Rider, Di Maio: “Norma pronta, inserita in legge salario minimo”. Cosa prevede il ddl

Mario D’Angelo

28/04/2019

28/04/2019 - 17:12

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Luigi Di Maio annuncia che la norma sui rider è pronta, e che sarà inserita nella legge sul salario minimo in discussione in questi giorni in Senato

Rider, Di Maio: “Norma pronta, inserita in legge salario minimo”. Cosa prevede il ddl

Mentre sui social imperversa la lista dei VIP che non danno la mancia ai rider di Deliveroo, Luigi Di Maio annuncia su Facebook che la norma sui ciclofattorini è pronta e sarà inserita nella legge sul salario minimo. Quest’ultima è in discussione in questi giorni in Senato, dopo che la Commissione lavoro ha approvato, la settimana scorsa, il ddl del Movimento 5 Stelle.

Di Maio, norma sui rider pronta

Il collettivo di rider di Deliverance Milano ha condiviso nei giorni passati un elenco di nomi di very important people che, pioggia o meno, non danno a chi effettua una consegna neanche un euro di mancia. Il post di Deliveroo è diventato virale sui social network. Il dibattito su piattaforme come Facebook si è diviso: chi attacca i VIP e chi li difende, affermando che non spetta a loro fare elemosina.

Al netto delle discussioni social, è evidente che la questione necessita una regolamentazione da parte dello Stato, per impedire così ad algoritmi di decidere la paga di un lavoratore senza diritti della gig economy. Il vicepremier Di Maio ha quindi annunciato che la normativa sui rider è pronta, e che quindi si aspetta solo il voto del Parlamento.

Norma rider, cosa prevede

Il Ministro del Lavoro Di Maio, con un post, ha annunciato il passo avanti dei lavori in Senato. Fra le maggiori tutele previste, troviamo:

  • la “copertura Inail per gli infortuni”;
  • una “migliore contribuzione Inps che supera la gestione separata;
  • il “divieto di retribuzione a cottimo”.
    Il vicepremier ha inoltre attribuito il ritardo dell’azione legislativa alla volontà di perseguire prima “la strada della concertazione”.

Un tavolo con le aziende di food delivery e associazioni di rider era, in effetti, stato istituito, ma “alcune divergenze incolmabili” non hanno permesso “di approdare alla sottoscrizione di un accordo”. Il tentativo di raggiungere un accordo con le aziende, insomma, per Di Maio era doveroso.

Il vicepremier ha inoltre detto che si proverà inoltre a far diventare legge la norma sui rider anche inserendola nel cosiddetto Decreto crescita, in fase di conversione. Ma per questa ulteriore strada sarà necessaria l’approvazione dei presidenti delle Camere.

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