Riunione BCE di giugno, previsioni: ecco cosa aspettarsi da Mario Draghi

Flavia Provenzani

01/06/2016

01/06/2016 - 10:42

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Le sfide di Mario Draghi alla riunione della BCE del 2 giugno. Cosa aspettarsi dall’incontro di politica monetaria della Banca Centrale Europea?

Riunione BCE di giugno, previsioni: ecco cosa aspettarsi da Mario Draghi

Le previsioni sono concordi: dalla riunione della BCE di giugno non è previsto alcun aumento dello stimolo di politica monetaria e nessun sorpresa dal presidente Mario Draghi durante la conferenza stampa.
L’attenzione della stampa sarà tutta su un possibile ingresso dei titoli greci nel programma di acquisti della BCE dopo l’accordo tra la Grecia e i suoi creditori.

Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea, con tutta probabilità coglierà l’occasione per ricordare ancora una volta ai governi che la politica monetaria da sola non può risolvere tutte le problematiche della zona euro.

La riunione della BCE di giugno si terrà giovedì 2 eccezionalmente a Vienna: alle 13:45 verrà resa nota la decisione sui tassi di interesse sul Calendario Economico, mentre alle 14:30 avrà inizio la consueta conferenza stampa di Draghi.

Riunione BCE di giugno: cosa aspettarsi?

L’aumento del prezzo del petrolio potrebbe spingere la BCE ad aggiornare al rialzo le stime sull’inflazione durante la riunione del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea del prossimo giovedì 2 giugno. Ma non solo: Mario Draghi sarà di nuovo impegnato a tenere la porta aperta ad un nuovo stimolo alla politica monetaria, se necessario.

"Dato il recente aumento del prezzo del petrolio, il punto chiave è fino a che punto la BCE alzerà le sue stime sull’inflazione per il 2016-2018 e quanto questo possa influire sul QE (quantitative easing) dopo marzo 2017",

scrivono gli economisti di UBS.

Il presidente della BCE Mario Draghi dovrà mantenere una linea attenta e cauta dopo la pubblicazione di alcuni dati ottimistici sull’eurozona nel mese di maggio.

La prima stima ufficiale ha mostrato la crescita economica della zona euro in crescita ad un tasso destagionalizzato dello 0.5 per cento nel primo trimestre dell’anno rispetto al trimestre precedente - un’accelerazione rispetto all’anno precedente e alla crescita media dello 0,3 per cento sia nel terzo che nel quarto trimestre.

In più, il rialzo del prezzo del petrolio negli ultimi due mesi ha visto sia il Brent che il WTI superare quota 50 dollari al barile.
Tuttavia, l’inflazione rimane molto bassa e la zona euro è tornata in deflazione nel mese di aprile, con prezzi in calo rispetto all’anno dello 0,2 per cento.

"Pensiamo che la sfida chiave per Draghi sarà quella di non apparire troppo aggressivo in scia dell’aumento del prezzi del petrolio e della crescita segnalata dal PIL della zona euro (primo trimestre)",

scrive UBS.

Jack Allen, un economista presso Capital Economics, concorda:

"La BCE manterrà un tono dovish durante la riunione di giovedì, tenendo la porta aperta ad ulteriori politiche di stimolo nel corso dell’anno".

Mercoledì scorso, Fitch Ratings ha aumentato le previsioni di crescita per la zona euro dello 0,1 per cento all’1,6 per cento. L’agenzia spiega che la spesa delle famiglie è stata sostenuta nei 19 Paesi dell’unione monetaria grazie al miglioramento del mercato del lavoro, dall’aumento del credito dalle banche e dalla bassa inflazione.

La BCE ha mantenuto la politica monetaria invariata il mese scorso, con il tasso di rifinanziamento principale allo 0,0 per cento, il tasso di deposito a -0.4 per cento ed gli acquisti di asset previsti dal QE a 80 miliardi di euro.

La decisione ha fatto seguito all’annuncio a sorpresa delle nuove misure di stimolo presentate a marzo, tra cui un aumento della portata del QE e l’estensione del piano di acquisti ai corporate bond dal mese di giugno.

Riunione BCE: Draghi verso l’acquisto di corporate bond

Dal prossimo mese, UBS stima che circa 1.289 obbligazioni corporate con un valore eccezionale di 756 miliardi di euro potranno beneficiare degli acquisti della BCE. In un report di venerdì scorso, la banca ha indicato che il valore dei corporate bond acquistati dalla BCE nel mese sarà di circa 12 miliardi di euro (ovvero il 15 per cento degli acquisti mensili totali della BCE), con un rapporto di circa 30:70 tra il mercato primario e secondario.

Leggi anche: BCE acquista corporate bond da giugno: tutti i dettagli dell’operazione

UBS ritiene che l’impatto sui prezzi delle obbligazioni societarie sarà «trascurabile».

Gli acquisti saranno effettuati per conto della BCE da parte delle banche nazionali di Belgio, Germania, Spagna, Francia, Italia e Finlandia sia sul mercato primario e che in quello secondario. Per essere ammessi dal piano di acquisto, gli strumenti devono essere denominati in euro e avere un rating di almeno «BBB-» o equivalente; devono anche avere una scadenza residua compresa tra 6 mesi e 30 anni al momento dell’acquisto.

UBS ritiene che alla conferenza stampa della BCE di giovedì Draghi potrebbe evitare di indicare se il QE potrà essere esteso oltre marzo 2017 - la nuova scadenza del pianto di Quantitative Easing data dalla BCE.

"Da come stanno le cose oggi, ci sembra improbabile che il QE venga stoppato all’improvviso nel mese di aprile 2017"

concludono gli economisti della banca.

BCE: asset della Grecia ammessi al QE?

La Grecia sarà ancora una volta un argomento caldo che Mario Draghi non mancherà di discutere durante la conferenza stampa a seguito della riunione di politica monetaria del Consiglio direttivo domani, giovedì 2 giugno.

La BCE potrebbe ripristinare gli acquisti dei titoli greci a condizione che l’intera revisione sia compiuta in modo definitivo.

Oppure, Draghi potrebbe preferire segnalare che l’ingresso dei titoli Grecia nel piano di acquisto previsto dal QE è solo una questione di giorni e che non vi è alcuna necessità di una riunione del Consiglio direttivo per il reintegro dei titoli.

Qualunque riferimento sul ritorno degli asset greci all’interno del Quantitative Easing sarà strettamente monitorato dal mercato.

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