Fontana di Trevi a pagamento. Da quando e costo del biglietto

Ilena D’Errico

17/12/2025

Arriva il biglietto per visitare la Fontana di Trevi? Ecco cosa sappiamo: costi, motivazioni e da quando.

Fontana di Trevi a pagamento. Da quando e costo del biglietto

Quante volte ci lamentiamo di non valorizzare al meglio il patrimonio delle nostre città? O di non riuscire a tutelarlo schiacciati dalle logiche del turismo? Roma ha trovato una soluzione, forse controversa, ma a tutti gli effetti efficiente. La soluzione? La Fontana di Trevi a pagamento, così che per vederla sarà necessario pagare un biglietto, come d’altronde si farebbe se l’attrazione fosse al chiuso. Quella del ticket per vedere uno dei monumenti più celebri della Capitale non è una fake news, come molti hanno pensato in questi giorni, ma attenzione: la novità non è ancora certa.

La misura, fortemente voluta dall’assessore al Turismo, Grandi Eventi e Sport, Alessandro Onorato, sarebbe in fase di valutazione, appoggiata anche dall’amministrazione capitolina. Dopo la sperimentazione degli ingressi contingentati, il biglietto per vedere la Fontana di Trevi sembra un’escalation logica da considerare. In fondo, con le visite a tempo e il personale di sicurezza, la qualità delle visite è aumentata, l’ambiente urbano ne ha giovato e lo splendido monumento è stato tutelato più facilmente.

D’altra parte, la possibile rivoluzione del Comune di Roma sta facendo sollevare qualche protesta. Gli operatori turistici e le associazioni, che vorrebbero a prescindere essere più coinvolti nel processo decisionale, temono che questo cambiamento abbia un’influenza negativa sul turismo romano, scatenando un effetto domino. Di fatto, la Fontana di Trevi è all’aperto e concepita per essere visibile da tutti quindi l’idea di imporre un pagamento per vederla è comprensibilmente divisiva. Sembra comunque che il Campidoglio, come anticipato in esclusiva dal Corriere, stia andando in questa direzione.

Fontana di Trevi a pagamento: quanto, quando e come

Per essere una proposta ancora in dubbio il Comune di Roma sembra aver pensato proprio a tutto, cominciando dai prezzi del biglietto. Quest’ultimo costerebbe 2 euro, una cifra apparentemente simbolica, se non fosse che la Fontana di Trevi raccoglie milioni di visitatori ogni anno. Basti pensare che soltanto nel primo semestre dell’anno i visitatori sono stati più di 5,3 milioni, un numero che fa impallidire anche la maestosità del Pantheon (4.086.947 ingressi nell’intero 2024, però è a pagamento).

Stando su questi dati è perfettamente realistico che l’Amministrazione Capitolina stimi di incassare circa 20 milioni di euro l’anno. E a chi solleva preoccupazioni circa la speculazione dello spazio pubblico risponde involontariamente, quando prevede di usare le entrate per migliorare l’offerta e i servizi turistici. Certo, ci sono dei tecnicismi da aggiustare, ma potrebbe funzionare.

Ciliegina sulla torta, i residenti continueranno a poter godere in modo libero e gratuito del monumento. A tal fine, l’accesso per visitare la Fontana di Trevi sarebbe diviso in due corsie, una gratis per i romani, che già contribuiscono ai servizi con le tasse, e un’altra per i turisti. Questi ultimi potranno acquistare il ticket da 2 euro direttamente ai tornelli, anche con carta di credito e bancomat.

Qualcuno vede questa iniziativa come l’ennesima mossa capitolina per “far cassa”, ma è doveroso considerare le motivazioni e soprattutto le criticità tanto lamentate dai residenti stessi. L’overtourism romano è motivo di vanto per il Belpaese, ma anche una disgrazia per gli abitanti e gli enti locali stessi. Un semplice biglietto, unito alle visite controllate, potrebbe aiutare a contenere le visite in modo da non pregiudicare la salvaguardia della Fontana di Trevi né il decoro urbano. Meno folle, visite di qualità migliore e un ambiente più sereno per i residenti sembrano un tornaconto equo, ma bisogna vedere che succederà.

Nessun problema, comunque, per le vacanze natalizie, non essendo attesa alcuna novità fino almeno all’Epifania 2026. È anche vero che altri famosi monumenti sparsi nel mondo continuano a essere gratuiti, ma la loro collocazione nel territorio e la gestione dei flussi turistici offrono garanzie che non si riescono a replicare in Piazza Trevi. Nel complesso, vale la pena offrire a questa decisione il beneficio del dubbio.

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