Quota 100, Salvini esulta: “Adesso Quota 41 per tutti, la Fornero piangerà ancora” (VIDEO)

Simone Micocci

18 Gennaio 2019 - 09:14

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Pensioni, ultime notizie: la riforma è stata approvata ma per Salvini “è solo l’inizio”. Adesso Quota 100 e Opzione Donna, in futuro Quota 41 per tutti.

Il decreto che riforma le pensioni e introduce Quota 100 (e il reddito di cittadinanza) è stato finalmente approvato dal Consiglio dei Ministri, ma secondo Salvini si tratta solamente dell’inizio.

Presentatosi in conferenza stampa insieme a Di Maio e al premier Conte per spiegare i punti della riforma delle pensioni, il leader della Lega ha dedicato il testo del decreto legge - che adesso dovrà essere approvato da Camera e Senato - “alla signora Fornero, la signora piangente, e al Signor Monti, che non se ne fanno ancora una ragione”.

Salvini ha poi annunciato che presto la “Fornero piangerà ancora” perché la riforma delle pensioni non si ferma qui: l’obiettivo per il prossimo anno, infatti, è di arrivare all’estensione di Quota 41 (oggi riservata ad alcune categorie svantaggiate di precoci) per tutti i lavoratori, consentendo l’accesso alla pensione, indipendentemente dall’età anagrafica, una volta raggiunti i 41 anni di contribuzione.

Quota 100, quindi, è solamente il punto di partenza di una riforma delle pensioni che porterà all’effettivo superamento della Legge Fornero; Salvini ci crede, e quanto fatto con Quota 100 - nonostante i limiti della misura - dimostra che ciò potrebbe realizzarsi.

Nell’attesa del prossimo step della riforma delle pensioni, ecco cosa ha detto Salvini su Quota 100 (parole che potete ascoltare nel video), in particolare sul nodo risorse.

Quota 100: nessun problema risorse

La riforma delle pensioni complessivamente riguarderà un milione di persone, le quali avranno libertà di scelta sulla strada da prendere per il collocamento in quiescenza. Complessivamente, come spiegato da Salvini, si è trattato di un investimento di 22 miliardi di euro.

Qualora i costi di Quota 100 dovessero rivelarsi maggiori di quelli preventivati, però, non ci sarebbero comunque problemi poiché, parola di Salvini, “i soldi ci sono e nessuno vedrà negarsi il diritto alla pensione”.

Per lo stesso motivo, però, è possibile che Quota 100 costi meno di quanto preventivato, poiché coloro che potenzialmente potrebbero accedervi potrebbero decidere di continuare a lavorare per aumentare il montante contributivo e - di conseguenza - l’importo della pensione futura. In tal caso, ha spiegato Salvini, i soldi che avanzeranno dalla riforma delle pensioni saranno reinvestiti sempre in favore dei cittadini, ossia per un taglio delle tasse.

Salvini spiega la riforma delle pensioni

Il Ministro dell’Interno si è poi soffermato sui punti della riforma delle pensioni, da lui definita come “un passaggio storico”. Si parte da Quota 100 (che potete approfondire nella nostra guida dedicata) che si basa sui seguenti presupposti:

  • il diritto alla pensione si consegue all’età di 62 anni;
  • per andare in pensione bisogna aver raggiunto 38 anni di contributi;
  • i contributi necessari ai fini dell’accesso alla pensione con Quota 100 si possono raggiungere anche con il cumulo gratuito;
  • per i dipendenti del settore privato che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre la pensione decorre da aprile 2019;
  • per i dipendenti del settore privato che maturano i requisiti dal 1° gennaio 2019 la pensione decorre dopo tre mesi;
  • per i dipendenti pubblici che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre la pensione decorre da luglio 2019;
  • per i dipendenti pubblici che maturano i requisiti dopo il 1° gennaio la pensione decorre dopo sei mesi;
  • i dipendenti pubblici devono presentare la domanda per il pensionamento con 6 mesi di anticipo. Per il personale della scuola il termine previsto è il 28 febbraio;
  • i dipendenti pubblici che accedono alla pensione con Quota 100 dovranno attendere fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia per ottenere il TFR/TFS. Lo Stato però siglerà delle convenzioni con gli istituti bancari per un anticipo fino a 30.000€;
  • divieto di cumulo pensione/reddito: chi ricorre a Quota 100 non può riprendere a lavorare fino a quando non matura i requisiti per la pensione di vecchiaia, ad eccezione per le prestazioni occasionali che però non possono superare il limite dei 5.000€ annui;
  • scivolo pensionistico: aziende e dipendenti possono accordarsi per anticipare di tre anni l’accesso a Quota 100 così da favorire il ricambio generazionale.

Ma il decreto legislativo (che adesso verrà votato da Camera e Senato dove, fa sapere il Governo) non verrà posta la fiducia, non contiene solamente Quota 100. Ci sono, infatti, altri punti importanti della riforma previdenziale, quali:

  • proroga dell’Opzione Donna: pensione per le nate entro il 1960 (lavoratrici subordinate) ed entro il 1959 (autonome) che hanno maturato - entro il 31 dicembre 2018 - 35 anni di contributi e accettano il ricalcolo contributivo della pensione;
  • bloccati i requisiti per la pensione anticipata: collocamento in quiescenza indipendentemente dall’età una volta raggiunti i 42 anni e 10 mesi (uomini) o 41 anni e 10 mesi (donne) di contribuzione;
  • confermati i requisiti per Quota 41: i lavoratori precoci che rientrano nelle categorie svantaggiate possono andare in pensione una volta raggiunti 41 anni di contributi;
  • per il personale iscritto al Fondo Volo per il biennio 2019-2020 il diritto alla pensione si consegue all’età di 60 anni e 15 anni di contributi;
  • pace contributiva: possibilità di riscattare fino a 5 anni di buchi, con un riscatto degli studi di laurea agevolato entro i 45 anni;
  • proroga dell’Ape Sociale.

Indirettamente, nella parte che prevede l’introduzione del reddito di cittadinanza, è previsto anche il riconoscimento della pensione di cittadinanza con un’integrazione del reddito per i nuclei familiari composti solamente da over 65 che soddisfano determinate condizioni legate al reddito e allo status familiare.

La riforma delle pensioni, quindi, è pronta per produrre i suoi effetti; ricordiamo però che affinché il decreto legge venga convertito in Legge ci dovrà essere l’approvazione di Camera e Senato entro 60 giorni dalla sua pubblicazione.

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