Ucraina, neutralità permanente: significato e differenze tra i modelli di Austria e Svezia

Giorgia Bonamoneta

16 Marzo 2022 - 23:57

La bozza di accordo di pace prevede la possibilità di una neutralità permanente. Ma cosa vuol dire e qual è la differenza con gli altri modelli di neutralità.

Ucraina, neutralità permanente: significato e differenze tra i modelli di Austria e Svezia

L’Ucraina potrebbe diventare neutrale come l’Austria e la Svezia? Nelle ultime ore sta circolando la notizia della bozza di accordo di pace tra Russia e Ucraina. Questa, secondo quanto riportato dalle fonti del Financial Times, sarebbe divisa in quindici punti di accordo. Uno di questi punti è la neutralità permanente dell’Ucraina.

Dopo alcune ore dalla diffusione della notizia, i portavoce di Kyiv hanno smentito il presunto accordo di pace. La bozza citata dalle testate giornalistiche, che prendono tutte spunto dalla notizia pubblicata dal quotidiano britannico, sarebbero le richieste di Mosca. In pratica quello che si legge nella bozza non è un raggiunto accordo tra le parti in fase di dialogo, ma le richieste della Russia. L’Ucraina ha dichiarato di avere altre posizioni. In particolare sulla neutralità.

Il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov ha detto che il Cremlino ha preso seriamente in considerazione la neutralità dell’Ucraina, perché il loro obiettivo era questo fin dal principio. Il modello di neutralità suggerito è quello dell’Austria o della Svezia, mentre quello Finlandese non è stato vagliato.

Ucraina e la neutralità permanente: cosa significa e cos’è il modello ucraino

Sul sito del Dipartimento federale degli affari esteri della Svizzera si legge che la neutralità permanente è un principio della politica estera svizzera.

Essa costituisce un elemento fondamentale per il mantenimento della pace e della sicurezza all’interno e al di fuori dell’Europa e assicura l’indipendenza della Svizzera e l’inviolabilità del suo territorio.
In virtù del diritto della neutralità, la Svizzera non può partecipare alle guerre tra altri Stati.

Per l’Ucraina lo stato di neutralità permanente potrebbe essere un modo per porre fine alla guerra. Almeno questo è quanto dice il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavro. Kyiv ha risposto che ora è “in uno stato di guerra diretta con la Russia - per questo - non può aderire al modello di neutralità della Svezia o dell’Austria ma ci può essere solo un modello ucraino e solo su garanzie di sicurezza verificate legalmente”.

Inoltre Kyiv ha spiegato che il modello ucraino dovrà garantire la sicurezza assoluta del Paese e i firmatari garanti dovranno partecipare attivamente al conflitto al fianco dell’Ucraina e fornire loro armi.

Perché l’Ucraina vuole il proprio modello di neutralità e quali sono le differenze con quello austriaco o svedese?

Neutralità permanente: quali sono le differenze tra i modelli di Austria e Svezia

Austria e Svezia sono due dei Paesi che si sono dichiarati permanentemente neutrali. Come citato sopra, la neutralità esclude i Paesi da qualsiasi conflitto. Il modello austriaco e quelle svedese sono diversi, ma nessuno dei due sembra essere adatto all’Ucraina secondo i suoi portavoce.

Il modello austriaco prevede la “neutralità perpetua”. Questa è stata dichiarata nel 1955 ed è stata sancita nella Costituzione stessa dello Stato. Ricordiamo infatti che dopo la Seconda guerra mondiale l’Austria ha dovuto prendere una decisione tra Nato, Unione sovietica, occupazione permanente e simili. Infine la decisione presa è stata quella della neutralità e della non adesione a un’alleanza militare, così l’Austria è diventata uno stato cuscinetto.

Questo non ha impedito all’Austria di collaborare con la Nato e in diverse missione di peacekeeping. La neutralità quindi è apparente. Al contrario, il modello svedese prevede una neutralità convenzionale. Dopo il 2015, a seguito delle azioni militari russe in Crimea, il dibattito sull’adesione all’Alleanza è stato riaperto.

Escluso invece, perché non piace al Cremlino, il modello finlandese. Questo non prevede una legge scritta, ma la possibilità di entrare e uscire da un confitto o da un’alleanza militare in qualsiasi momento.

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