Taglio dei parlamentari e poi al voto: così Salvini fa scacco matto ai Cinquestelle

Isabella Policarpio

14 Agosto 2019 - 11:39

Per Salvini è possibile votare la riforma sul taglio dei parlamentari e poi andare al voto. La proposta spiazza i Cinquestelle che, invece, vorrebbero evitare le elezioni anticipate.

Taglio dei parlamentari  e poi al voto: così Salvini fa scacco matto ai Cinquestelle

Ieri, 13 agosto 2019, si è tenuta la conferenza dei capigruppo per parlamentarizzare la crisi di Governo in atto. In questa sede, tra accese discussioni e opinioni divergenti, il Ministro Salvini ha proposto una via che spiazza letteralmente i Cinquestelle, ovvero accelerare l’iter della riforma sul taglio dei parlamentari e poi andare al voto.

In pratica, almeno secondo il Ministro dell’Interno, sarebbe possibile approvare la riduzione dei parlamentari, sciogliere le Camere, indire le elezioni anticipate e poi ultimare l’iter della riforma costituzionale nella legislatura successiva. Insomma, al nuovo parlamento spetterebbe il compito di organizzare l’eventuale referendum sul testo della riforma, sempre che l’approvazione del taglio dei parlamentari non raggiunga la maggioranza dei due terzi nell’utlima votazione.

La proposta non piace ai Cinquestelle, secondo i quali le elezioni anticipate sono incompatibili con l’approvazione della riforma costituzionale, poiché mancano i tempi tecnici previsti dalla Costituzione.

Cerchiamo di fare chiarezza su questa intricata questione.

Taglio dei parlamentari e poi elezioni anticipate, così Salvini spiazza i Cinquestelle

Nella conferenza dei capigruppo di ieri sono emerse diverse soluzioni per superare la crisi di Governo. Le forze politiche sono scisse tra quelli che vogliono andare alle urne il prima possibile, e quelli che, invece, preferiscono soluzioni di altro tipo, come un Governo tecnico o un Governo di legislatura.

Tra queste, la proposta del Ministro Salvini ha sicuramente spiazzato i Cinquestelle i quali si sono sempre dichiarati contrari alle elezioni anticipate, preferendo ultimare l’iter di approvazione della riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari.

Secondo Salvini, invece, le due cose non sarebbero incompatibili: si potrebbe procedere alla votazione finale del testo della riforma alla Camera, andare al voto, e poi lasciare al Parlamento entrante il compito di organizzare un eventuale referendum confermativo.

Infatti, l’articolo 138 della Costituzione prevede che dopo l’approvazione di una legge costituzionale, se nell’ultima votazione non viene raggiunta la maggioranza dei due terzi, prima che il testo entri in vigore, occorre aspettare 3 mesi per dare modo ai cittadini e ai Consigli regionali di proporre un referendum.

Qui Taglio parlamentari, cosa prevede la riforma?

Taglio dei parlamentari e poi voto, per molti una mossa “da cavallo”

La proposta di Salvini è stata definita dagli ex alleati pentastellati una “mossa da cavallo”, ovvero una strategia per evitare l’alleanza tra M5S - contrari al voto anticipato - e la fascia renziana del Pd, anch’essa contraria alle elezioni.

Il disappunto dei Cinquestelle è stato manifestato dal Ministro Di Maio, il quale ha evidenziato che la proposta di Salvini, già di per sé difficile da attuare, sarebbe comunque inapplicabile se il Premier Conte venisse sfiduciato nella seduta del 20 agosto.

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