Puigdemont: parole di odio e vendetta nell’intervista a Catalunya Radio

Felice Di Maro

7 Novembre 2017 - 17:19

Ricorso a Corti internazionali contro la Spagna. L’Ue deve reagire davanti ad "una causa dei diritti umani". E Juncker replica.

 Puigdemont: parole di odio e vendetta nell’intervista a Catalunya Radio

Per le elezioni del 21 dicembre, l’ex Presidente della Catalogna Puigdemont, in esilio a Bruxelles e in attesa di un non improbabile provvedimento di estradizione verso la Spagna da parte del Tribunale belga, ha lanciato nel corso di un’intervista a Catalunya Radio un appello a tutte le forze politiche catalane non unioniste che formino una "grande lista per la Libertà".

Ci sono delle possibilità e tutto si gioca in questi giorni. Il tempo è scaduto per presentare simboli, per le liste c’è ancora qualche giorno. L’alleanza di "Junts pel Si" dovrebbe presentarsi con Esquerra Repubblicana mentre la Cup non ha ancora deciso e Albano Dante Fachin si è dimesso da segretario della Catalogna di Podemos per contrasti con Pablo Iglesias e la direzione di Podemos nazionale. Fachin pare che abbia presentato un simbolo tecnico per presentare una lista di sinistra.

Puigdemont ha detto anche di essere "preparato a finire nelle carceri spagnole" se il Belgio concederà la sua estradizione. Ha anche detto che il suo Governo è stato destituito "da un golpe illegale dello stato spagnolo" e ha denunciato "l’odio e il desiderio di vendetta" di Madrid per avere subito "una sconfitta umiliante" in Catalogna.

L’intervista è stata realizzata da Mònica Terribas, che si è trasferita in Belgio per parlare con Carles Puigdemont e i quattro ministri che sono a Bruxelles. Sul sito di Catalunya Radio è stato pubblicato una sintesi in dieci titoli. Eccola:

Carles Puigdemont
L’ideale è che ci sia una lista di paesi, il 21D non abbiamo altra alternativa.
Tutto questo finirà nei tribunali internazionali e non sarà la prima volta che la Spagna si imbarca, e tanto per accadere.
Io non sono sospeso da quello previsto dalla legge, siamo fermati da un colpo di stato in Spagna.
Chi ha creduto che sia Millo? Quando si arriva ad una elezione, vuol dire che li perde. Quale autorità parla delle istituzioni della Catalogna?
Questa è una causa dei diritti umani e la Spagna ha violato quelli dei prigionieri: l’Europa non può avere prigionieri politici.
Sappiamo tutti che possiamo finire anche in prigione, se per qualsiasi motivo siamo estradati, che non finisce nulla, complicano e aggravano le cose.

Toni Comín
L’PSOE è l’errore del sistema della democrazia spagnola. L’Europa comincia a capire che la lotta in Catalogna è tra l’autoritarismo e la democrazia.
È stato dimostrato che la democrazia spagnola è in bancarotta. L’unico diritto che non ha combattuto il fascismo è quello spagnolo".
I ribelli sono loro: quelli che ci imputano un crimine di sedizione per difendere le schede elettorali .

Clara Ponsatí
Sono elezioni nazionali di emergenza e richiedono una candidatura nazionale di emergenza.

Il Presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, in tempo reale alla televisione belga fiamminga Vrt e nel giorno in cui circa 200 sindaci della Catalogna stavano a Bruxelles per presentare e difendere quelle che sono le aspirazioni indipendentiste dei catalani, ha subito replicato con una breve dichiarazione e senza rispondere a quelli che sono ormai diventati gli interrogativi cruciali che il comportamento della Spagna ha posto all’Europa e al mondo:

Non credo che il governo spagnolo violi lo stato di diritto.
Chi viola lo stato di diritto è chi non rispetta la costituzione e infrange la legge.

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