Stati Uniti: inflazione aprile rassicura su Fed accomodante

Alessio Trappolini

10/05/2019

10/05/2019 - 15:45

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Il dato Core leggermente al di sotto delle stime rassicura sul fatto che la Fed possa proseguire la sua politica distensiva e accomodante che ha mostrato da inizio anno

Stati Uniti: inflazione aprile rassicura su Fed accomodante

La rilevazione sull’inflazione di aprile negli Stati Uniti non ha stravolto gli equilibri del mercato, consolidando di fatto quella che è la tendenza da qualche mese a questa parte.

Di fatto i dati sui prezzi al consumo diffusi dal Bureau of Labour Statistics (BLS) oggi pomeriggio hanno visto il livello d’inflazione della prima economia veleggiare a ridosso del livello-target del 2% della Banca centrale.

«Il dato Core è uscito a 0,1% su base mensile, leggermente al di sotto delle stime il che rassicura sul fatto che la Fed possa proseguire la sua politica distensiva e accomodante che ha mostrato da inizio anno», ha commentato Angelo Ciavarella, Head of global markets di Infinox.

Guardando alle prossime mosse la Banca centrale guidata dal governatore Jerome Powell potrebbe addirittura spingersi oltre: «i Fed Funds oggi scontano una probabilità fra il 60-70% che la Fed possa addirittura tagliare i tassi d’interesse nel quarto trimestre dell’anno», ha aggiunto Ciavarella.

Il Presidente Trump da tempo esercita pressioni velate sulla Fed per una riduzione dei tassi di interesse per sovralimentare l’economia a causa dell’inflazione debole, anche se sul mercato del lavoro ha aumentato i salari e abbassato la disoccupazione, scesa ai minimi da 49 anni nell’ultima rilevazione.

I funzionari della Fed di solito si concentrano sulla misura dell’inflazione core, meno volatile per valutare le tendenze sottostanti.

Mercati indifferenti ai dati sull’inflazione

Il dato sull’inflazione non ha alterato i trend in formazione sui mercati, ne sull’equity né tantomeno sul Forex, dove il Dollaro Usa perde qualche figura contro l’euro.

Per il manager del broker londinese il biglietto verde dovrebbe continuare a perdere posizioni verso la moneta unica europea e lo yen, «soprattutto se venisse confermato lo stop ai rialzi o un taglio dei tassi da parte della Fed».

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