Prezzo argento in ribasso ma il target rimane fermo a $22. Ecco perché

Matteo Bienna

12 Settembre 2016 - 16:43

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Il prezzo dell’argento non riesce a risalire nel mese di settembre e arriva al quarto giorno consecutivo di ribasso: vediamo quali ragioni sono a sostegno di un target rialzista a quota $22.

Prezzo argento in ribasso ma il target rimane fermo a $22. Ecco perché

Il prezzo dell’argento scende sotto quota $19 e viaggia in lieve ribasso durante la sessione odierna, dando così continuità al movimento dominante della scorsa settimana.

Il dibattito nel FOMC sul rialzo dei tassi di interesse USA si inasprisce con le nuove dichiarazioni di Lockhart e la fiducia verso un possibile intervento nella riunione della prossima settimana rimane ancora in piedi, almeno secondo alcune residue voci.

I discorsi sui tassi USA influenzano in maniera diretta l’andamento dei metalli preziosi, i primi beni rifugio per il mercato. La politica monetaria stantia portata avanti nel corso di quest’anno ha infatti determinato un’ottima annata per oro e argento.

Dopo aver analizzato la situazione che coinvolge l’oro, andiamo quindi ora ad indagare le ragioni che vogliono il prezzo dell’argento diretto a quota $22 entro la fine dell’anno.

Prezzo argento destinato ai $22: riunione Fed momento chiave

Il prezzo dell’argento vive dalla scorsa settimana un momento difficile, nato dalle dichiarazioni del presidente della Fed di Boston Eric Rosengren e rafforzate con le dichiarazioni di oggi di Lockhart.

Secondo i due membri del FOMC le possibilità di un rialzo dei tassi di interesse USA nella riunione Fed prevista per il 21 settembre sono ancora da considerare valide e ci sarà un dibattito a riguardo il cui esito è tutt’altro che scontato.

La scorsa settimana la probabilità di un intervento sui tassi da parte della Yellen è salita dal 18% al 27%, rimanendo quindi ancora nel campo dell’improbabile ma con l’effetto di aver restituito vigore al dollaro USA.

Se la valuta americana si apprezza allora i metalli preziosi, tra i quali l’argento, diventano meno allettanti per tutti coloro che si ritrovano ad acquistare un bene valutato in dollari, con la conseguenza di un calo naturale della quotazione.

Le ragioni di credere che l’attuale ribasso sia però solo momentaneo non mancano.

L’argento è stato in assoluto uno degli investimenti più profittevoli del 2016 e la sua attrattiva non è mai calata nei confronti degli investitori che acquistano il metallo nella sua forma fisica.

La vendita di monete d’argento è prossima a stabilire un nuovo record con il primo semestre di quest’anno, quando con una cifra di 26,2 milioni di pezzi ha superato del 20% l’ammontare venduto nel 2015.

Le vendite di monete d’argento sono partite forti anche con il mese di settembre, avendo registrato nei primi giorni un aumento di 432.500 unità rispetto all’ultima settimana di agosto.

Inoltre gli ETF sull’argento continuano a registrare dallo scorso marzo una crescita che sembra non conoscere tregua, nonostante il calo nel prezzo spot registrato negli ultimi giorni.

Infine anche l’analisi tecnica, osservando il seguente grafico giornaliero, parla di una possibile ripresa del rialzo:

La figura di accumulazione a triangolo rappresentata dalle due trendline convergenti racchiude la quotazione dell’argento dalla Brexit ad oggi.

Il ribasso che lo ha riportato al di sotto della media mobile a 20 periodi si è fermato in corrispondenza della parete inferiore del triangolo, da considerare però ancora instabile finché non si registrerà una ripresa del prezzo.

La figura di accumulazione origina dal rialzo della prima metà del 2016 ed è quindi predisposta a rompere a sua volta al rialzo l’attuale situazione di stallo, portando il prezzo dell’argento verso nuovi massimi e in particolare verso quota $22.

La prossima settimana potrebbe essere il momento giusto per capire il futuro del metallo prezioso. La riunione Fed e la decisione ultima riguardo i tassi di interesse, nell’ipotesi in cui dovessero rimanere invariati, potrebbe dare il via al rialzo atteso ancora da molti investitori, sia finanziari che reali.

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