Effetto Iran sul prezzo del petrolio: l’oro nero oscilla

Violetta Silvestri

25 Maggio 2021 - 13:08

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Prezzo del petrolio in balia dei negoziati con l’Iran: il greggio oscilla tra rimbalzi e cadute, nel timore di una domanda ancora debole e di un’offerta ampliata con l’oro nero persiano.

Effetto Iran sul prezzo del petrolio: l’oro nero oscilla

Sul prezzo del petrolio si imbatte il fattore Iran: l’oro nero ha esulato ieri alla notizia di accordi difficili tra Teheran e Washington per allentare le sanzioni sul greggio.

Poi, stamane le quotazioni WTI e Brent hanno evidenziato ribassi: i colloqui tra l’Iran e le potenze mondiali continueranno a Vienna questa settimana per risolvere le questioni in sospeso su un accordo nucleare, che potrebbe aprire la strada alla rimozione delle sanzioni statunitensi sui flussi di greggio dalla nazione del Golfo Persico.

Che succede al prezzo del petrolio?

Petrolio: prezzo torna a scendere, i motivi

Alle ore 12.45 circa del 25 maggio, i future Brent perdono lo 0,26% a 68,19 dollari al barile e la quotazione WTI scende dello 0,33% a 65,84 dollari al barile.

Il quadro è cambiato rispetto a ieri e in generale a circa due giorni fa, quando il greggio aveva mostrato un rimbalzo.

La cornice degli scambi di lunedì 24 maggio era così scandita: i futures incrementati del 3,9% a New York, con un ulteriore supporto da un dollaro più debole, che rende le materie prime quotate nella valuta più attraenti, e un rally delle azioni statunitensi.

L’Iran aveva appena affermato l’esistenza di differenze sui tempi in cui i Paesi torneranno a conformarsi all’accordo nucleare originale del 2015, dissipando alcune preoccupazioni per un rapido aumento della produzione della nazione del Golfo Persico.

Mentre il mercato prevede che l’offerta della Repubblica Islamica tornerà entro la fine dell’estate, la ripresa della domanda sarà abbastanza forte da assorbirla per Goldman Sachs. La banca prevede che i future sul Brent raggiungeranno gli 80 dollari al barile nei prossimi mesi.

Oggi, 25 maggio, il greggio ha virato al ribasso. Per quali motivi?

I colloqui a Vienna continueranno e, inoltre, è stata raggiunta un’intesa temporanea tra l’AIEA e l’Iran per quanto riguarda il monitoraggio delle attività nucleari di Teheran, che avrà valore per un mese.

Un ritrovato clima di collaborazione sul tema delicato del nucleare ha scosso il prezzo del petrolio, così strettamente legato alle sanzioni USA ancora in atto a bloccare le forniture di greggio persiano.

L’accordo, e soprattutto l’abbandono di sanzioni, restano ancora lontane. Tuttavia giocano un ruolo importante per stabilire i prezzi del greggio, così fragili nell’equilibrio incerto tra offerta e domanda di oro nero.

Il nodo della domanda di petrolio

Il tema Iran è comunque marginale se non si considera il vero fattore trainante del settore: la domanda di petrolio.

“Fino a quando la ripresa globale della domanda di carburante non sarà più sincronizzata, è probabile che il Brent rimanga bloccato in un intervallo compreso tra $ 65 e $ 70”, ha affermato Ole Hansen, responsabile della strategia sulle materie prime di Saxo Bank.

Mentre il petrolio rimane sulla buona strada per un quarto guadagno mensile quest’anno, il virus dilagante in alcune parti dell’Asia, in particolare l’India, sta mantenendo i prezzi sotto controllo.

La Cina, dove il rimbalzo economico ha in parte guidato l’attuale rally delle materie prime, sta intensificando la sua lotta contro l’impennata dei prezzi.

La crescita disomogenea della domanda è evidenziata dal miglioramento della mobilità negli Stati Uniti e in Europa. Da qui dovrebbe partire il rilancio anche del consumo di carburante, in vista dei viaggi estivi.

In questa ottica, il quesito è: con l’arrivo del petrolio iraniano, la domanda riuscirà ad assorbire l’offerta? Per ora la risposta è incerta. L’accordo con Teheran, comunque, non sebra immediato.

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