Scuole di specializzazione in Medicina, il 2015 dovrebbe essere l’anno dei grandi cambiamenti: non solo alcune strutture sono destinate all’accorpamento, ma la durata dei corsi verrà ridotta, e gli ordinamenti didattici riformulati: ecco, in breve, cosa devono aspettarsi i neo dottori.
Scuole di specializzazione in Medicina, quest’anno si cambia. Il 2015, infatti, dovrebbe essere ricordato come la data di avvio del restyling del percorso formativo dei giovani camici bianchi: da una parte, certamente, ci si pone l’obiettivo di razionalizzarne i costi; dall’altro, però, si punta anche a rinnovare in maniera sostanziale l’ordinamento didattico, riducendo la durata dei corsi e introducendo almeno il 70 per cento di attività professionalizzanti.
La bozza di riordino al Ministero della Salute
Il Consiglio Universitario Nazionale, dal canto suo, ha già definito i nuovi ordinamenti didattici; adesso la palla passa al Ministero della Salute: la bozza del provvedimento di riordino, infatti, è già sul tavolo del capo dipartimento del dicastero. La riforma, per volontà del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, dovrebbe essere attuata già quest’anno, comportando così risparmi che dovranno essere reinvestiti per finanziare nuovi contratti di specializzazione. Ancora non si conoscono numeri precisi in tal senso, ma si ipotizza fin da ora che potrebbero essere circa 800 in più per ogni anno di corso previsto. Un intervento teso a sanare il divario tuttora esistente tra tutti coloro che si laureano in Medicina e quanti riescono effettivamente a entrare in una scuola di specializzazione.
Riduzione delle scuole e della durata dei corsi; riformulazione degli ordinamenti didattici
Il provvedimento propone innanzitutto una riduzione del numero di scuole che afferiscono alle tre macro aree di medicina, chirurgia e servizi clinici, portandole dalle attuali 56 a 50. Inoltre, tra gli obiettivi fondamentali c’è anche la riduzione della durata dei corsi, portando le specialità chirurgiche da 6 a 5 anni, e quelle mediche da 5 a 4 anni, allineandosi così agli standard vigenti in Europa. Anche la parte prettamente formativa è pronta a un sostanziale restyling: come sancito proprio dalla bozza del dm, almeno il 70 per cento delle attività formative sarà riservato allo svolgimento di attività formative professionalizzanti (pratiche e tirocinio).
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