Perché il Covid in Italia fa ancora paura: ce lo dicono i dati

Giorgia Bonamoneta

15 Dicembre 2021 - 18:24

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Il Covid-19 fa ancora paura in Italia. I dati degli ultimi 45 giorni sulla pandemia segnano una crescita nel ritmo dei contagi. Ecco cosa è accaduto nell’ultimo mese e mezzo.

Perché il Covid in Italia fa ancora paura: ce lo dicono i dati

Il Covid-19 fa ancora paura e questo perché in Italia i numeri sono stati, fin dall’inizio, alti. Anche con il passare del tempo, con decreti e restrizioni, l’Italia è stato e rimane uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia.

Il tentativo di arginare l’avanzata del SARS-CoV-2 non ha mai avuto una scadenza. L’inizio della pandemia, su cui ci siamo a lungo soffermati spinti dal “virus dell’odio”, ha distolto l’attenzione da quello che sarebbe stato un processo più lungo di convivenza con il virus e la malattia che sviluppa.

Ancora oggi i dati fanno paura e spaventano per l’imprevedibilità che li accompagna. Negli ultimi 45 giorni i posti letto occupati in terapia intensiva sono triplicati. Senza contare l’ingresso nello scenario di una nuova variante. Non è una questione di creare o meno allarmismi, anche se le informazioni in questo senso sono fuorvianti; ma, come gli esperti da mesi ripetono, c’è bisogno di mantenere alta l’attenzione, quindi la prudenza.

Il Covid fa paura anche in Italia, non solo in Europa

La parola degli esperti spesso è messa in discussione, complice il protagonismo di alcuni di questi nei salotti televisivi degli ultimi 2 anni. I dati però sono fissati e, al netto delle varie interpretazioni, forniscono un quadro di quanto è accaduto e continua ad accadere in Italia e nel resto del mondo.

Che il Covid-19 faccia ancora paura non serve che lo ripropongano gli esperti. Gli inviti alla prudenza, al mantenimento della distanza e a fare il vaccino sono ormai all’ordine del giorno. Ma anche i numeri in aumento lo sono.

I dati degli ultimi mesi di pandemia sono andati via via peggiorando, anche se il confronto (non adatto) con lo scorso anno possono mettere sotto un’altra luce i numeri più recenti.

Il Covid fa paura: i dati degli ultimi mesi

I dati della pandemia continuano a viaggiare, accompagnati da quelli incoraggianti della campagna di vaccinazione.

Negli ultimi 45 giorni, come ricorda Il Fatto Quotidiano, i posti letto occupati in terapia intensiva sono triplicati. In termini numerici vuol dire che ci sono stati 499 ricoveri in terapia intensiva nell’ultimo mese e mezzo. Anche i ricoveri in area medica sono aumentati di 4.300 unità e sono morte 2.929 persone.

Questi dati sono lo specchio di un aumento dei contagi: nell’ultimo mese e mezzo sono 484.115 i casi di positivi. Il ritmo dei contagi è elevato: rispetto alla settimana precedente, quella dal 6 al 12 dicembre ha registrato un 15% di contagi in più.

Covid: i dati della variante Omicron fanno ancora più paura?

Parlando di dati, quelli relativi alla variante Omicron in Italia sono ancora molto scarsi. A differenza di quanto sta facendo il Regno Unito, l’Italia non sequenzia abbastanza campioni per avere un’idea chiara di come si sta muovendo la variante Omicron sul nostro territorio.

Quello che sappiamo sulla variante Omicron, i cui dati sono monitorati e in continuo aggiornamento, è che è molto “più veloce” della variante Delta. Cosa vuol dire? Che i positivi continueranno a crescere e che, se non si contrasta la diffusione con la vaccinazione - la terza dose in particolare - anche tutti gli altri numeri sono destinati a crescere.

Se oggi la situazione in Italia “regge” all’avanzata della variante Omicron e, in generale del virus, è perché 85,12% della popolazione over 12 ha completato il ciclo vaccinale. Eppure anche con questi numeri si rischia quello che è stato definito l’“effetto serbatoio”. Vuol dire che, senza la terza dose a pareggiare i conti con la protezione diminuita nel corso dei mesi, moltissime persone circolano con una bassa copertura (circa il 39-40%).

Covid e Natale: tra certezze e incertezze

L’unica certezza è che non abbiamo certezze. Può sembrare una frase fatta, ma allo stato attuale i numeri e le prospettive per le prossime settimane non possono darci una risposta. Il periodo di festività, vissuto in famiglia o in compagnia di amici, è decisivo in questo senso.

In questa prospettiva di incertezza il Governo ha deciso di prorogare lo stato di emergenza e di introdurre tutta una serie di restrizioni per i non vaccinati. Anche per chi arriva in Italia dall’estero sono previste delle regole aggiornate e, assecondando i dati (invece che prevenirli) potrebbero esserci nuove strette per i giorni di maggior rischio di assembramento, come Natale e Capodanno.

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