Riforma delle pensioni 2015: Poletti riapre alla possibilità di un intervento legislativo

Simone Casavecchia

10/04/2015

Dopo lo stop arrivato dal MEF, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti riapre lo scottante capitolo della riforma delle pensioni, prevedendo un intervento legislativo nella prossima legge di stabilità.

Riforma delle pensioni 2015: Poletti riapre alla possibilità di un intervento legislativo

Dopo che il Ministero dell’Economia sembrava aver messo la parola fine sul delicato capitolo della riforma delle pensioni, escludendo la possibilità di un’intervento legislativo che andasse ad aggiornare la Legge Fornero, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, intervenuto in Senato per il question time, ha riaperto ieri l’intricata questione, affermando che l’Esecutivo potrebbe, effettivamente intervenire per riformare il comparto della Previdenza alla fine dell’anno:

"Il Governo è intenzionato a rimettere mano alla riforma Fornero (...) ma l’intervento potrà avvenire solo all’interno della legge di Stabilità perché è lì che bisogna quantificare e qualificare le risorse per le scelte da fare"

Riguardo alla riforma delle pensioni Poletti indica, comunque, come già aveva fatto, seppur velatamente il MEF, il nodo delle coperture come quello più difficile da sciogliere: se di riforma delle pensioni si potrà parlare, questo dipenderà solamente dalle risorse disponibili e, quindi, sarà solo all’interno della prossima Legge di Stabilità che si potrà inserire una riforma che vada a sostituire la legge Fornero attualmente vigente.

Flessibilità in uscita
Nell’intervento di Poletti sono emersi però anche alcuni punti che, ormai, possono essere considerati pressoché certi in un eventuale intervento di riforma del comparto pensionistico. Il primo di essi è la cosiddetta flessibilità in uscita, il Ministro del Lavoro ha spiegato, infatti, che

"Il Governo è intenzionato a (...) attivare una maggiore flessibilità in uscita che sia graduale e sostenibile economicamente"

Penalizzazioni per pensioni anticipate
Il ministro Poletti ha anche difeso il sistema delle penalizzazioni previste in casi di pensionamento anticipato, richiamando ancora una volta la necessità di garantire le adeguate coperture economiche a un intervento che facilita l’uscita dei lavoratori dal mondo del lavoro. Anche se le penalizzazioni determinano un differente trattamento previdenziale

"la norma è stata approvata nel percorso parlamentare e ha una sua logica con cui cercare di allargare il più possibile il numero di persone che possono scegliere di andare in pensione rendendo così più agevole l’uscita"

Proprio per questo sono stati esclusi eventuali interventi di riforma del sistema delle penalizzazioni previste in caso di pensionamento anticipato; nonostante questo Poletti ha rilevato che sono molti i nodi su cui un intervento di riforma è, ormai, improcrastinabile, i più importanti tra di essi sono certamente la condizione in cui versano i lavoratori ancora esodati e la mancanza di ammortizzatori sociali specifici per i lavoratori che, prossimi al pensionamento, perdono il loro lavoro e rischiano di rimanere, quindi, non solo senza lavoro ma anche senza pensione.

Le proposte e le previsioni dell’INPS
Un lavoro importante, in vista di un’eventuale riforma delle pensioni viene attualmente svolto dall’INPS che non ha solo elaborato proposte concrete di riforma ma, anche in vista dell’avvio dell’operazione "Busta Arancione", sta svolgendo un importante

"lavoro di analisi, valutazione e predisposizione di simulazioni con cui verificare quali siano le azioni più efficaci ed economicamente sostenibili, dati i vincoli che abbiamo"

Certo è che gli occhi dell’INPS sono al momento puntati sulla possibilità di ridurre i trattamenti pensionistici più elevati, mentre riguardo ai temi della flessibilità in uscita e delle conseguenti penalizzazioni, viene strettamente collegato il capitolo della staffetta generazionale.

Mercato del Lavoro e riforma dei Contratti
A proposito del nuovo contratto a tutele crescenti il ministro Poletti ha dichiarato la propria soddisfazione non solo per l’elevato numero di nuove assunzioni avvenute nel primo trimestre 2015 ma anche la trasformazione di molti contratti a termine in contratti a tempo indeterminato. A tal proposito il titolare del ministero del Lavoro ha anche affermato che la delega sul lavoro sarà attuata nei tempi prestabiliti e che, tra le sue azioni, metterà in campo anche un nuovo statuto dei lavoratori (testo unico).

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