Riforma pensioni 2017, novità per lavori usuranti e Ape social: franchigia di 12 mesi in arrivo

Francesco Scarpari

7 Aprile 2017 - 10:02

Riforma pensioni 2017, per lavori usuranti e Ape social sono molte le novità diffuse nella giornata di ieri a cominciare dall’istituzione di una franchigia per gli addetti ad attività gravose. Ecco tutte le ultime notizie.

Riforma pensioni 2017, novità per lavori usuranti e Ape social: franchigia di 12 mesi in arrivo

Riforma pensioni 2017, sono arrivate novità di rilevo per lavori usuranti e Ape social dall’ultimo incontro tra Governo e sindacati di ieri. Una delle maggiori notizie riguarda proprio la franchigia richiesta con forza dalle sigle sindacali e parzialmente concessa dall’esecutivo. Le ultime novità in tema di riforma pensioni infatti indicano il varo per le prossime settimane di un decreto legge che intervenga sui requisiti d’accesso all’Ape social per i lavori usuranti.

In materia di riforma pensioni novità poco confortati sono arrivate per chi è disoccupato a seguito della scadenza di un contratto a tempo determinato. Le ultime notizie infatti negano loro l’accesso all’Ape social. Nei decreti attuativi inoltre si attendono l’istituzione di modalità di monitoraggio delle misure di anticipo pensionistico che potrebbero avere come effetto un differimento dell’erogazione dell’Ape.

Cerchiamo di chiarire meglio le novità della riforma pensioni emerse dall’ultimo incontro tra Governo e sindacati di ieri in tema di Ape social e lavori usuranti.

Riforma pensioni 2017, novità per lavori usuranti e Ape social: franchigia di 12 mesi in arrivo

Novità di rilievo sono state diffuse proprio nella serata di ieri al margine dell’incontro Governo-sindacati per lavori usuranti e Ape social. Per i primi i sindacati hanno confermato l’intensione dell’esecutivo di porre in essere la tanto attesa franchigia sui 6 anni di impiego continuativo inizialmente previsti dalla riforma pensioni.

Nello specifico, il nodo per i lavori usuranti dal quale si attendevano novità dall’incontro, era quello contenuto nel comma 179 della legge di bilancio 2017 che ha determinato i requisti di accesso per Ape social. Nel testo della riforma pensioni infatti si leggeva che per chi svolge lavori usuranti o gravosi era condizione indispensabile per l’accesso alla pensione anticipata lo svolgere “da almeno sei anni in via continuativa attività lavorative per le quali è richiesto un impegno tale da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso il loro svolgimento in modo continuativo”.

Proprio il requisito sulla continuità rischiava di escludere molti lavoratori dai benefici che possono derivare dall’Ape social. Dalle novità diffuse dalle dichiarazioni di ieri a seguito dell’incontro Governo-sindacati sembra che il comma in questione sarà modificato da un decreto legge che arriverà a cambiare proprio i requisiti richiesti per i lavori usuranti.

I 6 anni di attività infatti potranno essere conseguiti in 7 annualità: ciò significa che viene meno la continuità dal momento che saranno concessi fino a 12 mesi di stop totali. Detto altrimenti, viene inserita una franchigia di 12 mesi all’intero dei 6 anni minimi di lavori usuranti. Una vittoria parziale questa, commentano dai sindacati che in realtà avrebbero voluto fissare a 24 i mesi di interruzione per l’Ape social.

Questo è quanto si lascia intuire dalle ultime novità in materia di riforma pensioni. Come sempre però sarà bene aspettare il promesso decreto legge, che si va a sommare agli attesi decreti attuativi da realizzarsi con Decreti del Presidente del Consiglio.

Riforma pensioni 2017: Ape social, se mancano i fondi indennità rinviata

Nelle dichiarazioni a seguito dell’incontro Governo-sindacati sono state aggiunte dal Ministro del Lavoro ulteriori novità per la riforma pensioni, soprattutto per Ape social. Poletti ha infatti sottolineato la necessità di un attento monitoraggio delle domande e del decorso della misura sperimentale per evitare uno sforamento del tetto di fondi stanziati dall’esecutivo per l’Ape social.

Per il 2017 la somma messa in campo dalla riforma pensioni è pari a 300 milioni per la sola Ape social ma se la quantità di adesioni sarà troppo cospicua si rischia di superare quella cifra. Se si dovesse verificare una tale evenienza la procedura resa nota fino ad ora prevede la novità di differire la data di erogazione dell’Ape social in modo tale che non si verifichino danni per la finanza pubblica.

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