Pensioni, ecco come arrivare a 1.000 euro al mese

Simone Micocci

29 Ottobre 2025 - 10:13

Vuoi arrivare a 1.000 euro di pensione mensile? Ecco come fare.

Pensioni, ecco come arrivare a 1.000 euro al mese

A novembre aumenta la pensione minima a 1.000 euro, ma solo per coloro che risiedono in provincia di Bolzano e soddisfano determinati requisiti. Per il resto d’Italia l’importo resta ben più basso, e per arrivare a 1.000 euro netti al mese è necessario che si incastrino una serie di condizioni: anni di lavoro, contributi versati ed età di pensionamento.

Basti pensare che, secondo i più recenti dati Inps, il 53,9% delle pensioni italiane non supera i 1.000 euro mensili. Un dato che racconta la distanza tra le promesse politiche e la realtà dei conti pubblici: nel dibattito degli ultimi anni, infatti, l’idea di portare le pensioni minime a 1.000 euro è tornata più volte al centro della scena, rilanciata con forza da Forza Italia come cavallo di battaglia identitario.

L’obiettivo era quello di replicare, in forma aggiornata, l’intervento simbolo del primo governo Berlusconi nel 2001, l’ormai celebre incremento al milione riconosciuto ancora oggi agli over 70 (e maggiorato di 20 euro nel 2026). Ma nel passaggio dai programmi elettorali alla realtà, la misura ha perso forza fino a trasformarsi in un risultato quasi simbolico: tra il 2024 e il 2025, infatti, le pensioni minime registrano un aumento di poco superiore a 2 euro al mese, portando l’importo a 616,67 euro.

Un incremento irrisorio, che lascia ancora lontanissimo il traguardo promesso dei 1.000 euro netti. E oggi, per raggiungere davvero quella cifra, è necessario soddisfare una combinazione ben precisa di anni di lavoro, contributi versati ed età di pensionamento.

Pensione di 1.000 euro netti al mese, che lordo?

Come prima cosa è bene sapere che il risultato del calcolo della pensione restituisce un importo al lordo delle tasse. Dobbiamo quindi fissare l’obiettivo a cui vogliamo arrivare, facendo chiarezza su qual è il lordo se la pensione netta è pari a 1.000 euro.

Considerando l’imposta applicata, il 23%, la detrazione prevista, come pure le addizionali regionali, per arrivare a una pensione netta di 1.000 euro bisogna avere un lordo annuo di almeno 14.900 euro. Come ci si arriva? Scopriamolo tenendo conto di come funzionano le regole per il calcolo della pensione nel 2025.

Come avere una pensione di 1.000 euro netti al mese se calcolata tutta con il contributivo

Partiamo dal caso più svantaggioso, quello in cui la pensione risulti calcolata interamente con il sistema contributivo. Ciò vale nel caso in cui i contributi risultino versati tutti successivamente al 1 gennaio 1996, o comunque nei casi in cui il ricalcolo contributivo risulti previsto dalla soluzione utilizzata per andare in pensione: si pensi ad esempio a chi ricorre all’Opzione Dini, come pure al computo della Gestione separata o alle opzioni di pensionamento anticipato quali Opzione Donna e Quota 103.

Ebbene, con questo sistema di calcolo si prendono tutti i contributi versati in carriera che, una volta applicato un tasso di capitalizzazione che li rivaluta, vengono trasformati in pensione attraverso un apposito coefficiente tanto più vantaggioso quanto più si ritarda il collocamento in quiescenza.

A tal proposito, di recente sono state ufficializzate le regole per il calcolo contributivo nel 2025, stabilendo ad esempio che il tasso di rivalutazione del montante contributivo è pari a 3,662% (e si applica su tutti i contributi versati in carriera, salvo quelli nell’anno che precede il pensionamento), mentre i coefficienti di trasformazione sono pari a:

EtàDivisoriValori
57 23,789 4,204%
58 23,213 4,308%
59 22,631 4,419%
60 22,044 4,536%
61 21,453 4,661%
62 20,857 4,795%
63 20,258 4,936%
64 19,656 5,088%
65 19,049 5,250%
66 18,441 5,423%
67 17,831 5,608%
68 17,218 5,808%
69 16,600 6,024%
70 15,980 6,258%
71 15,360 6,510%

A tal proposito, da questa possiamo rispondere alla domanda su qual è il montante contributivo minimo richiesto per arrivare a 14.900 euro di pensione lorda.

Età Coefficiente di trasformazione Montante contributivo
57 4,204 354.424,36
58 4,308 345.868,15
59 4,419 337.180,36
60 4,536 328.483,25
61 4,661 319.673,89
62 4,795 310.740,35
63 4,936 301.863,86
64 5,088 292.845,91
65 5,250 283.809,52
66 5,423 274.755,67
67 5,608 265.691,87
68 5,808 256.542,70
69 6,024 247.343,96
70 6,258 238.095,24
71 6,510 228.878,65

Ora sappiamo che il montante contributivo gode di una rivalutazione del 3,662%, che per semplicità di calcolo applicheremo su tutti i contributi maturati compresi quelli nell’ultimo anno (il risultato non sposta così tanto rispetto al funzionamento reale che invece esclude quanto versato negli ultimi 12 mesi). Dopodiché possiamo calcolare, una volta arrivati al montante contributivo al netto della rivalutazione che corrisponde al totale dei contributi versati, quanto serve aver guadagnato in media per ogni anno di lavoro in base a quanti sono gli anni di carriera (per semplicità abbiamo preso in considerazione 20, 30 e 40).

