Seconda ondata in inverno, fino a 85.000 morti: lo studio britannico

Martino Grassi

01/09/2020

02/09/2020 - 16:33

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Una seconda ondata di contagi in Inghilterra potrebbe causare più di 85.000 decessi: lo scenario descritto in uno studio del Governo britannico.

Seconda ondata in inverno, fino a 85.000 morti: lo studio britannico

Se l’Inghilterra dovesse affrontare una seconda ondata di COVID-19 potrebbero morire più di 85.000 persone. La spaventosa cifra è stata ipotizzata da uno studio governativo condotto dalla Sage, il comitato britannico chiamato a gestire le pandemie e le malattie infettive, pubblicato negli scorsi giorni dalla BBC.

Nello studio è stato disegnato il peggior scenario possibile, nel caso in cui la curva dei contagi dovesse aumentare in modo esponenziale rispetto a quanto non stia già facendo negli ultimi giorni. In sostanza le morti ufficiali del Regno Unito potrebbero raddoppiare rispetto alle attuali.

COVID, fino a 85.000 morti in inverno

La situazione nel Regno Unito potrebbe peggiorare drasticamente e gli esperti hanno fatto sapere che potrebbero rendersi necessarie ulteriori misure restrittive almeno fino a marzo 2021, anche se non è stato fatto riferimento ad un lockdown totale.

Gli esperti hanno tuttavia precisato che nello studio è stato ipotizzato uno scenario, non una previsione e quindi questa situazione potrebbe non verificarsi mai. Nello studio infatti è stato ipotizzato che le scuole rimarranno aperte, e che le misure del Governo di tracciamento e isolamento degli infetti abbiano un efficacia solamente del 40%.

Oltre a stimare il numero dei decessi, nella ricerca vengono indicate anche le cifre delle persone che potrebbero aver bisogno di un trattamento ospedaliero e del ricovero in terapia intensiva: il 2,4% degli infetti potrà dover essere ospedalizzato, di cui il 20,5% avrà bisogno della rianimazione, mentre un altro 23,3% morirà.

Lo scetticismo di alcuni esperti

Lo studio tuttavia ha suscitato lo scetticismo di molti esperti i quali hanno affermato che le cifre riportate siano troppo esagerate. Tra questi compare il Professor Carl Heneghan, dell’Università di Oxford, il quale ha affermato che le stime riportate da Sage non sono plausibili. Lo studio tuttavia è stato difeso da un portavoce del Governo il quale ha dichiarato:

“In qualità di governo responsabile, abbiamo pianificato e continuiamo a prepararci per una vasta gamma di scenari, incluso quello peggiore, affinché il nostro sistema sanitario e funerario non vadano al collasso”.

Quello che spaventa maggiormente le istituzioni infatti è che nel periodo dell’autunno e dell’inverno, un secondo picco di contagi viene reso più probabile, data la maggiore fragilità delle persone, unita anche all’aumento dell’influenza stagionale. Già adesso, dopo un primo allentamento delle misure restrittive infatti i contagi in tutta Europa sono tornati a salire, nel Regno Unito le nuove infezioni nelle ultime 24 ore sono state oltre 1.400.

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