Pensioni, se soddisfi tutti questi requisiti puoi andarci prima dei 60 anni

Simone Micocci

2 Agosto 2023 - 09:31

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Si può andare in pensione prima dei 60 anni (ma non è semplice): ecco quali sono i requisiti da soddisfare.

Pensioni, se soddisfi tutti questi requisiti puoi andarci prima dei 60 anni

Andare in pensione prima del compimento dei 60 anni è molto complicato ma comunque possibile laddove vengano soddisfatti determinati requisiti.

Intanto va detto che il nostro ordinamento consente di poter andare in pensione a qualsiasi età - quindi volendo anche prima dei 60 anni - in caso di anzianità contributiva particolarmente elevata. Si parte dal presupposto, infatti, che tanti anni di lavoro sono sufficienti indipendentemente dall’età anagrafica: ciò vale per la pensione anticipata, come pure per Quota 41 riservata ai precoci (che il governo vorrebbe estendere a un maggior numero di lavoratori).

Ci sono poi delle misure che consentono il pensionamento intorno ai 60 anni ad alcune categorie di lavoratori. La più conosciuta è sicuramente Opzione donna, che tuttavia nell’ultimo anno è stata nettamente rivista tanto da limitarne l’accesso a qualche centinaia di lavoratrici.

Dunque, chi è in procinto di compiere i 60 anni di età non può escludere a priori il pensionamento. Vero che soddisfare questi requisiti può essere molto complicato, ma è comunque importante informarsi così da poter pianificare la propria uscita dal mercato del lavoro e capire come fare per anticipare il più possibile i tempi.

Pensione anticipata a 60 anni

Con il decreto 4/2019 sono stati salvaguardati i requisiti necessari per la pensione anticipata, per la quale non c’è stato l’adeguamento con le aspettative di vita che avrebbe comportato un incremento di cinque mesi del requisito contributivo.

Anche nel 2023, quindi, per accedere alla pensione anticipata - per la quale non è richiesta alcuna età minima - bisogna aver maturato:

  • 42 anni e 10 mesi di contributi, se uomini;
  • 41 anni e 10 mesi di contributi, se donne.

Vedendo questi requisiti è ovvio che è molto difficile accedere alla pensione a 60 anni ricorrendo a questa misura; tuttavia, in alcuni casi è possibile.

Pensate ad esempio a una persona che ha cominciato a lavorare già prima della maggiore età, ad esempio a 17 anni. Qualora questa abbia mantenuto una carriera lavorativa senza interruzioni, avrà maturato il requisito contributivo richiesto per l’accesso alla pensione all’età di 59 anni e 10 mesi.

Nel caso in cui si tratti di una donna, invece, il requisito contributivo verrebbe raggiunto molto prima del compimento dei 59 anni, con la lavoratrice che potrebbe andare in pensione all’età di 58 anni e 10 mesi.

È bene ricordare, però, che per la pensione anticipata dal 1° gennaio 2019 è stata introdotta una finestra mobile trimestrale che ritarda di tre mesi la decorrenza dell’assegno. Il primo cedolino, quindi, arriverà tre mesi dopo il raggiungimento del diritto alla pensione.

Pensione a 60 anni con Quota 41

Per i lavoratori precoci, ossia per coloro che hanno maturato almeno 12 mesi di contribuzione prima del compimento dei 19 anni di età, c’è un’altra strada possibile per andare in pensione prima del 60° anno di età.

Si tratta di Quota 41 con la quale il diritto alla pensione si matura, indipendentemente dall’età anagrafica, al raggiungimento di 41 anni di contribuzione.

Per capire meglio riprendiamo l’esempio precedente, ossia quello del lavoratore che ha iniziato a lavorare all’età di 17 anni. Grazie a Quota 41 questo potrebbe accedere alla pensione prima rispetto a quanto previsto con la pensione anticipata: il collocamento in quiescenza, infatti, avverrebbe già all’età di 58 anni.

