Riforma ammortizzatori sociali: dalla Cig alle novità sulla Naspi in Legge di Bilancio 2022

Teresa Maddonni

29/10/2021

La riforma degli ammortizzatori sociali prende forma con la Legge di Bilancio 2022 con una dote di 4,6 miliardi di euro. Dalla Cig universale alle novità sui requisiti della Naspi: ecco cosa prevede.

Riforma ammortizzatori sociali: dalla Cig alle novità sulla Naspi in Legge di Bilancio 2022

La riforma degli ammortizzatori sociali prende finalmente forma con la Legge di Bilancio 2022.

Da mesi il ministro del Lavoro Andrea Orlando infatti sta lavorando alla bozza e ora il testo della Manovra approvato in Consiglio dei Ministri stanzia 4,6 miliardi di euro per gli ammortizzatori sociali, di cui 3 d’indebitamento.

Con la riforma vengono modificati gli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro e per chi ha perso l’occupazione in modo involontario. La cassa integrazione diventa universale e il FIS viene esteso alle imprese con meno di 5 dipendenti.

L’indennità di disoccupazione Naspi subisce modifiche nei requisiti e anche nell’importo con la revisione del meccanismo del décalage che scatta dal sesto mese.

Vediamo ora cosa prevede la riforma degli ammortizzatori sociali stando alla bozza della Manovra entrata in CdM e approvata.

Riforma ammortizzatori sociali: cosa prevede per la CIG

La riforma degli ammortizzatori sociali prevede la revisione in senso universale della cassa integrazione.

Viene modificato in primis l’articolo 1 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148 che estende la cassa integrazione anche ai lavoratori a domicilio e agli apprendisti fino a oggi esclusi. Da gennaio 2022 con la riforma degli ammortizzatori sociali l’anzianità minima di lavoro effettivo diventa di 30 giorni e non più di 90, mentre il massimale si alza con l’eliminazione del primo tetto.

Per quanto riguarda il FIS, Fondo d’integrazione salariale, dal 1° gennaio 2022 con la riforma degli ammortizzatori sociali viene riconosciuto anche alle imprese del mondo dei servizi e che abbiano anche meno di 5 dipendenti.

Nel dettaglio per le imprese:

  • fino a 5 dipendenti si prevedono 13 settimane in un biennio mobile;
  • per le aziende con più di 5 dipendenti invece le settimane sarebbero 26 sempre in un biennio mobile.

L’aliquota di finanziamento del fondo a decorrere da gennaio 2022 è fissata:

  • allo 0,50%, per i datori di lavoro che, nel semestre precedente la data di presentazione della domanda, abbiano occupato mediamente fino a 5 dipendenti;
  • allo 0,80%, per i datori di lavoro che, nel semestre precedente la data di presentazione della domanda, abbiano occupato mediamente più di 5 dipendenti.

Dal 1° gennaio 2025 l’aliquota si riduce per le aziende che per almeno 24 mesi dall’ultima domanda non abbiano usufruito dell’ammortizzatore sociale.

Per quanto riguarda invece la cassa integrazione straordinaria questa dal 1° gennaio 2022 può essere richiesta da tutte le aziende con più di 15 dipendenti a prescindere dal settore produttivo. Il contributo addizionale ordinario sarebbe dello 0,90% di cui il 30 è a carico del lavoratore. Viene ridotto, sempre da gennaio 2025 per le imprese che non hanno fruito della cassa integrazione nei 24 mesi successivi all’ultimo utilizzo e così il contributo addizionale dovuto diventa del 6 e del 9% rispetto agli attuali 9, 12 e 15.

Per sostenere le transizioni occupazionali all’esito dell’intervento straordinario di cassa integrazione, ai datori di lavoro che occupano più di 15 dipendenti, si legge nel testo della Legge di Bilancio 2022, può essere concesso “un ulteriore intervento d’integrazione salariale straordinaria finalizzato al recupero occupazionale dei lavoratori a rischio esubero, pari a un massimo di dodici mesi complessivi non ulteriormente prorogabili.”

Alle imprese industriali sono concesse 52 settimane in più di cassa integrazione per il biennio 2022-2023 al fine di fronteggiare i processi di riorganizzazione e situazioni di particolare difficoltà economica. Le settimane sono fruibili fino al 31 dicembre 2023.

La riforma degli ammortizzatori sociali è legata a percorsi di formazione e riqualificazione delle competenze anche attraverso i fondi interprofessionali e chi non vi prende parte rischia un taglio sull’importo della CIG.

La decurtazione riguarda una mensilità fino alla decadenza del sostegno sebbene sarà un decreto ministeriale a definire come funzionerà nel dettaglio.

Con la Legge di Bilancio 2022 vengono anche modificati e confermati due strumenti per l’occupazione: il contratto di espansione e il contratto di solidarietà. Nel dettaglio:

  • il primo viene esteso dal 2022 alle aziende con almeno 50 dipendenti;
  • per il contratto di solidarietà invece da gennaio 2022 la riduzione media oraria non può essere superiore al 80% dell’orario giornaliero, settimanale o mensile dei lavoratori interessati al provvedimento. La percentuale di riduzione complessiva dell’orario di lavoro non può essere superiore al 90% nell’arco dell’intero periodo.

Riforma ammortizzatori sociali: novità requisiti Naspi e importo

La Naspi, cioè l’indennità di disoccupazione, con la riforma degli ammortizzatori sociali che riguarda anche quelli per la perdita involontaria del lavoro quindi, verrà modificata nei requisiti e nel dettaglio:

  • vengono eliminate le 30 giornate effettive di lavoro nell’ultimo anno;
  • viene posticipato il meccanismo del décalage che secondo la normativa vigente taglia del 3% l’importo dell’indennità di disoccupazione dal quarto mese (al momento bloccato fino al 31 dicembre grazie al decreto Sostegni bis). La riduzione scatta dal sesto mese;
  • trattamento di maggior favore per i lavoratori più anziani con il décalage che scatta dall’ottavo mese per gli over 55;
  • a decorrere dal 1° gennaio 2022 sono destinatari della Naspi anche gli operai agricoli a tempo indeterminato delle cooperative e loro consorzi che trasformano, manipolano e commercializzano prodotti agricoli e zootecnici.

Per quanto riguarda invece la DIS-COLL, la disoccupazione per i collaboratori, questa anche viene modificata:

  • la riduzione scatta dal sesto mese “ed è corrisposta mensilmente per un numero di mesi pari ai mesi di contribuzione accreditati nel periodo che va dal primo gennaio dell’anno precedente l’evento di cessazione del lavoro al predetto evento.” Non può in ogni caso superare la durata massima di 12 mesi;
  • per i periodi di fruizione della DIS-COLL è riconosciuta la contribuzione figurativa rapportata al reddito medio mensile entro un limite di retribuzione pari a 1,4 volte l’importo massimo mensile dell’indennità per l’anno in corso;
  • a decorrere dal 1° gennaio 2022, per i collaboratori, gli assegnisti e i dottorandi di ricerca con borsa di studio che hanno diritto alla DIS-COLL, come anche per gli amministratori e i sindaci, è dovuta un’aliquota contributiva pari a quella dovuta per la Naspi.

Per conferme e dettagli sulla riforma degli ammortizzatori sociali in ogni caso occorre attendere il testo definitivo e ufficiale della Legge di Bilancio 2022.

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