Token burning: cos’è e quali effetti ha sulle crypto

Gabriele Stentella

28/12/2021

30/09/2022 - 13:09

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Il token burning è un procedimento grazie al quale è possibile ridurre la quantità di criptovaluta circolante. Come funziona e quali sono i suoi pro e contro?

Token burning: cos’è e quali effetti ha sulle crypto

Molti non sanno che è possibile eliminare dalla circolazione, in modo permanente, le criptovalute. Tale procedimento prende il nome di token burning (anche detto «coin burn», letteralmente «bruciatura di monete»), e presenta molteplici vantaggi e svantaggi per chi lo utilizza su una determinata crypto.

Sebbene non esistano dati ufficiali che riportano l’esatto ammontare dei token rimossi dalle Blockchain mediante il coin burn, molti esperti ipotizzano che negli ultimi quattro anno i miner potrebbero aver bruciato miliardi - se non addirittura trilioni - di criptovalute, con effetti di lungo periodo non irrilevanti. Ovviamente questa procedura non presenta solo vantaggi, in quanto la rimozione di valuta circolante può, in determinate circostanze, renderne difficile l’acquisto.

Token burning: come funziona e chi può farlo

Come premesso, mediante il token burning è possibile rimuovere per sempre una quantità di crypto dalla circolazione. Per eseguire la procedura è sufficiente inviare la quantità di valuta digitale che si intende bruciare a un apposito wallet digitale, che prende il nome di «eater address» o «burn address». I wallet di questo tipo non sono di proprietà di nessuno, ne segue che non è possibile entrarvici e spostare le criptovalute presenti all’interno verso un altro portafoglio virtuale, né tanto meno annullare la transazione e recuperare le somme inviate.

Esiste anche un altro modo per rimuovere le monete digitali: l’auto-burn, vale a dire una funzione presente all’interno dello smart contract della singola Altcoin grazie alla quale si effettua l’eliminazione in modo automatico e con cadenza ciclica. Un esempio di valuta digitale che ha adottato l’auto-burn negli ultimi tempi è Binance Coin, il management dell’exchange Binance aveva già scelto di disporre un coin burn trimestrale.

Tutti i possessori di criptovalute possono inviarle ai burn address, ma solitamente sono gli stessi miner che decidono di rimuoverle dalla circolazione.

Perché si bruciano i token?

Le motivazioni per le quali si elimina permanentemente parte del circolante di una crypto possono essere molteplici, ma nella maggior parte dei casi il token burning serve per:

  • Favorire il rialzo di una crypto, riducendone l’offerta;
  • Mantenere l’ancoraggio a una valuta fiat o un asset finanziario, se si stratta di una stablecoin;
  • Correggere possibili errori nell’emissione di valuta digitale;
  • Convalidare le transazioni sulle Blockchain che utilizzano l’algoritmo proof-of-burn (PoB).

Sull’ultimo punto è doveroso precisare che al momento sono poche le valute digitali che si avvalgono del protocollo PoB, che per contro rappresenta un’alternativa più ecologica del proof-of-work.

Il coin burn può essere impiegato dai grandi investitori (le balene) al fine di guadagnare una posizione di rilievo su un determinato crypto asset. Poniamo per esempio che uno sviluppatore offra sul mercato 100 milioni di token della propria Altcoin. In un secondo momento sceglie di bruciarne 50 milioni e di mantenerne solamente 10 milioni. Si potrebbe pensare che sia in possesso solo del 10% dell’offerta complessiva, mentre in realtà la parte detenuta è pari al 25% dei 40 milioni ancora circolanti.

Token burning: tutti i vantaggi e gli svantaggi

Come già premesso, il procedimento di coin burn può avere vantaggi e svantaggi. Di seguito sono riportati i principali.

Vantaggi

L’eliminazione di quantitativi di circolante rende deflazionistica la criptovaluta in oggetto, elemento che determina l’aumento di prezzo a parità di capitalizzazione. La riduzione dell’offerta di un crypto asset lo rende generalmente molto apprezzato dagli investitori, i quali eseguono le proprie operazioni di acquisto in funzione di un futuro rialzo delle quotazioni.

Il token burning rende possibile la correzione di errori commessi durante il lancio di valute digitali e il controllo del prezzo di determinate stablecoin, anche se non si tratta dell’unico strumento impiegato in questo frangente.

Svantaggi

In alcuni casi il coin burn può determinare l’apprezzamento di una crypto in tempi troppo rapidi, con la conseguente perdita d’interesse da parte dei trader più piccoli, per i quali non sarebbe possibile investire. Parlando invece di proof-of-burn, un simile protocollo è ancora poco diffuso e negli ultimi tempi è stato bersaglio di critiche da parte di alcuni miner, che hanno messo in luce la lentezza delle transazioni e la poca trasparenza agli occhi degli utenti comuni.

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