Dal Covid fino al gas passando per l’inflazione, il PNRR e lo spread: il 2022 sarà un anno fondamentale per l’Italia ma il rischio di una crisi di governo dopo l’elezione del presidente della Repubblica resta sempre alto.
Le elezioni del presidente della Repubblica continuano a essere una sciarada e sopra i cieli dei Palazzi romani tornano ad aleggiare gli spettri di una crisi di governo. La partita per il Colle infatti è legata a filo doppio, se non triplo, al destino dell’esecutivo guidato da Mario Draghi.
Proprio l’ex numero uno della BCE sarebbe uno degli aspiranti prossimi inquilini del Quirinale, ma i partiti che sostengono la sua maggioranza non sembrerebbero essere intenzionati ad avallare un suo trasferimento da Palazzo Chigi.
Se alla fine dovesse essere comunque Mario Draghi il prossimo presidente della Repubblica, non sarebbe facile per l’attuale maggioranza individuare un sostituto senza scontentare nessuno.
Un inevitabile rimpasto poi potrebbe allungare notevolmente i tempi senza dimenticare l’ipotesi di elezioni anticipate, anche se nessuno appare realmente intenzionato a terminare questa legislatura con un anno di anticipo.
Nel caso invece di un presidente della Repubblica eletto in maniera non condivisa, a quel punto sarebbero inevitabili o le dimissioni da parte di Draghi oppure l’uscita dal Governo di uno o più partiti della maggioranza.
In questo scenario, una volta che a Montecitorio si arriverà alla agognata fumata bianca non sarà facile in Parlamento evitare una crisi di governo che, in considerazione di tutto quello che sta accedendo dentro e fuori il Paese, non possiamo assolutamente permetterci.
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Elezione presidente della Repubblica: i rischi di una crisi di governo
Le possibilità che queste elezioni del presidente della Repubblica possano portare a una successiva crisi di governo sono alte. Come in una sorta di domino, la scelta del prossimo capo dello Stato potrebbe dare vita a una reazione a catena dagli esiti imprevedibili.
Uno stallo politico derivante dal voto per il Colle sarebbe un autentico incubo per l’Italia. Per prima cosa c’è la pandemia da affrontare: mentre gli altri Paesi allentano le misure preparandosi a “convivere” con il Covid, da noi sono attualmente in vigore un numero record di regole e restrizioni.
Senza un Governo pienamente operativo non sarà facile attuare questo processo di normalizzazione, per non parlare dei rischi se mai dovesse arrivare nei prossimi mesi una quinta ondata magari caratterizzata da una nuova variante.
Per continuare nella strada della ripresa dopo lo tsunami-Covid, nel nostro Paese tutte le aspettative sono concentrate nel PNRR: l’Italia ha già ricevuto la prima rata da 24,1 miliardi, mentre in questo 2022 sono attese altre due rate per un totale di circa 40 miliardi.
Per avere questi fondi però il nostro Paese dovrà entro la fine dell’anno raggiungere 102 obiettivi approvando la bellezza di 62 riforme. In mancanza di un Governo nel pieno delle sue capacità l’impresa sarebbe impossibile e, di conseguenza, addio soldi e pessima figura a livello internazionale.
Considerando l’enorme debito pubblico sul groppone dell’Italia e lo spread pericolosamente in crescia, al momento è a quota 144 punti, un fallimento in materia di PNRR potrebbe agitare non poco i Mercati e i compratori del nostro debito.
Il tutto mentre l’inflazione galoppa in Europa, +5% a dicembre 2021, con la crisi del gas e il caro-bollette che per Confindustria metterebbero a forte rischio la ripresa in Italia.
“A inizio 2022 si sono fatte più fitte le nubi, addensatesi già a fine 2021 sulla risalita del PIL italiano, stimato in frenata nel 4° trimestre - ha fatto sapere Confindustria - Con gli attuali prezzi abnormi dell’energia, i margini erosi, la scarsità di commodity e l’aumento dei contagi, il rischio è che il PIL subisca uno stop nel 1° trimestre: almeno -0,8% l’impatto del caro-energia sul PIL del 2022 (stime CSC)”.
Di conseguenza “il balzo dell’inflazione sarà transitorio solo se si raffredderà l’energia”, ma i venti di guerra che spirano in Ucraina con Russia e Nato che continuano ad ammassare truppe, di certo non sembrerebbero giovare a un calo del prezzo del gas.
In una situzione del genere, l’Italia può permettersi una crisi di governo o addirittura delle elezioni anticipate?
Il 2022 sarà un anno fondamentale per il Bel Paese, sia dal punto di vista economico sia sanitario, ma rischiamo seriamente di dover affrontare i prossimi mesi senza un Governo pianamente operativo: più che pensare al proprio orticello, i grandi elettori dovrebbero tenere bene a mente tutti questi rischi per l’Italia quando (finalmente) si decideranno a eleggere il prossimo Presidente della Repubblica.
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