notevolmente in tutta Europa: la Grecia e la Spagna toccheranno quest’anno tassi di disoccupazione record .
"Il tasso di disoccupazione intollerabilmente alto in Stati vulnerabili è motivo di grande preoccupazione, in quanto mette a rischio la coesione sociale"
avverte il rapporto UE.
L’ondata di malessere economico sembra ora investire anche paesi come la Germania, il motore dell’economia europea: qui la crescita si è attestata ad un modesto 0,4% nel 2013, più lento rispetto alla crescita del 0,5%, prevista qualche mese fa dalla Commissione europea aveva. Anche l’Olanda, nucleo economico della zona euro, si contrarrà del 0,8% quest’anno e il paese dovrà probabilmente chiedere più tempo perché possa tagliare il proprio deficit al di sotto del 3% del PIL. Lo stesso potrebbe valere per la Slovenia e la Polonia.
L’Italia, terza economia della zona euro, può ancora raggiungere i suoi obiettivi di riduzione del disavanzo, ma solo se il suo nuovo governo rimarrà in carica e saprà dare stabilità al paese . L’economia è prevista in contrazione quest’anno, ma il paese crescerà dello 0,7% nel 2014. Cipro, ultimo Stato membro della zona euro ad aver beneficiato di un piano di salvataggio, sembra destinato a perdere l’ 8,7% della produzione economica di quest’anno, ma il rapporto UE avverte che la recessione potrebbe rivelarsi sensibilmente più profonda.
Fonte: online.wsj.com
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