Spread e mutui: i tassi iniziano a salire

Francesca Caiazzo

11 Dicembre 2018 - 12:01

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Secondo le ultime rilevazioni dell’Osservatorio di Mutuionline, alcune banche hanno aumentato i tassi sui mutui fino allo 0,30-0,40%

Spread e mutui: i tassi iniziano a salire

L’andamento dello spread ha un impatto diretto sui tassi dei mutui? Non proprio. Anche se la differenza di rendimento tra i Btp italiani e i Bund tedeschi non incide direttamente, è pur vero che le tensioni che si verificano sui mercati finanziari hanno inevitabili ripercussioni sui mutui.

Questo perché l’agitazione finanziaria e l’innalzamento dello spread portano le banche ad applicare un aumento sui costi di raccolta verso la clientela.

E di recente, sembra che su questo fronte siano già visibili le prime conseguenze. Secondo l’Osservatorio di Mutuionline.it, infatti, alcuni istituti hanno già aumentato i tassi dei mutui nell’ordine dello 0,30-0,40%.

Aumentano i tassi dei mutui

Secondo le ultime rilevazioni dell’Osservatorio, alcune banche hanno già portato i tassi dei mutui fino a +0,30-0,40% rispetto ai minimi offerti nella prima parte dell’anno. Altri istituti, invece, hanno mantenuto invariati i tassi, lasciando quasi immutato il tasso medio delle migliori offerte che, viene fatto notare, “garantisce tuttora ampio accesso a condizioni di mutuo vicine ai minimi storici assoluti”.

Gli esperti di Mutuionline sottolineano, inoltre, che le banche che hanno proceduto ai rincari, sono le stesse che “per prime avevano guidato i ribassi, quindi è abbastanza normale che possano essere anche tra le prime ad intervenire al rialzo”.

Va detto inoltre che gli indici a cui sono agganciati i mutui si mantengono stabili, con l’Euribor fermo a -0,37% per quello a un mese e +0,32% per quello a tre mesi, mentre l’Eurirs arretra, con quello a 20 anni che a novembre si attesta all’1,45% rispetto all’1,51% del mese precedente.

Mutui: aumenta il valore richiesto e quello erogato

Stando ai dati raccolti dall’Osservatorio, oggi si assiste a un aumento del valore sia nelle richieste di mutuo che sul fronte delle erogazioni, facendo segnare livelli che non si vedevano dal 2014.

L’importo richiesto, rilevato da Mutuonline, si attesa a 132.173 euro, in evidente crescita rispetto ai 128.974 del trimestre precedente. Nel contempo, si registra un incremento sul fronte erogazioni con l’importo maggiore mai rilevato negli ultimi 4 anni pari a 125.450 euro contro i 124.223 del trimestre precedente.

Ma quanto chiedono gli italiani alle banche? Il 35,2% fa richiesta di una somma tra i 50mila e i 100mila euro, mentre il 31,6% si spinge tra i 100mila e 150mila.
Situazione simile anche dal lato erogazioni: il 37,6% nel primo intervallo di importo e il 33,8% nel secondo.

Tasso fisso e durata maggiore

Richieste ed erogazioni fanno registrare un altro aspetto in comune, ovvero la tipologia di tasso: “non si ferma la corsa al fisso” che nel quarto trimestre riguarda, rispettivamente, l’84,7% delle prime e quasi l’89% delle seconde.

Per quanto riguarda la durata del mutuo, si registra un aumento delle richieste di mutui sui 20 e 30-40anni, con le prime cresciute al 33,6% rispetto al 32,8% del terzo trimestre e le seconde passate dal 22,4% del trimestre precedente all’attuale 23,3%.

“Si richiedono durate più lunghe, ma le banche faticano a concederle”

commentano dall’Osservatorio, aggiungendo che “in risposta, gli istituti di credito fanno crescere i mutui a 20 anni (43,9% contro 39,1%) e quella a 15 anni (16,3% verso 15,6% precedente)”.

Scendono le surroghe

In questo scenario appena descritto, scendono le richieste di mutuo surroga: sono passate dal 48,2% dello scorso trimestre all’attuale 42,1%, mentre – evidenziano dall’Osservatorio – “dal lato delle erogazioni le banche hanno ancora molto da smaltire e fanno registrare il 52,6% di sostituzioni e surroghe”.

Da parte della domanda, Mutuionline ritiene “interessante, la crescita dei mutui per acquistare una seconda casa (ora al 5,9%), a testimonianza di una tendenza che vede impiegare i risparmi nell’acquisto di una casa da mettere a reddito, magari con la formula dell’affitto breve”.

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