Sondaggi politici, la Lega non è più il primo partito: così ha perso il vantaggio sui rivali

Luna Luciano

23/10/2021

20/07/2022 - 15:12

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Dopo le elezioni comunali la Lega perde il posto d’onore: non è più il primo partito; sale il PD, mentre Conte rimane intesta per indice di gradimento tra i leader politici.

Sondaggi politici, la Lega non è più il primo partito: così ha perso il vantaggio sui rivali

La Lega di Matteo Salvini non è più il primo partito d’Italia. È questo il risultato più rilevante che è emerso dalle elezioni comunali 2021, che si sono tenute il 3 e 4 ottobre, con i ballottaggi il 17 e 18 ottobre. Un dato importante che vede ritornare in testa il Partito Democratico con il 20,7% dei voti.

Con una vittoria inaspettata il PD festeggia, ma con un retrogusto amaro: diminuisce sempre di più la partecipazione dei cittadini alla vita politica e il 46% dell’elettorato è ancora schierato con il centro destra della Meloni e di Salvini. È quindi opportuno analizzare questi dati.

Sondaggi politici: PD al 20,7% supera la Lega

Il PD si porta in testa e supera la Lega. Il partito di Letta beneficia del positivo risultato, registrando un lieve aumento (+0,7) arrivando al 20,7%, seguito dagli altri partiti.

  • La Lega con il 20%, che perde ben lo 0,5%;
  • Fratelli d’Italia rimane stabile al 18,8%;
  • Il M5S con il 16,5% perde lo 0,5%;
  • Forza Italia rimane intorno all’8% perdendo lo 0.2%.

La distanza tra i primi due partiti è quindi di qualche decimale. Ma tanto basta per ottenere il titolo di primo partito d’Italia. Un risultato importante per il partito di Letta che ha festeggiato la notizia riportando i punti di forza e i punti deboli di queste elezioni.

Di sicuro secondo Letta è risultato vincente l’aver scelto “i migliori candidati, l’unità, la coerenza e la chiarezza del partito”. Le elezioni hanno infatti registrato il trionfo del PD in molte città, le più importanti Roma e Torino, ma ha anche visto strappare Comuni preziosi ai partiti di Salvini e della Meloni, come Latina e Varese, da sempre della destra.

Nel complesso però le tre forze di centrodestra, sebbene in lieve calo, ottengono il 46,8% dei voti dell’elettorato, mentre il centrosinistra si attesta al 31,9% con un aumento dell’1,3%. Con l’ipotesi di “campo largo”, che comprende le forze del centrosinistra (escluse Azione di Calenda e Italia viva di Renzi) e il M5S, si sale al 44,4%, accorciando le distanze tra la destra e la sinistra.

Sondaggi politici: così Salvini perde il vantaggio sui rivali

In ritardo i nomi dei candidati del centro destra. È questa secondo Salvini la causa della sconfitta della Lega e del centrodestra alle elezioni comunali nelle grandi città, riferendosi nello specifico a Roma con Michetti contro Gualtieri (PD). Secondo i media invece ad aver causato la vera sconfitta del centrodestra non è stata tanto il ritardo, quanto la scelta di candidati civici, non adeguati, e una campagna elettorale sbagliata.

Se c’è un dato che ha gravemente influito sulle elezioni probabilmente è anche la politica “confusa” adottata dal Salvini in merito a questioni importanti come l’obbligo del green pass, strizzando l’occhio ai no vax e i no pass, opponendosi al premier Draghi.

Cosa dicono le elezioni sui leader politici?

Queste elezioni amministrative non vedono solo la Lega perdere qualche punto ma anche i leader politici per quanto riguarda l’indice di gradimento.

Conte si mantiene in testa nella graduatoria con un indice pari a 43 punti, perdendone ben 8 rispetto agli ultimi sondaggi, causato probabilmente al venir meno del suo profilo istituzionale e all’assunzione di un ruolo politico. Non solo.

  • Speranza perde 3 punti passando da 37 a 34 punti, presumibilmente per la minore visibilità negli ultimi mesi;
  • Letta acquista 3 punti passando a 32;
  • Berlusconi con 3 punti in più rimane a 30;
  • Calenda con 3 punti sale a 28;
  • Anche Renzi acquista 2 punti, rimanendo ultimo in classifica con 14.

Sondaggi politici: aumentano gli astensionisti

L’elemento più significativo che emerge dal sondaggio però è un altro ed è stato segnalato da tutti i leader politici, vincitori e sconfitti: la distanza tra cittadini e politica. Aumentano quindi gli astensionisti che compongono il 40,9% del pubblico elettorale avente diritto di voto. Un problema che comporta automaticamente un atteggiamento di indifferenza rispetto alle vicende recenti e ai riflessi sullo scenario nazionale.

Elezioni Comunali: cosa accade adesso al Governo?

Le elezioni amministrative sono fondamentali in quanto mostrano la salute dell’elettorato italiano e il supporto o meno al Governo vigente. Lo stesso Draghi davanti al risultato delle amministrative 2021 ha affermato che il voto non indebolirà il Governo ma non sa se ne uscirà effettivamente rafforzato.

I media come i leader politici sono stati attenti alle conseguenze del voto sugli equilibri della maggioranza di Governo e sullo scenario politico, guardando a una sorta di effetto domino. L’opinione pubblica però è di diverso avviso. Il 34% dei cittadini, che hanno commentato le amministrative, pensa che i risultati non comporteranno alcun tipo di cambiamento; il 31% ha deciso invece di non esprimersi, denotando la crescente indifferenza elettorale; i restanti invece si dividono tra chi pensa che i risultati elettorali favoriranno la governabilità (20%), e chi pensa esattamente l’opposto (15%). Ciò che è emerso alle amministrative è che il Governo e le forze politiche in campo devono, per prima cosa, cercare di rimediare all’aumento dell’astensionismo, che di sicuro non facilità una buona rappresentabilità del pubblico elettorale in Parlamento.

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