Salario minimo in Italia: la proposta dei 5 Stelle per la riforma. Cosa prevede

Teresa Maddonni

12 Maggio 2021 - 15:42

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Salario minimo in Italia: i 5 Stelle hanno presentato gli emendamenti alla proposta di direttiva UE cui gli Stati membri dovranno adeguarsi. Vediamo cosa prevede la riforma M5S sulla quale è intervenuto anche Luigi Di Maio.

Salario minimo in Italia: la proposta dei 5 Stelle per la riforma. Cosa prevede

Il salario minimo in Italia non c’è ancora, ma ieri il Movimento 5 Stelle ha presentato la sua proposta di riforma.

Si tratta degli emendamenti alla proposta di direttiva europea sul salario minimo cui tutti i Paesi dell’Unione nei quali non è previsto dovrebbero adeguarsi.

La proposta di direttiva europea della Commissione UE non obbliga gli Stati membri a introdurre il salario minimo, ma fissa la soglia minima del 70% per la contrattazione collettiva, che non verrebbe intaccata nel rispetto quindi della specificità dei singoli Paesi.

A parlare di salario minimo è stato proprio ieri il ministro degli Esteri 5 Stelle Luigi di Maio durante un evento online in diretta streaming per presentare la proposta, cui hanno partecipato, tra gli altri, anche la sottosegretaria al Lavoro Rossella Accoto e la ex ministra del Lavoro la pentastellata Nunzia Catalfo.

Vediamo allora quali sono le proposte di riforma per il salario minimo in Italia con gli emendamenti alla direttiva UE presentati dal Movimento.

Salario minimo in Italia: cosa prevede la proposta di riforma

Per il salario minimo in Italia il Movimento 5 Stelle ha la sua idea di riforma messa nera su bianco con gli emendamenti presentati alla proposta di direttiva della Commissione europea.

Solo la scorsa settimana i 5 Stelle hanno convocato le parti sociali per un confronto sul salario minimo in Italia, da sempre cavallo battaglia del Movimento e anche della ex ministra Catalfo.

La proposta di riforma di quest’ultima era già sul tavolo prima che scoppiasse la pandemia all’inizio dello scorso anno e che cambiassero di fatto le priorità del governo.

Con gli emendamenti alla proposta di direttiva europea per una riforma e introduzione del salario minimo in Italia, laddove nel nostro Paese è la contrattazione collettiva a definire la retribuzione minima, il Movimento vuole:

  • che il salario minimo sia applicato a tutti i tipi di lavoratori, del settore pubblico e privato;
  • che il salario minimo sia applicato senza distinzioni, anche ai lavoratori che guadagnano sulla base dei risultati prodotti.

Il salario minimo in Italia per i 5 Stelle dovrebbe essere previsto anche per:

  • lavoratori domestici;
  • lavoratori intermittenti;
  • atipici;
  • apprendisti;
  • tirocinanti.

Se la direttiva UE parla della soglia minima per la copertura al 70% della contrattazione collettiva, i 5 Stelle chiedono che venga alzata al 90% e che dovrebbe essere portata al 100% per gli Stati che non hanno il salario minimo legale.

L’obiettivo della direttiva UE sul salario minimo europeo va proprio nella direzione di spingere quei Paesi in cui la contrattazione collettiva non arriva a coprire il 70% dei lavoratori a prevedere una normativa specifica.

Ancora un altro emendamento per il salario minimo lega questo al livello di povertà relativa. Per i 5 Stelle il salario minimo deve pertanto essere al di sopra della soglia della povertà relativa in Europa ed essere:

  • superiore al 50% del salario lordo medio;
  • superiore al 60% del salario lordo mediano.

Dal calcolo del salario minimo inoltre per i 5 Stelle dovrebbero essere escluse le spese legate al lavoro come attrezzature, straordinari, ferie e bonus per esempio.

I grillini chiedono anche che con la direttiva UE vengano poi penalizzate le aziende che non rispettano il salario minimo e quindi che le stesse possano essere escluse da bandi pubblici e fondi europei.

Con la direttiva europea si vorrebbe introdurre in Italia un salario minimo legale al di là della contrattazione collettiva. Ricordiamo che il nostro Paese non è l’unico a non prevedere un salario minimo legale; come l’Italia anche Austria, Danimarca, Svezia, Finlandia e Cipro ne sono sprovviste.

Salario minimo in Italia: le parole di Di Maio

A parlare del salario minimo in Italia proprio in concomitanza con la presentazione degli emendamenti alla proposta di direttiva europea è stato il ministro Di Maio nel corso dell’evento online del Movimento 5 Stelle Il salario minimo per lavoratori e imprese.

“Siamo uno dei pochissimi Stati a non avere un salario minimo. Nell’Unione Europea 21 su 27 paesi hanno una qualche forma di salario minimo per legge, credo che sia una misura fondamentale nel momento in cui i cittadini sono stati colpiti dalla pandemia e dalla crisi.”

Queste le parole del ministro che ha aggiunto:

“Abbiamo fatto il decreto dignità, abbiamo fatto il reddito di cittadinanza, abbiamo costruito il reddito di emergenza durante la pandemia. Chiudere con il salario minimo significa costruire un meccanismo che consente al cittadino in difficoltà di avere gli strumenti per non diventare carne da macello. E questa è la ragione per cui siamo nati come forza politica.”

Il ministro ha assicurato che il salario minimo per legge non vuole essere una minaccia alle imprese e ai sindacati, anzi permetterebbe alle prime “di non subire la concorrenza sleale delle delocalizzazioni all’interno dell’Unione europea e allo stesso tempo permette ai lavoratori e ai consumatori di avere più potere di acquisto.”

E ha concluso il ministro:

“È uno scatto di civiltà a livello europeo. Con il salario minimo non si vuole mettere in pericolo la contrattazione collettiva che resterà in capo alle parti sociali.”

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