Reddito di cittadinanza: quando spetta sia alla madre che al padre

Simone Micocci

15 Ottobre 2021 - 17:49

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Ci sono dei casi in cui sia il padre che la madre di un minore possono percepire il reddito di cittadinanza. Ma attenzione ai rischi.

Reddito di cittadinanza: quando spetta sia alla madre che al padre

Il reddito di cittadinanza viene percepito dall’intero nucleo familiare, e su questo - dopo oltre due anni dall’introduzione della misura per il sostegno al reddito - non dovrebbero esserci più dubbi.

Tuttavia, ci sono dei casi in cui una coppia di genitori può godere di un doppio reddito di cittadinanza, uno per la madre e appunto uno per il padre. Lo prevede la normativa, ma attenzione perché fatta la legge trovato l’inganno: ci sono, infatti, coppie che approfittano di questa possibilità per percepire un doppio sostegno pur non avendone di fatto diritto.

Partiamo da analizzare quanto previsto dalla legge in merito alla possibilità che una coppia di genitori possa percepire un doppio assegno mensile, mettendo in risalto cosa rischia chi sfrutta questa possibilità per percepire indebitamente un secondo reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza: spetta al nucleo familiare ma…

Il reddito di cittadinanza è riconosciuto all’intero nucleo familiare, e dunque non solamente a chi ne avanza richiesta. Ad esempio: in una coppia di neosposi ne fa richiesta la moglie. Il beneficio viene riconosciuto: a percepirlo è tanto la moglie quanto il marito, in quanto si tratta dello stesso nucleo familiare.

A tal proposito, per nucleo familiare, si intendono i componenti che fanno parte dello stesso stato di famiglia, quindi coloro che sono residenti sotto lo stesso tetto, più eventuali componenti a carico. Ci sono poi delle casistiche particolari, come quella degli sposi: il nucleo familiare di marito e moglie non è divisibile, quindi anche in caso di due residenze differenti questi faranno parte dello stesso nucleo.

Non è così però per le coppie di genitori non sposate e non conviventi. L’avere un figlio in comune, infatti, non sta a significare automaticamente che le due componenti facciano parte dello stesso nucleo, anzi.

Pensiamo ad esempio a Tizia e Caio, genitori di Sempronio. I due non sono sposati e mentre Tizia è residente con Sempronio in Via Rossi 1, Caio è residente in un’altra abitazione sita in via Verdi 1.

Cosa succede in questo caso? Sicuramente Tizia e Sempronio faranno parte di un nucleo familiare, mentre Caio di un altro. Mettiamo il caso in cui nelle due abitazioni di Via Rossi e Via Verdi non ci siano altri coinquilini: nel primo nucleo familiare avremmo Tizia e Sempronio, mentre nel secondo Caio è unico componente.

Coppie di genitori non sposati e non conviventi: cosa succede all’ISEE

Ma attenzione a quando si presenta l’ISEE. Nessun problema per Caio: questo non ha necessità di indicare anche l’altro genitore. Discorso differente per Tizia, la quale deve comunque indicare Caio - come componente aggregato al nucleo - eccetto il caso in cui quest’ultimo:

  • Risulti sposato con una persona diversa dall’altro genitore. Attenzione, è il genitore non convivente ad aver contratto un nuovo matrimonio, non l’altro.
  • Risulti avere figli con una persona diversa dall’altro genitore (vale quanto detto in precedenza);
  • È obbligato, con provvedimento dell’autorità giudiziaria, al versamento di assegni periodici diretti al mantenimento dei figli.
  • È stato escluso dalla potestà sui figli o è stato allontanato dalla residenza familiare.
  • È stato accertato estraneo in termini di rapporti affettivi ed economici, in sede giurisdizionale o dalla pubblica autorità competente in materia di servizi sociali.

Se l’altro genitore non rientra nei suddetti casi, dunque, colui che convive con il figlio e fa richiesta del reddito di cittadinanza deve indicarlo nel proprio ISEE, inserendo anche redditi e patrimoni dell’altro genitore.

Doppio reddito di cittadinanza a madre e padre

In questo caso, dunque, ci sono due nuclei familiari e quindi per madre e padre vi è la possibilità di percepire un doppio reddito di cittadinanza. Nulla d’illegittimo, anzi, è la normativa a prevederlo espressamente.

Per Tizia e Sempronio il reddito di cittadinanza verrà riconosciuto su una scala di equivalenza di 1,2 (1 per il richiedente, 0,2 per il minore), tenendo però in considerazione anche eventuali redditi e patrimoni di Caio.

Caio, invece, andrebbe a percepire il reddito di cittadinanza solo per se stesso.

Ovviamente questi avrebbero diritto a un doppio sostegno solamente qualora entrambi i nuclei soddisfino i requisiti reddituali e patrimoniali previsti dalla normativa.

Cosa rischia chi aggira la normativa

Va detto che sfruttare questa possibilità a proprio vantaggio non sembra essere complicato. Pensiamo, ad esempio, a quei genitori - non sposati - che scelgono appositamente di avere una residenza separata per poter percepire un doppio reddito di cittadinanza.

Il problema scatta quando una delle due residenze è fittizie, ossia quando in realtà i due genitori convivono entrambi sotto lo stesso tetto. Ricordiamo a tal proposito che la residenza è “il luogo in cui la persona ha la dimora abituale.

Non è corretto, quindi, indicare una residenza fittizia. Anzi, si commette persino reato: secondo quanto stabilito dall’articolo 483 del Codice Penale per il reato di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico si rischia una condanna penale alla reclusione da tre mesi a due anni.

Inoltre, chi dichiara una residenza fittizia può anche subire la revoca di eventuali benefici fiscali o assistenziali ottenuti proprio grazie a questa situazione; può essere, dunque, anche il caso del reddito di cittadinanza.

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