Primi risultati dai test sierologici: ecco cosa rischia l’Italia nella Fase 2

Leonardo Pasquali

07/05/2020

08/09/2021 - 15:44

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Arrivano i primi risultati dai test sierologici e alcuni dati sullo sviluppo degli anticorpi contro il coronavirus da parte degli italiani. Numeri che preoccupano in ottica Fase 2.

Primi risultati dai test sierologici: ecco cosa rischia l’Italia nella Fase 2

Cominciano ad arrivare i primi esiti dei test sierologici condotti dall’Agenzia di Tutela della Salute della Lombardia. I dati sugli anticorpi confermano l’efficacia della quarantena, ma preoccupano in vista della Fase 2.

I numeri parlano chiaro: solo 4 persone su 10 che erano in isolamento sono venute a contatto con il virus. Questo significa che solo in pochi hanno sviluppato una sorta di immunità e con l’allentamento delle misure restrittive è molto probabile che si verifichi un nuovo innalzamento nella curva dei contagi.

Test sierologici in Lombardia: arrivano i primi risultati

In Lombardia, la regione più colpita dal coronavirus, si procede spediti sul fronte dei test sierologici e cominciano ad arrivare i primi dati sullo screening che l’ATS della Lombardia ha iniziato lo scorso 23 aprile.

Si è partiti dall’ospedale Niguarda dove sono stati riscontrati 58 casi positivi su 133 esami effettuati, poi si è passati al Fatebenefratelli e al Sacco, dove rispettivamente sono stati accertati 24 positivi su 76 e 55 su 130. Numeri simili anche per Lodi e Codogno, dove la percentuale degli infetti in isolamento è del 42 e del 37%. A Brescia 272 malati su 617 test effettuati, il 44%, mentre a Bergamo e provincia la percentuale sale oltre il 60%: 652 i positivi su 1.000. Per quanto riguarda invece il personale sanitario, i risultati dei test sierologici hanno fornito risposte più incoraggianti. I numeri di Lodi e Codogno parlano di un 17% di positivi su 1.700, a Bergamo di un 24% con 884 test totali e a Brescia di un 11% su 8.000, quindi circa 900 infetti.

L’istantanea sulla regione fornisce indicazioni sull’efficacia della strategia di quarantena ma fa emergere ancora più dubbi sulla Fase 2, che in Italia è iniziata il 4 maggio e si snoderà in diversi step (presumibilmente) fino all’alleggerimento totale del lockdown.

Fase 2, troppi pochi immuni: rischio nuova ondata di contagi

I risultati dei primi test sierologici sulla popolazione rivelano che la scelta del Governo di mettere in campo restrizioni severe per tamponare l’avanzata del coronavirus è stata corretta. Solo 4 persone su 10 infatti hanno contratto il SARS-COV-2. Tuttavia, se osserviamo questo dato al contrario otteniamo come conclusione che 6 persone su 10 non lo hanno fatto, la maggior parte non ha sviluppato anticorpi.

L’esito dei primi esami preoccupa per i risvolti che la Fase 2 avrà sul numero dei nuovi contagi. Il coronavirus potrà tornare a circolare forse allo stesso ritmo di due mesi fa con il ripristino parziale della mobilità, nelle prossime settimane potrebbero ammalarsi molte persone e il timore è che la seconda ondata possa arrivare prima di quanto previsto. Essendo le informazioni che abbiamo in possesso solamente parziali, visto che non rientrano i tanti casi sommersi e i risultati dei test eseguiti in forma privata, prevedere cosa succederà rimane complicato.

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