Il tutto è riassunto nella seguente tabella:

Età Montante contributivo Contributi effettivamente versati Media contributi ogni anno con 20 anni di lavoro Media stipendio Media contributi ogni anno con 30 anni di lavoro Media stipendio Media contributi ogni anno con 40 anni di lavoro Media stipendio
57 354.424,36 341.903,84 17.095,19 51.803,61 11.396,79 34.535,74 8.547,60 25.901,81
58 345.868,15 333.649,89 16.682,49 50.553,01 11.121,66 33.702,01 8.341,25 25.276,51
59 337.180,36 325.269,01 16.263,45 49.283,18 10.842,30 32.855,46 8.131,73 24.641,59
60 328.483,25 316.879,14 15.843,96 48.011,99 10.562,64 32.007,99 7.921,98 24.006,00
61 319.673,89 308.380,98 15.419,05 46.724,39 10.279,37 31.149,59 7.709,52 23.362,20
62 310.740,35 299.759,45 14.987,97 45.417,49 9.991,98 30.266,22 7.494,49 22.708,74
63 301.863,86 291.196,30 14.559,82 44.120,67 9.706,54 29.412,88 7.279,91 22.060,33
64 292.845,91 282.586,74 14.129,34 42.785,87 9.419,56 28.543,91 7.064,67 21.407,69
65 283.809,52 273.964,58 13.698,23 41.509,77 9.132,82 27.676,50 6.849,11 20.754,89
66 274.755,67 265.330,87 13.266,54 40.200,62 8.844,36 26.801,10 6.633,27 20.100,31
67 265.691,87 256.691,70 12.834,59 38.891,18 8.556,39 25.928,12 6.417,29 19.417,59
68 256.542,70 248.057,36 12.402,87 37.585,36 8.268,58 25.086,44 6.201,43 18.793,89
69 247.343,96 239.404,80 11.970,24 36.242,55 7.980,16 24.182,04 5.985,12 18.179,77
70 238.095,24 230.738,08 11.536,90 34.960,91 7.691,27 23.307,27 5.768,45 17.482,96
71 228.878,65 222.154,17 11.107,71 33.660,34 7.405,14 22.440,23 5.553,85 16.827,78

Chi quindi va in pensione a 67 anni (pensione di vecchiaia) e ha la pensione calcolata interamente con il contributivo deve aver guadagnato in media 38.890 euro se va in pensione con 20 anni di contributi, quasi 26.000 l’anno se ci va con 30 e poco meno di 19.500 se ne ha 40.

Come avere una pensione di 1.000 euro netti al mese se calcolata con il sistema misto

Come visto sopra per arrivare a una pensione netta di 1.000 euro bisogna assicurarsi un assegno annuo di circa 14.900 euro.

Con il sistema misto è leggermente più semplice arrivarci, specialmente nel caso in cui la parte calcolata con il retributivo sia particolarmente rilevante. Pensiamo ad esempio a 10 anni nel retributivo, che assicurano un 20% della media delle ultime retribuzioni percepite per andare in pensione (ne spetta un 2% per ogni anno).

Con uno stipendio medio di 30.000 euro, ad esempio, ci si assicurano già 6.000 euro di pensione, mentre con il sistema contributivo ne dovranno risultare poco meno di 9.000 euro. Con uno stipendio medio di 40.000 euro, invece, ne spettano già 8.000, mentre altri 7.000 dovranno arrivare dal contributivo.

L’aumento a 1.000 euro per chi vive a Bolzano

Nel frattempo, in provincia di Bolzano l’obiettivo delle pensioni minime da 1.000 euro è diventato realtà. Grazie a un protocollo d’intesa tra la Provincia autonoma e l’Inps, da novembre i pensionati con assegni inferiori a questa soglia riceveranno un’integrazione economica che colma la differenza fino a raggiungere i 1.000 euro mensili.

La misura, finanziata interamente con fondi provinciali, nasce per compensare il maggiore costo della vita in Alto Adige rispetto al resto del Paese e rappresenta un modello di welfare locale basato sulla collaborazione tra istituzioni. Il contributo è riconosciuto a chi percepisce una pensione inferiore ai 1.000 euro, ha un Isee non superiore a 20.000 euro e un’età di almeno 65 anni, oltre alla residenza stabile in provincia di Bolzano fino al 31 dicembre dell’anno precedente.

Rientrano nel provvedimento quasi tutte le tipologie di trattamenti previdenziali e assistenziali: pensioni di vecchiaia, anticipate, di invalidità, sociali e superstiti. L’integrazione viene calcolata sulla base dell’importo effettivamente percepito e serve a colmare la differenza fino alla soglia stabilita, senza incidere sulla tredicesima mensilità.

Per ottenere il beneficio è sufficiente presentare ogni anno l’Isee aggiornato, entro il 30 settembre, così da consentire all’Inps di erogare automaticamente l’aumento nel cedolino di novembre.

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