Tuttavia è bene ricordare che non tutti i lavoratori precoci possono ricorrere a Quota 41. Oltre a dover dimostrare di aver maturato 12 mesi di contributi prima dei 19 anni, infatti, il lavoratore deve appartenere a uno dei seguenti profili di tutela:

  • disoccupato da almeno 12 mesi;
  • invalido almeno al 74%;
  • caregiver (colui che assiste familiari affetti da grave disabilità);
  • lavoratore usurante o gravoso.

Inoltre, per poter andare in pensione con Quota 41 bisogna avere almeno una parte di pensione calcolata con il retributivo. Ne sono esclusi, quindi, coloro che non hanno contributi accreditati entro il 31 dicembre 1995 o coloro che optano per il computo nella Gestione separata.

Anche per questa misura è da segnalare una finestra mobile trimestrale introdotta con l’ultima riforma delle pensioni (con la quale però è stato evitato l’incremento di 5 mesi del requisito contributivo per accedere a Quota 41).

Pensione prima dei 60 anni per chi è invalido

Coloro che sono invalidi, con una capacità lavorativa ridotta di almeno l’80%, possono accedere alla pensione con largo anticipo a patto di aver raggiunto almeno 20 anni di contributi.

Va detto che per gli uomini non vi è proprio la possibilità di andare in pensione a 60 anni: bisognerà aspettare un anno, in quanto il diritto alla pensione si acquisisce al compimento dei 61 anni.

Discorso differente per le donne: queste possono andarci abbondantemente prima, in quanto per coloro che hanno un’invalidità riconosciuta di almeno l’80% e 20 anni di contributi il diritto alla pensione scatta a 56 anni.

Per i non vedenti, invece, il requisito anagrafico si riduce a 56 anni per gli uomini e a 51 anni per le donne, con soli 10 anni di contributi richiesti. Questo per chi è iscritto alla gestione privata, mentre per i lavoratori autonomi il requisito anagrafico sale a 61 e 56 anni (come per gli invalidi all’80%) ma sempre con 10 anni di contributi.

Pensione prima dei 60 anni con Opzione Donna

Fino allo scorso anno andare in pensione prima dei 60 anni con Opzione Donna era molto più semplice. Per chi ne ha soddisfatto i requisiti entro il 31 dicembre 2021, infatti, il diritto alla pensione con Opzione donna si raggiunge - a patto di aver maturato almeno 35 anni di contributi - all’età di:

  • 58 anni se lavoratrici dipendenti;
  • 59 anni se lavoratrici autonome.

Con la legge di Bilancio 2023, però, i requisiti sono stati rivisti. Nel dettaglio, viene consentito a chi ne soddisfa i requisiti entro il 31 dicembre 2022 di potervi accedere, ma le condizioni sono molto differenti da quelle sopra indicate. Intanto l’età anagrafica, che sale a 60 anni tanto per le lavoratrici dipendenti quanto per le autonome, con la possibilità di una riduzione di 12 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 2 anni (con la possibilità quindi di scendere a 58 anni).

E non è tutto: l’accesso a Opzione donna viene limitato a coloro che appartengono a una delle seguenti categorie:

  • assistono, alla data di presentazione della domanda di pensione e da almeno 6 mesi, il coniuge o la parte dell’unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, o un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori, il coniuge o l’unito civilmente della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti oppure siano deceduti o mancanti;
  • hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%;
  • sono lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa.

Una limitazione importante che ha ridotto notevolmente la platea di coloro che possono accedere a Opzione donna che, ricordiamo, prevede un ricalcolo interamente contributivo della pensione (il che ne comporta una penalizzazione dell’assegno).

Anche per Opzione Donna ci sono delle finestre mobili, ma molto più lunghe rispetto a quelle della pensione anticipata e di Quota 41: per le lavoratrici dipendenti, infatti, l’assegno decorre dopo 12 mesi dalla maturazione dei requisiti per l’accesso alla misura, mentre per le autonome persino dopo 18 mesi.

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