Roma, il Campidoglio dà l’ok a un nuovo campo Rom per 400 persone

Alessandro Cipolla

13/03/2017

Approvata una determinazione dirigenziale con la quale il Campidoglio da il via libera ad un nuovo campo rom che a breve dovrebbe andare a sostituire il famigerato Camping River.

Roma, il Campidoglio dà l’ok a un nuovo campo Rom per 400 persone

Un nuovo campo rom sorgerà nella zona Nord di Roma. Questa è la decisione presa dal dipartimento per le Politiche Sociali in vista del prossimo sgombero del famigerato Camping River, previsto per giugno.

Questo è quanto si evince da una determinazione dirigenziale che è stata recentemente approvata dal Campidoglio. L’area dove sorgerà il nuoco campo deve essere ancora individuata, ma sicuramente dovrebbe sorgere all’interno nel XV Municipio.

Il nuovo campo rom andrà ad ospitare 120 nuclei familiari, andando così ad accogliere probabilmente le 420 persone ora presenti al Camping River, i cui servizi di gestione scadranno il prossimo 30 giugno e che quindi verrà chiuso.

La giunta presieduta da Virginia Raggi si trova ora di fronte alla spinosa faccenda dei campi, con l’assessore Laura Baldassarre che cerca di accelerare sul cronoprogramma del piano di Roma Capitale per l’inclusione delle popolazioni rom, sinti e caminanti.

Un nuovo campo rom a Roma Nord

Il prossimo 30 giugno scadranno i servizi di gestioni per quanto riguarda il famigerato Camping River, sito lungo la via Tiberina nella zona Nord di Roma e dove attualmente vivono circa 420 persone. Inoltre verranno chiusi anche i campi della Barbuta e della Monachina.

Al loro posto però una determinazione dirigenziale del 7 marzo scorso del dipartimento Politiche Sociali, prevede la creazione di un nuovo campo rom per ospitare 120 nuclei familiari, che andrà a sorgere nella zona Nord di Roma nel XV Municipio, quello della zona Cassia-Flaminia.

Una decisione questa criticata da alcune associazioni, ma che è inevitabile visto i ritardi nella definizione e attuazione del cronoprogramma, anche se bisogna dare atto all’assessore Laura Baldassarre di aver accelerato i tempi dopo i ritardi delle precedenti amministrazioni.

In attesa quindi della totale chiusura dei campi rom in tutta la città, ne sorgerà in maniera temporanea uno nuovo a Roma Nord. La sfida però sarà quella di riuscire a rispettare i tempi del 2020 per l’attuazione completa del piano per l’inclusione.

La scadenza del 2020 per i campi rom

Le acque a Roma da qualche settimana sembrerebbero essersi calmate. Con l’approvazione del bilancio da parte del Campidoglio nei tempi stabiliti e la risoluzione del problema legato alla vicenda del nuovo stadio della Roma, i 5 Stelle romani sono tornati a respirare dopo le bufere dei mesi scorsi.

I sondaggi dannoVirginia Raggi in calo di popolarità tra i cittadini, ma la sua giunta pare essersi messa finalmente in moto ed ora si appresta ad affrontare la scottante e spinosa vicenda dei tanti campi rom presenti praticamente in ogni zona della sconfinata periferia romana.

Bruxelles nel 2013 aveva intimato all’Italia di chiudere i campi rom entro il 2020. Attualmente nella capitale ci sono aperti 7 Villaggi di Solidarietà e 11 altri campi tollerati. La spesa annua da parte del Comune è di circa 23 milioni per mantenerli, cifra diminuita comunque dopo gli sprechi degli ultimi anni sfociati anche in inchieste giudiziarie.

Il piano di inclusione prevede che si operi sul fronte dell’integrazione abitativa, lavorativa e scolastica. In parole povere, entro il 2020 devono essere chiusi i campi e le persone che ora ci vivono devono trasferirsi non in blocchi numerosi in case normali, con i maggiorenni che devono essere avviati al lavoro e i minorenni che devono andare a scuola.

L’assessore Baldassarre ha rafforzato i presidi della Polizia Locale nei campi, con il censimento dei rom che ha preso una forte accelerata. In totale al momento ci sono a Roma ufficialmente 5.500 persone di etnia rom, ma si stima che il numero totale a Roma sia di circa 15.000 persone.

In attesa di conoscere quale sarà l’area scelta per il nuovo insediamento, la chiusura dei tre campi e il censimento che procede di buona lena sono sicuramente un segnali positivi, anche se il traguardo da raggiungere entro il 2020 al momento sembrerebbe essere lontano.

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