Entro l’estate il Governo avrebbe dovuto varare una riforma del catasto, che potesse “risolvere” anche la questione IMU.
Tuttavia, l’Esecutivo ha deciso di prendere tempo: IMU 2013 abolita, arrivo della Service Tax dal 1 gennaio 2014 e, dunque, più tempo per pensare alla riforma del catasto, che inciderà, ovviamente, sulla tassazione, visto che le imposte sulla casa (circa 40 miliardi) si basano su valori individuati dal catasto.
Un minimo spostamento di valori muove miliardi ed è dunque opportuno valutare tutti gli aspetti in gioco. Occorre eseguire una ricognizione su 60 unità immobiliari, quindi i tempi di riforma saranno piuttosto lunghi.
Ad ogni modo nei prossimi giorni sarà all’esame del Parlamento la delega fiscale, in cui la riforma del catasto occupa un posto fondamentale. Entro venerdì la Commissione Finanze della Camera dovrebbe pronunciarsi sul testo. Cosa ci attende? Nuovi parametri e meno tasse? Vediamo la riforma del catasto in punti.
Le novità in esame
I Comuni avranno un ruolo attivo in questa fase, perché potranno ricevere in delega le funzioni di revisione degli estimi e del classamento (Dlgs 112/98). Quali sono i punti chiavi della riforma?
- passaggio dai vani ai metri quadri (con un conseguente riequilibrio dell’imposizione in favore degli immobili con superficie più piccola);
- suddivisione del territorio in “microzone” e revisione delle categorie catastali in base alle diverse zone (in relazione all’ubicazione, le caratteristiche edilizie, il valore di mercato);
- il valore patrimoniale sarà determinato dal valore di mercato espresso in metri quadrati mediante un algoritmo basato su una serie di coefficienti (anno di costruzione, scale, ascensore, esposizione, piano, affaccio, manutenzione, riscaldamento);
- la nuova rendita catastale si otterrà partendo dai valori locativi annui (espressi al metro quadrato) a cui verrà applicata una riduzione derivante dalle spese (tra il 47 e il 52%), quali: adeguamenti tecnici di legge, manutenzione straordinaria o amministrazione. Questo valore sarà moltiplicato per i metri quadrati ed esprimerà la nuova rendita catastale;
Da ieri a oggi: cosa cambia?
La rendita catastale, alla base delle imposte sulla casa, sin’ora è stata calcolata in questo modo: partendo dalle caratteristiche di un immobile (sia costruttive, che relative ai servizi offerti), questo viene inquadrato in una determinata categoria e classe catastale. La tariffa d’estimo, connessa a suddetta categoria e classe catastale, si moltiplica allora per il numero dei vani.
Cosa cambia con la riforma del catasto? Il territorio verrà diviso in “microzone” con specifiche caratteristiche, entro le quali sarà individuato il valore medio di mercato, a cui si applicheranno determinati coefficienti correttivi (anno di costruzione, ubicazione) basati su un algoritmo che definirà il valore unitario del metro quadrato.
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