Il Financial Times racconta il Forex e la difficoltà dell’ultimo anno degli investitori sui mercati valutari. Dov’è finita la volatilità? Si scambiano meno volumi e i fondamentali sembrano aver smesso di funzionare. Ma in questo clima da "autunno del Forex", c’è chi ha già trovato un nuovo modo positivo di guardare ai mercati valutari.
Ansia da crisi: l’ultimo anno del mercato Forex
Tanto investitori quanto i retail trader aspettano che la crisi dell’eurozona smetta di dominare il mercato valutario per qualche mese, offrendo un po’ di respiro a tutti quanti quegli investitori ormai affetti dall’effetto avversione/propensione al rischio, elemento che ha reso sempre più difficili li analisi dei mercati basate sui fondamentali economici.
"E’ stato un anno piuttosto difficile per il Forex, soprattutto per la quantità di variabili in gioco" ha spiegato Peter Taylor, amministratore delegato Forex alla Barclays: "il mercato si è mosso diversamente rispetto ai normali market mover del forex andando a finire nel regno della politica. L’incertezza attorno ad un investimento aumenta quando è possibile che una singola dichiarazione di un ministro dall’Eurozona faccia capovolgere improvvisamente il mercato".
Un recente studio ha dimostrato che le perdite di quest’anno sono aumentate del 6% rispetto all’anno precedente e che una buona parte di questo aumento è dovuto al fallimento delle posizioni di chi comprava l’idea che l’Eurozona fosse ormai prossima al fallimento, mentre invece la moneta unica si è rivelata poi di nuovo forte.
A questo punto l’Euro spaventa gli investitori.
Estate: aspettando le banche centrali
Durante l’estate, gli scambi sul mercato forex sono stati tutti quanti più o meno dominati dalle aspettative attorno alle decisioni della Banca Centrale Europea e della Federal Reserve. Il mese di agosto è stato decisamente calmo, i mercati valutari stavano aspettando le linee della Banca Centrale Europea nel disegno di un programma di acquisto titoli di Stato a partire da settembre e la Federal Reserve stava valutando l’economia statunitense per decidere quando lanciare il terzo round di quantitative easing.
Il bazooka della Fed
La mossa della Federal Reserve, un nuovo allentamento monetario a settembre, tuttavia, non ha fatto maggiore chiarezza sul mercato Forex. Molti credevano che il dollaro si sarebbe indebolito e la propensione al rischio sarebbe aumentata. Ma ciò non si è materializzato a causa di un contesto di modesto tasso di crescita economica su scala globale. A questo punto, coppie come l’Euro/Dollaro si sono trovate di nuovo in trappola in un range fortemente frustrante per gli investitori.
La "toppa" di Draghi
Molti ritengono che la BCE abbia eliminato l’oscura possibilità che qualcuno dei paesi membri dell’Eurozona avesse potuto lasciare la moneta unica, promettendo di fare "qualsiasi cosa" (la citazione di Draghi "whatever it takes") per preservare la vita dell’Euro. Il programma di acquisto titoli di Stato è arrivato. Il presidente della BCE ha detto la sua e, come sempre, ha ridato fiducia agli investitori ripetendo e sottolineando che l’euro è irreversibile (tanto che molti trader chiamano l’evento la "toppa di Draghi").
Dov’è la volatilità?
Dato il nuovo assetto del mercato forex, le banche d’investimento devono mantenersi competitive visto che molte banche hanno registrato un calo nei volumi di scambi.
La volatilità sulle major è scesa a causa degli interventi delle banche centrali, proprio per questo le coppie sono state scambiate quasi in una lotta l’una contro l’atra, offrendo pochissime opportunità per quello che gli investitori definiscono trading sul momentum.
John Normand, capo del FX strategy di JPMorgan ha spiegato al Financial Times: "Durante gli ultimi due anni siamo andati a caccia dei picchi di volatilità. Adesso però la volatilità è diminuita e i range di prezzi sono così estesi da diventare difficili per molti investitori che devono, per questo, mantenere orizzonti sempre più brevi".
Guardare oltre...
Il problema del trading basato esclusivamente sullo shift tra risk-on e risk-off (ro-ro) è che allontana completamente dai fondamentali del forex market - tassi di interesse, di crescita etc..-.
Molti investitori sostengono che l’effetto ro-ro stia cominciando a svanire lentamente, ad esempio è aumentato lo scambio di valute esotiche, preferite alle major. I cross delle valute dei paesi emergenti rispondono meglio ai market mover fondamentali, come le prospettive di crescita e i tassi di interesse. Le major, invece, sono state ferme, con movimenti imprevedibili.
Alla fine il Fiscal Cliff
Infine, c’è il fiscal cliff che si prospetta per gli Stati Uniti a partire dal prossimo anno. Tagli alle spese e aumenti delle tasse: il prossimo nuovo grande rischio. Se almeno questo si risolvesse in maniera soddisfacente, allora sarebbe possibile un ritorno ai fondamentali del forex sulle major.
© RIPRODUZIONE RISERVATA