Regno Unito: Pil in linea con le previsioni nel terzo trimestre dell’anno. Il Cancelliere dello Scacchiere Hammond prevede un buco da 58 mld di sterline con la Brexit.
Nel terzo trimestre dell’anno il prodotto interno lordo del Regno Unito (dato preliminare) risulta in linea con le previsioni degli esperti e con il risultato della rilevazione precedente, come osservabile dal nostro calendario economico.
Su base trimestrale il Pil si attesta a +0,5%, mentre su base annuale il dato è pari a +2,3%.
Nel frattempo il Paese continua a lavorare alla definitiva uscita dall’Unione europea dopo il voto sulla Brexit di giugno. Il Cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond l’altro giorno ha presentato il programma di bilancio, delineando un buco di 58 miliardi di sterline nel deficit britannico. Cifra che - secondo il capo del Tesoro - va addebitato al rallentamento della crescita che sarà causato dal divorzio dalla UE.
Hammond - considerato una “colomba” sulla questione Brexit, ovvero favorevole a un’uscita soft dalla Comunità Europea - non ha ipotizzato una recessione ma ha stimato un’espansione dell’economia al 2020 inferiore del 2,4% rispetto alle precedenti previsioni.
Regno Unito: le critiche al programma di bilancio di Hammond
Le cifre contenute nel programma di bilancio di Hammond sono state criticate dai più accesi sostenitori della Brexit, a partire dall’ex ministro del Lavoro Iain Duncan Smith, che ha tacciato Hammond di “eccessivo pessimismo”.
Secondo il deputato John Redwood
“la previsione di crescita dell’economia è troppo bassa, le previsioni sul denaro da prendere in prestito sono troppo alte e l’idea che non avremo sostanzialmente accesso al mercato comune anche se siamo fuori dalla UE è sbagliata”.
Per l’Ukip di Nigel Farage - partito che ha fatto della Brexit il suo principale obiettivo politico - “il governo spreca miliardi di sterline perché ritarda a lasciare la UE”.
Regno Unito: 15% di milionari in meno a causa della Brexit
Secondo il Global Wealth Report del Credit Suisse Research, il calo della sterlina e le turbolenze sui mercati hanno contribuito a ridurre i patrimoni dei più ricchi per 1.500 miliardi di dollari nel corso dell’anno che ha preceduto il referendum sulla Brexit.
Il numero dei milionari è dunque calato del 15%. Tuttavia - sottolineano gli analisti svizzeri - da qui al 2021 i “paperoni” sono destinati a crescere del 40%, passando dagli attuali 2.225 ai 3.124 soggetti.
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