Perché la Gran Bretagna ha detto no al green pass

Simone Micocci

12 Settembre 2021 - 21:15

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Niente green pass in Gran Bretagna: il premier Boris Johnson conferma il libera tutti ed è pronto ad annunciare la fine dello stato di emergenza.

Perché la Gran Bretagna ha detto no al green pass

Green pass sì o no? Da settimane l’opinione pubblica in Italia è divisa tra chi è favorevole alla certificazione verde e chi invece è contrario (e si fa sentire con proteste nelle più importanti città d’Italia). Ci sono Paesi, però, che una presa di posizione l’hanno già presa ed è contraria al green pass: uno dei primi a prendere questa decisione è stata la Danimarca, alla quale adesso si aggiunge la Gran Bretagna.

Eppure il premier Boris Johnson aveva intenzione di prendere esempio dagli altri Paesi europei introducendo l’obbligo della certificazione in alcune circostanze. Dopo la Brexit, però, ecco un’altra “rottura” con l’Unione Europea: passo indietro, l’idea del green pass viene abbandonata.

La Gran Bretagna viaggia su una media settimanale di circa 37.000 contagi al giorno, spinta dalla variante Delta che ormai è la più diffusa in Europa. Non molti, ma neppure pochi, i decessi: siamo in media intorno ai 140 morti al giorno per Covid.

Nonostante ciò niente green pass, neppure in vista dell’arrivo della stagione che secondo gli esperti potrebbe portare a una nuova impennata di contagi.

Perché la Gran Bretagna ha detto no al green pass

Nell’ultima settimana un Paese come la Svizzera ha scelto di emulare l’Italia adottando una politica in favore dell’obbligo del green pass in determinate circostanze.

Sembrava che lo stesso dovesse fare la Gran Bretagna, dove era paventata l’idea d’introdurre il passaporto vaccinale in tre diversi ambiti:

  • cinema;
  • eventi sportivi;
  • discoteche.

Una decisione che deve aver fatto passare notti insonni al premier Boris Johnson, tant’è che questo alla fine ha cambiato idea decidendo di non proseguire con l’iter. Sarebbe dovuto entrare in vigore alla fine di settembre, ma alla fine non sarà così: in Gran Bretagna resta dunque un libera tutti, con dati che sono persino peggiori di quelli dell’Italia dove secondo l’ultimo bollettino i contagi sono stati 4.664 (e 34 decessi).

Va detto che si tratta di una decisione politica: per Boris Johnson, infatti, questa rischiava di essere una disfatta in Parlamento. Qui non sembra esserci una maggioranza tale da far passare un provvedimento in favore del green pass: tra i conservatori, partito di Johnson, c’è un’ampia fetta di parlamentari che ha parlato dell’obbligo della certificazione come di una misura “coercitiva e discriminatoria”. Totalmente contrari i liberaldemocratici, così come il leader laburista Keir Starmer, secondo cui il green pass è totalmente contrario allo “spirito britannico”.

Green pass contrario allo spirito britannico

Ed effettivamente è proprio come sostenuto da Keir Starmer. Ricordiamo, infatti, che la Gran Bretagna non utilizza carte d’identità, in quanto queste vengono considerate come un grave attentato alla libertà personale. Qui neppure al seggio elettorale viene chiesto all’elettore d’identificarsi, figuriamoci cosa succederebbe nel caso in cui dovesse esserci un obbligo di green pass.

La motivazione ufficiale del Governo

Boris Johnson non ha però fatto riferimento alla questione “politica”. Anzi, questo ha dichiarato che secondo gli scienziati la copertura vaccinale raggiunta dalla Gran Bretagna è sufficiente per contrastare una eventuale ondata invernale.

D’altronde, secondo gli esperti un via libera come quello deciso dal Governo britannico avrebbe dovuto portare a circa 200 mila contagi al giorno. Così non è stato in quanto - come anticipato - la curva si è assestata su 30 mila contagiati ogni giorno. E i ricoveri sono stati sostenibili proprio grazie alla campagna vaccinazione. Anche qui, tra l’altro, stanno per avere inizio le somministrazioni della terza dose.

Gran Bretagna fiduciosa per il futuro

La Gran Bretagna è quindi fiduciosa per il futuro e - nonostante qualche timore per questo inverno, quando al Covid dovrebbe sovrapporsi l’influenza invernale - si pensa già al dopo pandemia.

La conferma potrebbe arrivare già la prossima settimana: secondo le notizie che arrivano dal Regno Unito, infatti, Boris Johnson sta per annunciare la fine della legislazione di emergenza, con il Governo che di fatto rinuncia alla possibilità d’imporre limitazioni.

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