Tasse più alte senza motivo: colpa del Fisco e del suo algoritmo difettoso

Camilla Carè

11 Novembre 2019 - 11:45

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Scoperti errori nel software dell’Agenzia delle Entrate ISA che fanno pagare più tasse del dovuto. Come riconoscere l’errore e chiedere il ricalcolo.

Tasse più alte senza motivo: colpa del Fisco e del suo algoritmo difettoso

Tasse più alte per un errore di calcolo dell’Agenzia delle Entrate? Purtroppo è possibile, a causa dell’introduzione del software di calcolo ISA, ossia Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale. La manovra è finalizzata a “favorire l’assolvimento degli obblighi tributari e incentivare l’emersione spontanea di redditi imponibili”, ossia a computerizzare le dichiarazioni e far emergere eventuali debiti insoluti con l’Agenzia delle Entrate.

L’ISA calcolerebbe quindi l’affidabilità fiscale, attraverso l’assegnazione di un punteggio alla dichiarazione del professionista. Tuttavia gli esiti non sono sempre coerenti, come scoperto dall’inchiesta di Dataroom, la rubrica di data journalism di Milena Gabanelli.

Lo studio mostra che il 45% dei contribuenti è passato dall’essere “congruo e coerente” nella dichiarazione dei redditi del 2018 a “insufficiente” in quella del 2019, e viceversa.

Il problema si amplifica se si pensa che i coefficienti dell’ISA non sono modificabili, anche se sbagliati.

Vediamo quindi i casi di errore dell’assegnazione dell’ISA da parte dell’Agenzia delle Entrate, e come fare per chiedere il ricalcolo.

Tasse più alte senza motivo: gli errori di calcolo dell’ISA

A causa dell’assegnazione di un punteggio ISA non coerente si può finire col dover pagare tasse più alte per sbaglio. Potrebbe infatti accadere che l’indice, aumenti in casi di evasione e diminuisca in casi limite, portando professionisti onesti a pagare più tasse del dovuto, e aiutando evasori a farla franca. Ecco i casi che potrebbero provocare errori di calcolo dell’ISA:

  • situazioni in cui la lavoratrice ha dichiarato meno rispetto all’anno precedente, perché è andata in maternità. In questo caso l’ISA potrebbe registrare un’anomalia, assegnando un punteggio basso all’affidabilità fiscale della lavoratrice, rendendola soggetta a controlli fiscali e possibile maggiorazione delle tasse.
  • un contratto di lavoro part-time con un nuovo datore, perché il lavoratore non raggiunge lo stipendio previsto dall’Agenzia delle Entrate calcolato sugli anni precedenti, ossia sul diverso contratto. Anche qui il punteggio ISA sarebbe basso.
  • commercianti evasori, che dichiarano da anni meno del percepito. Ad esempio, una società che ha dichiarato negli anni precedenti perdite fiscali al limite della congruità ha un punteggio alto, non essendo quindi potenzialmente soggetta a controlli fiscali.

Tasse più alte con ISA: cosa fare in caso di errore

Come visto, il sistema di assegnazione della percentuale di affidabilità fiscale non tiene conto di tutti i fattori che incidono sul reddito, assegnando un punteggio basso anche a un lavoratore onesto, che si ritrova a pagare importi non dovuti. In caso di punteggio negativo infatti, l’SA fornisce le cifre su cui fare il calcolo, in base al punteggio (non negativo) che si vuole raggiungere. Per colmare la differenza, è obbligatorio pagare una somma aggiuntiva, a cui si sommano tasse e IVA.

Questo sistema, da una parte dà manforte a chi utilizza i crediti d’imposta con fatture false, dall’altra rischia di penalizzare il lavoratore onesto.

In caso di incoerenza potete rivolgervi al vostro commercialista, e comunque affidarvi alle note aggiuntive, che aiutano a evitare i controlli anche con un punteggio basso.

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