Salario minimo in Italia? Ecco perché rischia di saltare

Teresa Maddonni

7 Ottobre 2021 - 11:54

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Il salario minimo in Italia potrebbe saltare per il momento. Dalla direttiva UE, al PNRR alle parole del ministro Orlando: ecco perché la legge è sempre più in forse.

Salario minimo in Italia? Ecco perché rischia di saltare

Il salario minimo in Italia potrebbe non arrivare, o almeno non nel breve periodo. Ma perché rischia di saltare la misura da sempre cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle?

Si parla di salario minimo legale da tempo, con la ex ministra del Lavoro pentastellata Nunzia Catalfo che aveva addirittura presentato una proposta di legge per fissarlo a 9 euro l’ora.

Poi è arrivata la Direttiva europea che dà indicazioni per l’introduzione nei Paesi membri del salario minimo.

La proposta di Direttiva europea della Commissione UE non obbliga gli Stati membri a introdurre il salario minimo, ma fissa la soglia minima del 70% per la contrattazione collettiva, che non verrebbe intaccata nel rispetto quindi della specificità dei singoli Paesi; è proprio questo aspetto uno degli elementi che potrebbe far saltare, almeno per il momento, l’introduzione della misura in Italia come vedremo nel dettaglio.

Inoltre il salario minimo, dapprima presente nella bozza del PNRR, è poi sparito il che indica la poca intenzione del governo a inserirlo tra le sue priorità cui si aggiungono anche le recenti affermazioni del ministro del Lavoro Andrea Orlando.

Salario minimo in Italia: ecco perché potrebbe saltare

Il salario minimo in Italia potrebbe saltare o comunque slittare a data da destinarsi. Non sarebbe nelle priorità del governo e la sua mancata presenza nel PNRR lo dimostrerebbe.

Non solo, la Direttiva europea, nonostante gli emendamenti presentati dai 5 Stelle, non sarebbe rivolta nello specifico all’Italia.

La stessa Direttiva infatti fa riferimento, come evidenziato in precedenza, agli stati coperti dalla contrattazione collettiva sindacale inferiore al 70 per cento, mentre in Italia oscilla tra l’80 e il 90 per cento.

In Italia infatti i minimi retributivi sono già affidati al CCNL, mentre il salario minimo legale è presente in 21 Stati Membri. A non avere una legge sul salario minimo orario oltre all’Italia ci sono: Austria, Danimarca, Svezia, Finlandia e Cipro.

Come riporta Il Sole 24 Ore, l’economista Ocse, Andrea Garnero ha sottolineato le resistenze europee alla Direttiva sul salario minimo:

“La Direttiva UE passerà escludendo l’Italia e i Paesi Nord europei che continuano a opporsi all’introduzione del salario minimo legale, avendo una forte presenza dei sindacati e della contrattazione. Si discute anche se limitarsi a una raccomandazione. La proposta europea, comunque, non ha come riferimento l’Italia, dove almeno in teoria tutti i lavoratori dipendenti sono coperti da un contratto collettivo”

Salario minimo: le parole del ministro Orlando

E a far pensare come effettivamente il salario minimo sia destinato a saltare sono le parole dello stesso ministro del Lavoro Orlando.

“L’introduzione del salario minimo indebolisce i lavoratori, non li rafforza, credo che vada legata a una legge sulla rappresentanza, inquadrandola nel perimetro della Direttiva europea, perché non indebolisca la forza di contrattazione del sindacato”

Al centro quindi la rappresentanza, una legge specifica, che vada a favorire, non indebolire, la contrattazione collettiva, e quindi la centralità dei sindacati, già presente.

A oggi, come abbiamo anticipato, qualsiasi tentativo di introduzione del salario minimo è rimasto disatteso. Si è arenata la proposta di Catalfo sul salario minimo, come anche quella di Tommaso Nannicini del PD. Il futuro del salario minimo in Italia appare così sempre più incerto.

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