Rischio: ON o OFF? Alcune previsioni per la fine del 2012

Federica Agostini

6 Novembre 2012 - 13:28

Rischio: ON o OFF? Alcune previsioni per la fine del 2012

E’ da tempo, ormai, che si discute di come i mercati passino in fretta dalla modalità di risk on (propensione al rischio) a quella di risk off (avversione), ma da qui alla fine dell’anno quali saranno i fattori a determinare la propensione o l’avversione al rischio sui mercati? Ecco una breve panoramica e alcune previsioni per la fine del 2012.

Elezioni USA e Governo in Cina: pronti al risk on?

Si potrebbe pensare che una volta conclusi gli eventi chiave della politica questa settimana (ovvero elezioni USA e cambio di Governo in Cina), la fase di incertezza possa dirsi conclusa e che gli investitori possano tornare alla modalità di "risk on" che ha dominato gli ultimi mesi, ma secondo alcuni strategist non sarà proprio così.

Questo martedì gli elettori statunitensi saranno chiamati al voto, mentre il Partito Comunista Cinese rivelerà la prossima settimana la formazione che sarà a capo del governo per i prossimi dieci anni. Teniamo conto anche del fatto che questa settimana sono previsti importanti incontri per le banche centrali (ad esempio il meeting BCE di questo giovedì).

Fiscal Cliff, è risk off?

Secondo alcuni analisti, infatti, la fase di tagli alle spese e aumento delle tasse negli Stati Uniti (che chiamiamo ormai "fiscal cliff") e le preoccupazioni riguardo alla situazione del debito nell’Eurozona potrebbero rigettare i mercati nella modalità di avversione al rischio.

Secondo questa posizione, dunque, sarà difficile un ritorno alla modalità di propensione al rischio, anche una volta concluse le elezioni negli Stati Uniti perché allora ci sarà da affrontare il fiscal cliff e tutti gli altri "precipizi fiscali" che abbiamo ancora in Europa. Probabilmente gli investitori decideranno di mantenersi cauti anche nel prossimo, immediato futuro.

Propensione al rischio: fattori determinanti

Ci sono, però, alcuni fattori che nei mesi passati hanno determinato il sentiment degli investitori e la propensione al rischio:

- Politiche monetarie e stimoli aggressivi da parte delle banche centrali (specie della Federal Reserve).
Dati economici migliori delle attese sia dalla Cina, sia dagli Stati Uniti.
- Gli sforzi dei leader politici dell’Eurozona di trovare accordi e soluzioni per riemergere dalla crisi.

Risk on o risk off? Quale dei due per la fine del 2012?

Il risultato delle elezioni USA e il cambio di governo in Cina hanno pesato per mesi sui mercati e, ora, sappiamo che daranno una spinta solo temporanea ai mercati.
Secondo gli analisti dello Squawk Box della CNBC, "la vittoria del Presiente Obama darà vita alla modalità "risk on" per un paio di giorni, forse una settimana, ma non di più".

Se il risultato delle elezioni non fosse immediatamente chiaro (com’è accaduto nel 200 tra Gore e Bush) i mercati potrebbero trovarsi spiazzati, mentre se il risultato delle elezioni fosse immediatamente palesato i mercati potrebbero ricevere una spinta, almeno temporale, facendo riaffermare la volatilità almeno fino alla fine dell’anno.

Risk on, ma solo per poco

Non oltre, spiegano gli analisti, perché il fenomeno del fiscal cliff, che potenzialmente spingerebbe gli Stati Uniti in piena recessione, è stato sottovalutato sino ad oggi nelle analisi del rischio. Fiscal cliff significa sostanzialmente 600 miliardi di dollari che a partire dall’immediato 2013 provocherebbe, tra aumenti delle tasse e tagli alle spese, una recessione economica con pochi precedenti negli Stati Uniti, ammesso che il Congresso non riesca a fare qualcosa per mitigarne gli effetti.

Eurozona: si torna a parlare di default

Secondo gli analisti c’è al momento un revival dei timori riguardo al futuro dell’Eurozona e alla possibilità di default dei paesi più problematici (giungendo poi alle rinnovate teorie sulla possibilità di rottura della moneta unica). La crisi del debito non accenna a placarsi e questo, certamente, influenzerà l’andamento dei mercati fino alla fine dell’anno.

La Spagna, la quarta economia dell’Eurozona, è quella che più di tutti soffre il carico dei tassi sui titoli di Stato, impossibilitata nel raggiungere i target sui bilanci e affetta dalla disoccupazione da record è (da tempo) la candidata a ricevere gli aiuti internazionali nella forma del programma OMT della Banca Centrale Europea.

La Grecia, (per la quale si torna a parlare di Grexit), è l’altro tallone d’Achille delle questioni dell’Eurozona: oggi è indetto uno sciopero generale di 48 ore in protesta contro il pacchetto di austerity che dovrà essere approvato a parlamento e necessario per ricevere un’altra tranche di aiuti per 31 miliardi di Euro.

Previsioni per la fine del 2012

Incertezza, per favore vai via

Anche dopo la conclusione delle elezioni USA, a ridosso della fine dell’anno, potremmo trovarci davanti ad un mercato senza direzione. Fintanto che la crisi dell’Euro rimarrà così presente sulla scena economica mondiale, e la questione del fiscal cliff non assuma contorni maggiormente definiti, l’elemento di incertezza non cesserà di influenzare l’andamento dei mercati.

Collegamenti: Dov’è la volatilità? L’ultimo anno sui mercati valutari

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it