La Cassa di Previdenza corre spedita verso il default: le Forze Armate pagheranno con l’aumento di trattenute dallo stipendio.
Stipendi Forze Armate, nuove trattenute in arrivo?
Se il presente sorride alle Forze Armate - con il pagamento del FESI confermato per luglio - il futuro preoccupa il personale militare. Dopo le parole del Generale Del Casale, Presidente del Centro Alti Studi per la Difesa, infatti, si sta facendo strada l’ipotesi per cui in futuro le trattenute sullo stipendio saranno maggiori.
Questo nel corso dell’audizione tenuta presso la Commissione Difesa della Camera ha ribadito l’urgenza di trovare una soluzione contro il sempre più probabile default della Cassa di Previdenza delle Forze Armate proponendo di trattenere un importo maggiorato, rispetto a quanto già avviene oggi, dallo stipendio dei militari così da finanziare le pensioni integrative.
Un’ipotesi che non è stata esclusa dal Parlamento, consapevole del fatto che presto non ci saranno abbastanza risorse per garantire la pensione a tutto il personale delle Forze Armate. Quale fattore potrebbe comportare il fallimento della Cassa di Previdenza? In che modo il personale militare contribuirà affinché questo non accada? Facciamo chiarezza.
Cassa di Previdenza delle Forze Armate, default inevitabile: il problema è fisiologico
Al momento, come confermato dal Generale Del Casale nel corso dell’audizione tenuta alla Camera, il bilancio della Cassa di Previdenza è solido. Ma non sarà sempre così; presto infatti andranno in pensione i nati nel periodo del baby boom, tra i quali ci sono molti militari iscritti alla Cassa di Previdenza.
Il problema è che non ci sono abbastanza militari in servizio per finanziare questo aumento di costo che presto la Cassa dovrà sostenere e per questo l’ipotesi di un default è molto probabile. Se a questo si aggiunge la riduzione del personale delle Forze Armate annunciata con il Libro Bianco le percentuali di un fallimento si alzano sempre più.
Per evitare che ciò accada e che migliaia di militari si ritrovino senza pensione, il Generale Del Casale ha proposto di aumentare le trattenute in busta paga per il personale militare, vediamo in che modo.
Evitare il default aumentando le trattenute
Per risolvere il problema Del Casale ha proposto alla Commissione Difesa della Camera di attuare una specie di patto intergenerazionale, con i militari in servizio che pagheranno leggermente di più di quanto già fanno oggi per coprire l’aumento di costi.
Nel dettaglio, per Del Casale sarà necessario alzare la quota di partecipazione alzando l’aliquota dal 2% al 3%, calcolata sull’80% dell’ultimo stipendio. L’aumento riguarderebbe indistintamente tutti gli appartenenti ai relativi corpi delle Forze Armate.
Ma questa non è l’unica soluzione pensata; il progetto prevede anche l’abolizione degli assegni speciali versati agli Ufficiali di Esercito e Carabinieri e la possibilità per la Cassa di chiedere un prestito agevolato al 2% da un altro fondo qualora la Cassa di Previdenza ne abbia necessità.
La Cassa di Previdenza non funziona, il fallimento non è un dramma
Tatiana Basilio, deputata per il Movimento 5 Stelle, ha confermato che l’ipotesi di un fallimento della Cassa è reale. Per la Basilio però non si tratterebbe di un dramma, visto che anche oggi questa non funziona come dovrebbe.
Il problema secondo l’onorevole grillina è che la Cassa è ormai uno strumento superato, perché le trattenute sullo stipendio dei militari, depositate presso la Banca Marche, non fruttano interessi. I prelievi sullo stipendio quindi sono un investimento errato, anche perché le Forze Armate ne potranno beneficiare solo dopo il raggiungimento del 15° anno di servizio.
A tal proposito la Basilio si chiede se non sarebbe meglio lasciare i soldi ai militari, evitando così le trattenute dallo stipendio, e far scegliere a loro come spenderli.
Sarebbero loro a decidere a quale fondo pensionistico integrativo complementare affidare i risparmi, scegliendo tra quello con il tasso di interesse più conveniente.
Ecco perché il fallimento della Cassa non sarebbe uno scenario così drammatico, ed è per questo che già oggi il Governo dovrebbe “riflettere sull’inutilità della stessa”.
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