Scuole chiuse fino al 15 marzo: cosa cambia? Risponde il Ministro dell’Istruzione

Antonio Cosenza

04/03/2020

15/07/2022 - 10:44

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Coronavirus, le scuole chiudono fino al 15 marzo? Sospensione delle attività, ecco quali conseguenze per insegnanti, studenti e personale ATA.

Scuole chiuse fino al 15 marzo: cosa cambia? Risponde il Ministro dell’Istruzione

Scuole chiuse in tutta Italia per l’emergenza Coronavirus. Il Governo ha deciso lo stop delle lezioni almeno fino al 15 marzo 2020; vediamo quali potrebbero essere le conseguenze per insegnanti e studenti.

A rispondere ai primi dubbi ci ha pensato il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, la quale ha fatto chiarezza su cosa succederà nel caso in cui l’emergenza Coronavirus continuasse e la chiusura delle scuole (nidi compresi) venga prolungata per altre settimane. D’altronde è vero che il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha stabilito che - vista la situazione di emergenza che sta vivendo il Paese - non è necessario il raggiungimento dei 200 giorni di lezione ai fini della validità dell’anno scolastico, ma è pur vero che troppi giorni di chiusura comporterebbero vari danni al percorso didattico.

Per adesso sarà chiusura delle scuole fino al 15 marzo 2020, ma cosa succederà qualora l’emergenza non verrà risolta? Il MIUR ci sta lavorando, ecco quali sono le parole in merito a questa situazione rilasciate dal Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.

Scuole chiuse: cosa succede adesso?

Come prima cosa il Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha risposto a tutti coloro che proponevano il “6 politico”, invocando una maggiore tolleranza dei professori verso i propri studenti in questo periodo di difficoltà.

Secondo la Azzolina si tratta di una proposta assolutamente insensata, poiché al Ministero dell’Istruzione spetta il compito di essere “il più possibile presenti nei confronti delle scuole così da intervenire sulle difficoltà”, ma allo stesso tempo si pretende il “massimo delle responsabilità”.

La soluzione, semmai, è quella della didattica a distanza: sul sito del Ministero dell’Istruzione, infatti, è già stata pubblicata una pagina (che potete consultare cliccando qui) dove è possibile trovare lezioni di formazione per i docenti, dei seminari in rete utili per capire quali alternative potrebbero essere adatte a questa occasione.

La Azzolina ci tiene a precisare che si tratta di un “inizio” e che il MIUR è pronto ad aggiungere sempre più materiali per far sì che la didattica a distanza possa essere una soluzione tampone per questo periodo di chiusura delle scuole.

In questa pagina ci sono anche soluzioni per gli studenti: ad esempio, è possibile trovare le “piattaforme” che permettono di avere classi virtuali a tutti gli effetti, con tanto di possibilità di assegnare dei compiti. E i materiali multimediali - messi a disposizione dalla RAI e dalla Treccani - fanno il resto.

Ma siamo ancora in una fase iniziale e nonostante in questi primi giorni migliaia di docenti hanno seguito i primi webinar dal sito del MIUR è ancora presto per dire che la didattica a distanza può essere la soluzione, anche perché bisogna capire quanto effettivamente siamo attrezzati e preparati per un’alternativa di questo genere.

D’altronde, ricordiamo che, in ogni caso, qualsiasi attività di questo tipo deve essere approvata dal collegio dei docenti: i singoli insegnanti, quindi, non hanno la libertà di effettuare lezioni a distanza ma dovranno rimettersi alla decisione dell’intero istituto.

Ecco perché la stessa Azzolina non esclude un “piano di emergenza”, che dovrebbe interessare anche gli Esami di Stato, qualora la “sospensione delle attività” si protrarrà ancora per molto.

Scuole chiuse e sospensione attività didattica: cosa cambia per gli insegnanti?

Altro aspetto da chiarire è la differenza che c’è tra chiusura delle scuole e sospensione delle attività didattiche, così da capire quali saranno le conseguenze della decisione del Governo.

Nel primo caso - quindi quando la scuola viene completamente chiusa - viene disposto il divieto di accesso ai locali per tutto il personale e per gli alunni. In questo caso non bisogna giustificare le assenze, e per il personale non c’è decurtazione economica né tantomeno richieste di recupero. È comunque competenza del Dirigente Scolastico, o anche del DSGA, emettere atti di competenza attraverso la firma in remoto.

In caso di sospensione delle attività didattiche, invece, scatta solamente l’interruzione delle lezioni con gli edifici scolastici che restano aperti. Pertanto il Dirigente Scolastico e il personale ATA sono comunque tenuti a garantire il servizio (in tal caso le assenze vanno giustificate).

Il personale docente non è tenuto a recarsi a scuola, ma dovrà comunque attenersi ad eventuali attività di “didattica a distanza” organizzate dalla scuola. E nel caso in cui ci siano riunioni previste nel piano annuale delle attività gli insegnanti ne dovranno prendere parte.

La decisione del Governo dovrebbe comportare la sospensione delle attività didattiche e non la chiusura serrata dei locali scolastici, con tutte le conseguenze che ne derivano.

Concludiamo, ma restando nell’ambito delle probabilità visto che non è dato sapere quanto durerà l’emergenza, che il Ministro dell’Istruzione nella giornata di ieri ha escluso la possibilità per cui l’anno scolastico venga allungato; non ci dovrebbe essere neppure l’annullamento delle vacanze di Pasqua, ma per conferme ulteriori bisognerà attendere i prossimi giorni.

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