Più di 1,5 miliardi di mascherine finiranno in mare nel 2020: il report di OceansAsia

Chiara Ridolfi

29 Dicembre 2020 - 16:59

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Un triste report fa chiarezza sull’inquinamento causato dal Covid-19: per il 2020 saranno ben 1,5 miliardi le mascherine monouso che finiranno negli oceani.

Più di 1,5 miliardi di mascherine finiranno in mare nel 2020: il report di OceansAsia

Saranno più di 1,5 miliardi le mascherine usa e getta che finiranno negli oceani e nei mari del mondo in questo triste 2020. Un dato che dovrebbe allarmare tutti, mostrando quando le nostre nuove abitudini incidano in modo fortemente negativo sull’ambiente.
Un problema che non si risolverà inoltre nel breve tempo, dal momento che una mascherina impiega intorno ai 450 anni per decomporsi.

Nei mesi scorsi moltissime associazioni avevano messo in guardia dal possibile disastro ambientale che avrebbero potuto portare questi presidi se smaltiti in maniera errata, ma ogni sforzo sembra esser stato vano. Purtroppo infatti le raccomandazioni non hanno scongiurato il pericolo peggiore e miliardi di mascherine finiranno nei nostri mari e oceani inquinandoli. A dare la cattiva notizia è un report di OceansAsia che fa luce sulla drammatica situazione.

Nel 2020 oltre 1,5 miliardi di mascherine monouso finiranno in mare

A nulla sono valse le richieste dei governi di fare attenzione allo smaltimento di questi rifiuti o le immagini di pinguini soffocati per l’ingerimento dei presidi, oltre 1,5 miliardi di mascherine finiranno in mare nel 2020 .
Il report dell’organizzazione per la conservazione degli ecosistemi marini, OceansAsia, parla chiaro e non lascia spazio a interpretazioni, nel solo anno 2020 il 3% delle mascherine prodotte finirà in acqua.

Nel 2020 sono state prodotte nel mondo 52 miliardi di mascherine monouso, presidi che si sono resi necessari per contrastare il diffondersi del virus Covid-19. Questi presidi vengono prodotti con un insieme di materiali plastici difficili da riciclare, soprattutto per il rischio di infezione che veicolano. Per tale ragione è necessario gettare le mascherine monouso nella raccolta indifferenziata, per poi procedere con il loro smaltimento mediante inceneritori.
Un processo che richiede però degli impianti adeguati, che non tutti Paesi riescono ad avere, con conseguente gestione errata dei rifiuti.

In base al report di OceansAsia nel solo 2020 arriveranno nei nostri mari tra le 4680 e le 6240 tonnellate di rifiuti, che come abbiamo spiegato in precedenza, rimarranno in acqua per una media di 450 anni. Un problema che porterà quindi all’aumento delle microplastiche nelle nostre acque.
Un danno enorme per l’ecosistema e soprattutto per la fauna dell’oceano, che entra in contatto con i presidi. I pesci accade infatti spesso che ingeriscono questi rifiuti non solo per errore, ma anche per la loro somiglianza alle meduse, naturali abitanti dei mari.

Un disastro ambientale a cui si può cercare di porre un freno usando mascherine lavabili e riutilizzabili, che secondo gli studi sono efficaci come le proposte usa e getta. Usare questi presidi permetterà di limitare l’impatto sull’ambiente, essendo comunque protetti. Inoltre, quando non sarà possibile indossare presidi riutilizzabili, sarà bene fare attenzione a gettare in modo idoneo le mascherine, tagliando anche gli elastici. Tagliare gli elastici delle mascherina permetterà di evitare che gli animali vi si incastrino, nel caso in cui venissero per errore disperse nell’ambiente.

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