Silvio Berlusconi ha speso parole propositive per una nuova alleanza con Lega Nord e Fratelli d’Italia: ma a Salvini questo converrebbe? Ecco quanto prenderebbe il centrodestra unito.
Matteo Salvini e Silvio Berlusconi di nuovo insieme? Se fino a qualche giorno fa le posizioni dei due leader di partito erano distanti, ora invece ci potrebbe essere un riavvicinamento.
Lo scorso fine settimana è stato molto vivace dal punto di vista politico. Se nel PD è divampata di nuovo la guerra tra Massimo D’Alema e Matteo Renzi, nel centrodestra invece Silvio Berlusconi ha teso la mano verso Matteo Salvini.
Berlusconi ha dichiarato che l’obiettivo del centrodestra è quello di vincere le elezioni, per farlo però deve essere unito. Un chiaro riferimento a Salvini e alla Meloni che da tempo hanno invece dichiarato di essere pronti anche a correre da soli.
Ma a Salvini in sostanza converrebbe tornare con Berlusconi? Molto dipenderà dalla legge elettorale con la quale si andrà a votare, soprattutto facendo i calcoli su quanto possa ottenere un centrodestra di nuovo unito.
Salvini assieme a Berlusconi, quanto prenderebbe il centrodestra unito?
La politica italiana attuale è in una situazione di stallo, dove tutti aspettano di conoscere quali saranno le regole del gioco prima di fare la propria mossa.
Fino a che non si conoscerà la legge elettorale con la quale gli italiani si recheranno alle urne, non ci sarà nessun accordo ufficiale. Anche l’eventuale data delle elezioni diventa un fattore secondario rispetto al sistema di voto.
Quello che pare sicuro però è che si andrà a votare con un sistema proporzionale, dove ci saranno anche un sostanzioso numero di candidature bloccate. Una eventualità questa che gioco forza dovrebbe spingere il centrodestra a correre unito, a meno che non si abbiano scopi differenti dalla vittoria.
Un listone unico del centrodestra secondo i sondaggi politici oggi potrebbe essere la prima forza del paese. Questo però non potrebbe essere sufficiente per governare, visto che il premio di maggioranza scatterebbe solo al ragguingimento del 40%.
Ultimi sondaggi alla mano vedono la Lega Nord al momento al 13,1%, con Forza Italia che invece si assesterebbe all’11,4%. Fratelli d’Italia invece viene dato al 4,9%. Sommando i tre partiti, si arriverebbe al 29,4%.
Nel listone però potrebbero rientrare altri soggetti politici del centrodestra. Da Direzione Italia di Raffaele Fitto fino al nuovo movimento che vede insieme Storace e Alemanno, senza dimenticare Ala di Denis Verdini e Gal di Tremonti. Una grande alleanza che potrebbe anche allargarsi alla estrema destra di Forza Nuova e CasaPound.
Un’unione che così potrebbe portare il centrodestra a superare il PD, dato al 31,6%, oltre che il Movimento 5 Stelle che dovrebbe aggirarsi attorno al 27,7%. Ma se i numeri potrebbero sorridere, è tutta da chiarire però la questione su chi sarà il leader della coalizione.
Chi il leader tra Salvini e Berlusconi?
Un centrodestra unito alle elezioni potrebbe ottenere un ottimo risultato, ma resterebbe sostanzialmente il problema della convivenza sotto lo stesso tetto di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi.
Salvini da tempo vorrebbe scaricare definitivamente Berlusconi. Il leader di Forza Italia però fa molto comodo non solo per la buona dote di voti sulla quale può ancora contare, ma anche per il potere mediatico di cui dispone.
Una rottura con Berlusconi potrebbe privare Salvini di palcoscenici televisivi pregiati, da sempre fondamentali in ogni campagna elettorale. Il leader della Lega Nord quindi dovrebbe smussare le sue posizioni anti-Europa e pro-Trump per poter stringere un accordo con Forza Italia.
Ma il nodo centrale rimarrebbe quello di chi sarebbe nel caso il leader del centrodestra. Berlusconi ha da sempre escluso le primarie, che comunque lo vedrebbero impegnato in un testa a testa con Salvini.
Occorrerà quindi una mediazione, a meno che Forza Italia non decida di correre da sola puntando tutto su un sostanziale pareggio elettorale con conseguente governo dalle larghe intese.
Il dilemma di Salvini è quindi questo: provare a vincere le elezioni con Berlusconi, anche a costo di non essere il leader, oppure rimanere all’opposizione e cercare di aumentare il proprio consenso? Quando si deciderà la legge elettorale, probabilmente ne sapremo di più.
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