Pensioni minime, ecco i nuovi importi dopo la legge di Bilancio

Simone Micocci

22 Ottobre 2025 - 10:46

Pensioni minime, cosa cambia con la legge di Bilancio 2026? Ecco il nuovo importo spiegato.

Pensioni minime, ecco i nuovi importi dopo la legge di Bilancio

Come cambiano gli importi delle pensioni dopo le novità introdotte in legge di Bilancio? In queste ore si è fatta molta confusione sulle novità per gli importi delle pensioni alla luce di quanto annunciato in conferenza stampa dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il quale ha parlato di un “aumento di 20 euro” che tuttavia non figura nella bozza del testo della legge di Bilancio. O meglio, non proprio nei termini che sono stati annunciati.

Leggendo la prima bozza della manovra, infatti, non ci sono novità per le pensioni minime, sulle quali continua ad applicarsi l’aumento già previsto dalla legge di Bilancio 2024, che garantisce una rivalutazione straordinaria anche nel 2026 per le prestazioni di importo inferiore al trattamento minimo.

Un incremento che tuttavia non permetterà di raggiungere la cifra di 20 euro in più annunciata in conferenza stampa, per la quale invece bisogna guardare altrove. L’aumento, infatti, interessa un altro strumento, il cosiddetto incremento al milione per il quale nel 2026 ci sarà un nuovo importo da prendere come riferimento.

Bisogna però ricordare che l’incremento al milione spetta a una platea più ristretta: non tutti coloro che prendono una pensione inferiore al trattamento minimo, infatti, ne hanno diritto, in quanto, ad esempio, bisogna considerare anche un requisito di tipo anagrafico.

A tal proposito, facciamo un po’ di ordine specificando su cosa interviene l’aumento di 20 euro delle pensioni e soprattutto quali pensionati interesserà direttamente.

Cos’è davvero l’aumento di 20 euro delle pensioni e chi riguarda

L’aumento di 20 euro al mese, 260 euro l’anno, sulle pensioni annunciato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha generato molta confusione. In molti hanno pensato a un incremento generalizzato, destinato a tutti i titolari di pensione minima. In realtà, le cose stanno diversamente.

L’aumento riguarda solo una parte ristretta dei beneficiari: coloro che già percepiscono il cosiddetto “incremento al milione”, una misura introdotta nel 2001 dal primo governo Berlusconi e tuttora in vigore, seppur con limiti precisi.

L’incremento al milione è una maggiorazione sociale destinata ai pensionati con assegni molto bassi e redditi limitati. Nacque con l’obiettivo di portare le pensioni minime a un livello “dignitoso” - all’epoca pari a circa un milione di lire, ossia circa 516 euro - e ancora oggi rappresenta una delle principali forme di sostegno per gli anziani in difficoltà.

Spetta, in linea generale, a chi percepisce una pensione inferiore al trattamento minimo e ha compiuto almeno 70 anni, età riducibile fino a 65 anni in presenza di un’adeguata anzianità contributiva.

L’incremento spetta anche a chi prende l’Assegno sociale, diverso è il caso degli invalidi civili totali, per i quali, dopo la sentenza n. 152/2020 della Corte Costituzionale, il requisito anagrafico è stato abbassato a 18 anni, purché vengano rispettati i limiti di reddito fissati annualmente dall’Inps.

Ma cosa cambia realmente? Partendo dal trattamento minimo del 2025 pari a 603,39 euro, applicando la rivalutazione che adegua gli importi al costo della vita la soglia arriverà circa 613 euro mensili. Poiché l’incremento al milione consente di arrivare fino al trattamento minimo maggiorato di 136,44 euro, nel 2026 la pensione potrà raggiungere 749 euro, cui si sommano i nuovi 20 euro previsti dalla manovra. Il valore massimo raggiungibile sarà quindi di circa 769 euro al mese, pari a quasi 10.000 euro l’anno.

L’aumento complessivo per chi già beneficia della maggiorazione sarà dunque di circa 32 euro mensili, di cui 12 derivanti dalla rivalutazione e 20 dall’incremento straordinario.

L’aumento della pensione minima

Accanto all’aumento di 20 euro previsto per chi beneficia dell’incremento al milione, nel 2026 le pensioni minime continueranno a beneficiare della rivalutazione straordinaria introdotta con la Legge di Bilancio 2024.

Tale misura, pensata per proteggere i redditi più bassi dall’aumento dei prezzi, resta in vigore anche nel nuovo anno, sebbene con una percentuale più contenuta rispetto al passato. Nel 2025 la rivalutazione straordinaria è stata fissata al 2,2%, e si è sommata alla rivalutazione ordinaria calcolata dall’Istat. Dal 1° gennaio 2026, invece, la maggiorazione straordinaria scenderà all’1,5%, come già da programma.

Pertanto, l’importo della pensione minima per il 2026 dipenderà, come sempre, dall’andamento dell’inflazione. Le prime stime indicano un tasso di rivalutazione ordinaria dell’1,6%, che si applicherà al trattamento minimo in vigore nel 2025, pari a 603,39 euro mensili. Applicando questo adeguamento, l’importo base salirebbe a circa 613 euro al mese.

A tale cifra andrà poi aggiunta la rivalutazione straordinaria dell’1,5%, prevista proprio per le pensioni minime. Il risultato finale porterà la pensione a un valore di circa tra 622 euro mensili, corrispondenti a un aumento complessivo di circa 6 euro al mese rispetto al 2025.

Iscriviti a Money.it

Money Awards Logo

Le votazioni ai Money Awards sono aperte!

Registrati su Money.it e vota la tua azienda preferita ai People's Money Awards 2025!

Vota ora
SONDAGGIO